Pd, Dem nel panico sulla maternità surrogata. Partito spaccato. Elly Schlein sull’Aventino non sa che pesci prendere
Pd, utero sì, utero no, utero forse. Sulla maternità surrogata i dem sono finiti nel panico. Schlein in confusione.
Prima dice una cosa (astensionismo), poi un’altra (ritirata, non si vota). Scelta pilatesca della Assemblea Pd chiamata a decidere sul testo che propone di introdurre la surrogata “solidale “ – cioè non a scopo di lucro – secondo la visione del firmatario, il segretario di +Europa, Riccardo Magi. È il radicale romano che da sempre si batte, tra l’altro, per la legalizzazione della Cannabis, la pianta (sacra per i fedeli hindu) e parente di hascisc e marijuana.
Dopo l’attacco (scontato) a Riccardo degli inviperiti schleiniani al grido “Magi fa il gioco delle destre”, nel Pd sta crescendo il fronte del no. E mentre Elly se ne sta sull’Aventino a sfogliare la margherita in attesa di tornare in Aula, pezzi del partito hanno già espresso il loro dissenso come Madia e De Micheli.
E il fronte dei ribelli agli ordini di scuderia è destinato a crescere. Dunque, pallottoliere alla mano,(Fratelli d’Italia vuole addirittura rendere la gestazione per altri “reato universale”) la proposta Magi non ha alcuna possibilità di passare.
Ciononostante il Pd è scattato in allarme moltiplicando le grane della segretaria. E non sono poche: fuga precipitosa di dirigenti (Marcucci, D’Amato), guerre interne e il caso De Luca, bellamente ignorato nella sua Napoli, che correrà da solo e alle Europee farà una lista tutta sua.
Durissimo con la Schlein il governatore campano:” Il PD romano è un partito di miracolati che non hanno neppure il voto delle loro madri e in Campania il 70% del PD ha detto no alla Schlein”.
Fonti interne del partito riferiscono che se in Assemblea si fosse proceduto con la libertà di coscienza , almeno 50 sarebbero stati contrari all’emendamento Magi e soltanto 19 favorevoli. Le perplessità non vengono solo dal fronte dei cattolici come Graziano Delrio o Silvia Costa ma anche da esponenti di area riformista come Simona Bonafe’, Simona Malpezzi e Michela De Biase. A cui vanno aggiunti esponenti della sinistra ex DS come Lorenzo Gianotti, Valeria Valente o Claudio Mancini. Senza dimenticare il peso del parere di Aurelio Mancuso, ex dirigente dell’Arcigay, contrario da sempre alla surrogata.
Nel frattempo si è aperto un altro fronte. La Comissione UE ha fatto sapere che il riconoscimento dei diritti dei figli nella UE, indipendentemente da chi e come sono stati concepiti, non pregiudica la libertà di ogni Stato di vietare o meno la maternità surrogata nel proprio Paese.
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