Pd: definiamolo anche noi “effetto Schlein”: una impennata di iscrizioni al partito in un solo giorno. “Quattromila”, sostengono con euforia a via del Nazareno. Pure i sondaggi confermano il salto di qualità: in un baleno il Pd avrebbe ottenuto (siamo prudenti, usiamo il condizionale) un due per cento in più nell’ultima settimana, e cioè da quando Elly si è seduta sulla poltrona della segreteria al posto di Enrico Letta.
Euforia, ottimismo, rinascita che fa dire a Matteo Lepore, sindaco di Bologna: “E’ rinata la speranza. Mi fermano in strada dicendomi che vogliono iscriversi o riscriversi da noi”.
Pd: è tutto oro quel che luccica? Forse no
Tra i dem i problemi da risolvere sono ancora tanti. In primo luogo i dissapori che non si sono affatto sopiti fra le correnti che lacerano il partito. E’ un derby a sinistra fra i leninisti e i più moderati che non digeriscono la “grande svolta” del Pd. E’ convinzione comune che uno strattone ci voleva dopo “il grande sonno”, però non così prorompente.
“Andiamoci piano”, sostengono i meno agitati. “Per noi in futuro questo andazzo potrebbe essere un boomerang”. Insomma, la sintesi è questa per gli euforici: “Il Pd è il più forte, i 5Stelle subiscono una batosta e il terzo polo è più pimpante”. Non c’è dubbio che tale situazione sia veritiera perché i grillini sono di nuovo al terzo posto nei sondaggi con una perdita dell’1,5 per cento. Il sorpasso è stato netto, i dem sono strafelici, però la maggioranza deve essere più responsabile.
Che vuol dire?
Non ci si fida troppo di questa corsa a sinistra, si vuole essere più cauti, perché il futuro potrebbe riservare brutte sorprese. Quali? Malgrado le apparenze, il divario tra i pentastellati e il Pd provocherebbe di nuovo una “guerra” che nessuno si augura. Ma il pericolo esiste. A Firenze, nel corso della manifestazione antifascista di sabato scorso voluta soprattutto dai sindacati, una foto ha immortalato un abbraccio fra Conte e la Schlein.
Il segno inequivocabile di una nuova alleanza per combattere la destra? All’apparenza è così, ma ci si chiede, chi menerà la danza? Nel disegno di Conte, il traguardo doveva essere un continuo indebolimento del Pd che sarebbe stato praticamente assorbito dall’avanzata dei 5Stelle, ormai definitivamente più a sinistra della sinistra. Adesso, con il sorpasso del Pd, il ritornello ha un altro refrain: i primi, e cioè i dem, metterebbero definitivamente a tacere i “secondi” ed essere l’unica grande opposizione della maggioranza.
Se questo è il quadro sono tutte rose e fiori per Elly? No, il cammino è assai più arduo, perché i conti non sono così facili come potrebbe sembrare all’apparenza. E’ vero che la nuova segretaria ha dato una scossa in avanti al Pd, ma la partita è tutt’altro che chiusa.
Come la mette la Schlein in politica estera? Quali sono i suoi obiettivi? A proposito Elly non si pronuncia perché questo è un terreno minato, pieno di insidie. A chi le chiede qualcosa sull’Ucraina e sulla guerra che Zelensky (con tutto l’Occidente) sta combattendo contro Putin, la segretaria non risponde con chiarezza. O evita la domanda o glissa parlando il politichese, cioè quel linguaggio che dice tanto per non dire nulla.
Armi o non armi da dare agli aggrediti? Ora, una buona parte degli italiani comincia ad avere i suoi dubbi: continuare ad aiutare in questo modo gli ucraini significa prolungare all’infinito il conflitto. Allora quale posizione prendere se nel nuovo corso dei dem i “no” sono tanti? Potrebbe riesplodere il braccio di ferro con i pentastellati che sono tutti per lo stop alle armi? Di conseguenza potrebbe provocare un controsorpasso?
Situazione delicata quindi perché nel contempo non bisogna dimenticare la lotta alla maggioranza di centro destra. A dirla tutta, ogni rosa ha le sue spine, il cammino non sarà poi così facile come ritengono i sostenitori a tempo pieno della Schlein. I primi giorni sono stati tutti per lei, ma c’è chi li combatte dentro e fuori ed il futuro presenta ancora ostacoli assai difficili. L’”effetto Schlein” è positivo, ma esagerare sarebbe controproducente.