Pensioni. “I soldi dagli evasori, non dai pensionati”. Giovannini e Amato: no

 

"Prendete i soldi agli evasori, non dai pensionati"
Franco Abruzzo: “Prendete i soldi agli evasori, non dai pensionati”

Questo articolo è stato pubblicato dalla newsletter di Franco Abruzzo il 20 agosto 2013 ed è di grande attualità e interesse.

Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, mosso da invidia sociale tipica del mondo cattocomunista, ha un chiodo fisso: tagliare le pensioni più alte. L’idea in verità è del superpensionato d’oro, Giuliano Amato, 31 mila euro al mese, che guida un manipolo di professoroni (Pietro Ichino in testa). Bisogna togliere ai ricchi per dare ai poveri attraverso la costituzione di un “Fondo comune per l’equità previdenziale”.

“Un fondo comune per l’equità previdenziale”. È il titolo di un articolo di Giuliano Amato sul Sole 24 Ore di domenica 21 luglio 2013. Il discorso di Amato calzerebbe se il trattamento in quiescenza fosse una prestazione delle Stato, legata all’età e sostenuta con la fiscalità. Il meccanismo segreto dei professoroni è quello di ricalcolare le vecchie pensioni alla luce del nuovo sistema contributivo (ma poi quale?). Ricalcolare le pensioni significa ricostruire le posizioni di milioni di cittadini e delle loro vedove. Una impresa titanica al limite dell’impossibile.

Le cronache sono impietose. I giornali riportano una notizia positiva: la Guardia di Finanza ha smascherato 5 mila persone che hanno evaso le tasse per 17,7 miliardi. Sono oltre 1700 i casi più gravi con denuncia per omessa dichiarazione dei redditi. La Guardia di Finanza spiega che si tratta di persone che, pur svolgendo attività imprenditoriali o professionali, erano completamente sconosciute al Fisco e hanno vissuto alle spalle dei contribuenti onesti, usufruendo di servizi pubblici che non hanno mai contribuito a pagare, intestando spesso beni e patrimoni a prestanomi o a società di comodo. Un’economia sommersa alla quale sono legate “diverse manifestazioni di illegalità tra cui l’evasione fiscale e contributiva, lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, le frodi in danno del sistema previdenziale e soprattutto lo sfruttamento di manodopera irregolare”.

Nel contempo Il Sole 24 Ore annuncia che nel mirino degli 007 fiscali sono finiti i conti esteri. Sarà sempre più complicato vivere in Italia restando sconosciuti al fisco o cercando di nascondersi dietro a una residenza estera fittizia. La legge europea in corso di pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» rafforza, infatti, i poteri dell’agenzia delle Entrate in materia di indagini finanziarie. Le banche dovranno segnalare più nel dettaglio i trasferimenti di denaro. Il redditometro, frattanto, verifica gli immobili e le spese a partire dal 2009. Letta, Alfano, Saccomanni e Giovannini sanno dove trovare i miliardi che servono per il rilancio del Paese lasciando in pace i cittadini pensionati e i cittadini attivi. Ma hanno la volontà di dichiarare guerra totale agli evasori e al crimine?

L’ evasione ha toccato annualmente i 300 miliardi tra Iva e Irpef. Le mafie italiane si spartiscono 200 miliardi all’anno (ricerche di Bankitalia e di Eurispes nel 2012), dei quali il 30% viene investito in economia legale. L’economia sommersa, sempre secondo Bankitalia, fino al 2008 valeva 320 miliardi di Pil e secondo Eurispes, che ha condotto la ricerca fino al 2010, vale 520 miliardi di Pil. Bankitalia ha già fatto sapere che se i due problemi non vengono affrontati, e finora non lo sono stati, è pressoché impossibile che il Paese, chiunque lo governi, possa garantire i sevizi essenziali dal momento che solo il sommerso comporta una evasione fiscale di 270 miliardi di euro. Presidente Napolitano dia la sveglia!!!

Il Governo Letta-Saccomanni-Giovannini minaccia per di più di bloccare a tempo indeterminato la perequazione (ovvero l’aggiornamento Istat) degli assegni mensili (superiori ai 1.405,05 euro lordi mensili) degli ex dipendenti pubblici e privati. Questo proposito, se attuato, violerebbe la Costituzione nonché diverse sentenze e ordinanze della Corte costituzionale.

È opportuno ricordare in proposito quanto testualmente affermato dalla Corte Costituzionale al punto 4 della sentenza n. 316/2010: “Dev’essere segnalato che la frequente reiterazione di misure intese a paralizzare il meccanismo perequativo esporrebbe il sistema ad evidenti tensioni con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità (su cui, nella materia dei trattamenti di quiescenza, v. sentenze n. 372 del 1998 e n. 349 del 1985), perché le pensioni, sia pure di maggiore consistenza, potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamenti del potere d’acquisto della moneta”.

Franco Abruzzo (difensore civico dei giornalisti): “Bisogna creare un grande fronte di tutti i pensionati italiani per individuare un meccanismo serio che adegui le pensioni al costo della vita, copiando anche i modelli tedesco, francese, spagnolo e inglese. I pensionati di oggi e di domani devono organizzarsi in movimento politico per punire quelle forze partitiche che pensano di risolvere i problemi della Nazione colpendo selvaggiamente i loro assegni e non i ladri (=evasori fiscali) che sottraggono ogni anno all’erario 300 miliardi”.

Al punto in cui siamo e dopo quanto è stato detto dei paradisi fiscali e valutari dai partecipanti alla recente riunione del G8, dobbiamo chiederci perché partiti e movimenti politici, Governo e Parlamento restano silenti e non affrontano il problema dell’economia sommersa e criminale. Ma ancora più grave è il silenzio degli organi di informazione. Perché non si provvede a ridurre i tempi delle confische in modo da mettere a disposizione dell’erario centinaia di miliardi in soldi, azioni, beni mobili, immobili e aziende?

CONTROCORRENTE. PENSIONI. Demagogia e populismo agitano il Parlamento. Giorgia Meloni attacca irrazionalmente la Corte costituzionale e vuole bastonare soltanto i pensionati, lasciando indenni dai prelievi fiscali di solidarietà i lavoratori attivi, i boiardi pubblici e privati e i parlamentari. Qualcuno dovrebbe spiegare alla giovane e passionale parlamentare:

a) che l’uguaglianza di trattamento è un valore costituzionale fondamentale tra cittadini in quiescenza e cittadini in attività;

b) che LO STATO PUO’ RECUPERARE I QUATTRINI UTILI AL RILANCIO DELL’OCCUPAZIONE E DELLO SVILUPPO COLPENDO LE MAFIE E I LADRI (=EVASORI).

Frattanto avanza a Milano il progetto di un “Movimento politico dei cittadini pensionati di oggi e di domani”. I pensionati diffidano della politica e si organizzano per non diventare un esercito di straccioni.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie