ROMA – Vincenzo Longo ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo “Draghi in attesa”.
Nessun QE, per ora. Così Mario Draghi nella prima conferenza stampa dalla nuova sede della Bce a Francoforte. Il numero uno della Banca centrale europea preferisce attendere maggiori dettagli dell’impatto su inflazione e crescita derivante dal recente tonfo dei prezzi del petrolio. Sebbene il calo del greggio, da un lato, alimenta ulteriore spinte ribassiste sui prezzi al consumo (effetto diretto), dall’altro, spronare la ripresa della domanda aggregata (effetto indiretto). Qualora l’impatto sia negativo sia sull’inflazione che sulla crescita, la Bce sarà pronta a rivedere la propria politica monetaria. Delle nuove valutazioni verranno fatte a inizio 2015, ma “questo non vuol dire necessariamente a gennaio”. Draghi ha anche rimarcato come la Bce stia già studiando delle misure aggiuntive, che includono l’acquisto di una serie di asset, inclusi i titoli di Stato (che ricadono sotto la piena facoltà della Bce). Lo staff della Bce ha tagliato le stime sul Pil della zona euro, portandole a +0,8% per quest’anno (da +0,9% di settembre), a +1% per il 2015 (da +1,6%) e a +1,5% nel 2016 (da +1,9%). L’Istituto ha anche ridotto le stime sul tasso d’inflazione allo 0,5% nel 2014 (da 0,6%), allo 0,7% nel 2015 (da 1,1%) e all’1,3% nel 2016 (da 1,4%) (…)
Tra le valute, l’euro ha recuperato terreno verso le principali divise mondiali. Il cambio Eur/Usd, dopo aver temporaneamente aggiornato i nuovi minimi da agosto 2012 (a 1,2280), ha accelerato al rialzo in concomitanza con il tonfo delle borse, arrivando a 1,2440. I primi target interessanti rimangono a 1,25, oltre i quali il mercato inizierebbe a non credere a un’azione tempestiva della Bce. Forti vendite hanno interessato inizialmente anche i titoli di Stato della periferia della zona, Italia e Spagna in particolare. In questo caso, i movimenti sono rientrati dopo che Draghi ha ribadito la legittimità degli acquisti di titoli di Stato, allontanando gli ultimi dubbi a riguardo e aumentando la probabilità che gli acquisti interesseranno proprio i titoli governativi (…)
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