ROMA – Ci sono in Italia esattamente 15.535 giornalisti professionisti o pubblicisti impiegati negli uffici relazioni esterne, uffici stampa, marketing e pubblicità delle aziende e delle istituzioni. Quanti sono quelli iscritti all’INPGI, l’Istituto di Previdenza pensionistica dei giornalisti, che versa in acque sempre più procellose.
Da questo numero emerge una idea semplice ma forse decisiva per i 15 ispettori dell’Inpgi, il cui compito è quello di stanare situazioni irregolari e rastrellare i contributi in libera uscita. Partendo dalla Guida del mensile “Prima Comunicazione” gli ispettori, senza nemmeno spostarsi da Roma potrebbero fare un’indagine a tappeto e vedere quanti di quei 15.535 professionisti degli uffici stampa sono iscritti alla previdenza dei giornalisti.
Facendosi aiutare dai 20 Fiduciari INPGI regionali e dagli Ordini regionali dei giornalisti potrebbero fare controlli incrociati con gli Albi dei giornalisti, l’INPS e l’Agenzia delle Entrate per vedere quanti giornalisti risultino attualmente evasori dell’INPGI/1, pur essendo giornalisti, pur svolgendo attività giornalistica, pur essendo lavoratori subordinati a tempo pieno e pur versando i contributi ad un ente sbagliato, cioè all’INPS.
La task force degli ispettori INPGI, che nell’ultimo anno ha già ottenuto lusinghieri risultati, avendo brillantemente scoperto parecchi casi di giornalisti che lavoravano da anni come uffici stampa di aziende non editoriali (ivi comprese multinazionali), ma versando i contributi all’INPS, potrebbe così recuperare parecchi milioni di euro di contributi in breve tempo e senza alcuna spesa.
Difatti in questo caso, una volta accertate eventuali irregolarità, l’INPGI 1 riavrebbe quanto dovuto direttamente dall’INPS in pochissimi mesi e con gli arretrati di 5 anni senza neppure spendere nulla per le spese legali. E anche i datori di lavoro non dovrebbero versare sanzioni, né penalità.
Insomma, un toccasana ideale per le casse dell’INPGI 1 che potrebbe forse rappresentare anche una valida alternativa al taglio delle pensioni deciso dal Cda INPGI il 27 luglio scorso ed ora al vaglio dei ministeri vigilanti. Che si aspetta allora ad effettuare al più presto questi controlli? Non ne vale forse la pena?