ROMA – La novità del decreto che dal 2 aprile abolisce il carcere per i reati giudicati tenui (con pene fino a 5 anni, quando il danno è esiguo e non sia compiuto abitualmente) tecnicamente introduce una nuova fattispecie di non punibilità nel codice penale. Alla luce di questa novità Pierluigi Franz propone al legislatore di rivedere il testo di legge in discussione alla Camera sulla diffamazione a mezzo stampa, una legge che, a parte i politici, viene considerata una misura liberticida, un bavaglio preventivo che limita le prerogative costituzionali (art. 21) e che all’inizio prevedeva addirittura il carcere per i giornalisti.
Il Decreto legislativo n. 28 del 16 marzo scorso, che entrerà in vigore il 2 aprile prossimo, potrebbe forse avere automaticamente effetto anche sui reati di diffamazione ed ingiuria di cui agli articoli 594 e 595 del codice penale? Ma se la diffamazione e l’ingiuria venissero depenalizzati o decriminalizzati non dovrebbe essere modificato il disegno di legge di riforma della diffamazione n. 925 – B all’esame della Camera?