Più poveri di prima (foto Ansa) Più poveri di prima (foto Ansa)

Con Luigi Di Maio saremo più poveri di prima

Più poveri di prima (foto Ansa)
Più poveri di prima (foto Ansa)

ROMA – “Più poveri di prima”: questo il titolo dell’articolo pubblicato da Giuseppe Turani anche su Uomini&Business.

“Elimineremo la povertà”, tuona l’ineffabile Di Maio. Perbacco, roba tosta. Mai riuscita a nessuno. Premio Nobel in vista?

Poi si volta pagina e si legge che la povertà, che forse non verrà del tutto eliminata, verrà combattuta facendo debiti. Cioè: si va sui mercati a si prendono (a debito) 30 o 40 miliardi di euro e li si distribuisce al popolo. Meglio delle brioche e della polenta.

Chi ragiona così ha i neuroni che girano nella testa a ruota libera. In realtà, si aumentano i debiti, sui quali bisognerà pagare ricchi interessi a vita. In sostanza, saremo tutti più poveri dal giorno dopo la brillante operazione di eliminazione della povertà.

Insomma, mi faccio prestare dieci mila euro dalla banca e dico a mio cugino: vedi, adesso sono diventato ricco.

Non credo che esistano istituti di cura per gente del genere. Si tratta, semplicemente, di venditori di pozioni magiche, o di cialtroni, se preferite parole più dirette. O, se volete essere più politici, si tratta di imbonitori senza dignità, di spacciatori di menzogne.

La povertà si combatte creando del lavoro, se si è capaci, non distribuendo agli italiani soldi presi a prestito da americani, francesi, giapponesi e cinesi (e che prima o poi andranno restituiti, o richiesti di nuovo, i Bot scadono).

Nelle osterie di campagna questo era chiamato anche il gioco delle tre carte. Spesso gli autori venivano presi a seggiolate. Qui, invece, prendono voti e vanno in tv, da dei tizi compiacenti, a farsi intervistare e a farsi belli, pettinati come per la prima comunione.

Italia del cambiamento 2018.

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