![Più poveri di prima (foto Ansa)](/wp/wp-content/uploads/2018/09/di-maio-poverta-300x200.jpg)
ROMA – “Più poveri di prima”: questo il titolo dell’articolo pubblicato da Giuseppe Turani anche su Uomini&Business.
“Elimineremo la povertà”, tuona l’ineffabile Di Maio. Perbacco, roba tosta. Mai riuscita a nessuno. Premio Nobel in vista?
Poi si volta pagina e si legge che la povertà, che forse non verrà del tutto eliminata, verrà combattuta facendo debiti. Cioè: si va sui mercati a si prendono (a debito) 30 o 40 miliardi di euro e li si distribuisce al popolo. Meglio delle brioche e della polenta.
Chi ragiona così ha i neuroni che girano nella testa a ruota libera. In realtà, si aumentano i debiti, sui quali bisognerà pagare ricchi interessi a vita. In sostanza, saremo tutti più poveri dal giorno dopo la brillante operazione di eliminazione della povertà.
Insomma, mi faccio prestare dieci mila euro dalla banca e dico a mio cugino: vedi, adesso sono diventato ricco.
Non credo che esistano istituti di cura per gente del genere. Si tratta, semplicemente, di venditori di pozioni magiche, o di cialtroni, se preferite parole più dirette. O, se volete essere più politici, si tratta di imbonitori senza dignità, di spacciatori di menzogne.
La povertà si combatte creando del lavoro, se si è capaci, non distribuendo agli italiani soldi presi a prestito da americani, francesi, giapponesi e cinesi (e che prima o poi andranno restituiti, o richiesti di nuovo, i Bot scadono).
Nelle osterie di campagna questo era chiamato anche il gioco delle tre carte. Spesso gli autori venivano presi a seggiolate. Qui, invece, prendono voti e vanno in tv, da dei tizi compiacenti, a farsi intervistare e a farsi belli, pettinati come per la prima comunione.
Italia del cambiamento 2018.