Buongiorno recessione, servono misure d’emergenza. E Cottarelli premier

Buongiorno recessione, servono misure d’emergenza. E Cottarelli premier

L’Italia è in recessione: servono misure d’emergenza come l’apertura immediata dei cantieri e magari Carlo Cottarelli alla guida di un governo che impedisca all’Italia di affondare: è quanto sostiene Giusepep Turani in un articolo dal titolo Buongiorno recessione pubblicato sul sito Uomini & Business.

Tutti i centri di previsione (compresa la Commissione di Bruxelles) segnalano che il quarto trimestre del 2018 è più fiacco del terzo. Per l’Italia questo significa che il quarto trimestre vedrà ancora una crescita negativa (nel terzo era stata di meno 0,1 per cento, il quarto sarà peggio), scrive Turani. 

1- Non appena l’Istat comunicherà i dati ufficiali, scopriremo che il terzo e il quarto trimestre del 2018 sono stati a crescita negativa: tecnicamente, cioè, siamo in recessione. Ci siamo già.

2- A questo punto tutto l’ambaradan della manovra messo su faticosamente da Tria crolla al suolo e viene divorato dai topi della signora Raggi. Bibi e Bibò si agitano, fanno tweet, promettono, girano l’Europa in cerca di alleanze con i tipacci più tipacci del Continente (picchiatori francesi o razzisti di Visegrad), ma in realtà sono senza manovra e l’Italia è in recessione.

3- In un paese normale verrebbe richiesto un parere alla Banca d’Italia e poi si passerebbe alle misure di emergenza.

4- Ma non da noi. Qui l’unica cosa che fa notizia è il fatto che Salvini potrebbe mandare a casa i 5 stelle, facendo un governo di centro destra (cioè lui), con una cinquantina di “responsabili” in fuga dal pericolante Movimento. Alle misure antirecessione non pensa proprio nessuno.

5- Ma esistono queste misure? Certo: apertura immediata di almeno mille cantieri, con i soldi già stanziati, soppressione di quota 100 e reddito di cittadinanza.

6- E magari Cottarelli (e non Salvini) alla testa di un governo che deve impedirci di affondare nella recessione. I mezzi e gli uomini per evitare il disastro li abbiamo. Purtroppo, abbiamo anche Salvini e Di Maio.

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