Referendum quorum: la democrazia del 13% comanda. M5S e Pd, ci sono messi in due! Referendum quorum: la democrazia del 13% comanda. M5S e Pd, ci sono messi in due!

Referendum: la democrazia del 13% comanda. M5S e Pd, ci si sono messi in due!

Referendum quorum: la democrazia del 13% comanda. M5S e Pd, ci sono messi in due!
Referendum: la democrazia del 13% comanda. M5S e Pd, ci sono messi in due! (foto Ansa)

ROMA – Referendum tanti, facili e ogni volta che si può. e leggi per via di referendum in concorrenza con le leggi per via di Parlamento. Con corsia facilitata per le leggi volute per via di referendum. Quasi, anzi senza quasi, a sottolineare, evidenziare e statuire che le legge per via referendaria sono “popolo” e quelle per via di Parlamento sono “istituzione”, se non addirittura casta. Sotto questo segno ideologico e culturale e per ottenere questo risultato esistono proposte di legge M5S e ferma intenzione M5S di fare del referendum l’arma del popolo.

Quindi la proposta (è in parte anche nel contratto di governo con Salvini) di referendum istitutivi. Cioè di referendum che fanno, istituiscono leggi. E non solo come oggi in Costituzione di referendum che abrogano o confermano una legge fatta dalle due Camere.

Referendum istitutivi e non solo. Nella proposta originaria M5S c’è la cancellazione del quorum come condizione di validità del referendum. Oggi se c’è un referendum e su quel referendum va a votare meno del 50 per cento degli aventi diritti, cioè degli elettori, il referendum è nulla qualunque sia il suo risultato. E sempre più spesso, siccome sempre più spesso al popolo elettore frega nulla del quesito del referendum, chi si oppone al cambio della legge punta più sull’astensione che sul No. L’hanno fatto tutto, dai vescovi agli antagonisti…

Referendum senza quorum ha detto M5S. Salvini ha corrugato il sopracciglio. Poi è arrivato il Pd con un suo emendamento accolto con favore da M5S e l’accoglimento ha destato gioa incontenibile nel Pd all’insegna del che bello, che grande, M5S ci ha ascoltato!

L’emendamento Pd al disegno legge M5S sul nuovo referendum dice che il referendum è valido se vota il 25 per cento degli aventi diritto, uno su quattro degli elettori.

Quindi riepiloghiamo e facciamo come se la grande, nuova e bella riforma del referendum fosse già legge. E quindi, secondo M5S e Pd che stavolta ci sono messi in due e in qualche modo insieme, facciamo come se la grande e bella e nuova stagione della democrazia sempre più di popolo e vicina al popolo fosse già in atto, praticabile, qui, a lottare con noi.

In principio servono 500 mila firme. Servono per chiedere il referendum. Non è difficilissimo raccogliere mezzo milione di firme. Soprattutto se si è organizzato e si hanno soldi. Lo possono fare i partiti, i movimenti. E anche le lobby. Di interessi e di affari. Si può fare, basta saperlo fare. Un po’ di propaganda, molto social, organizzazione e decisione. Cinquecentomila si fa e poi la cifra assoluta di firme da raccogliere probabilmente calerà in sede di discussione e votazione della legge.

Raccolte le firme si dice al Parlamento: questa è la legge fatta da noi. Il noi è vario e indistinto. Da noi, cioè popolo. Ma i popoli possono essere tanti. Comunque il Parlamento ha 18 mesi di tempo. O approva la legge scritta da uno dei popoli che ha raccolto le firme secondo i suoi interessi o ne fa un’altra e diversa di legge. A quel punto le due leggi vanno per così dire al ballottaggio.

Si votano per via referendaria appunto le due leggi contrapposte e diverse. Perché il risultato del referendum sia valido e la legge diventi legge dello Stato serve (lo hanno detto a quattro mani Pd e M5S) il 25 per cento dell’elettorato a votare. Quindi la maggioranza del 25 per cento dell’elettorato, il 51 per cento del 25 per cento, quello con cui si vince e si fa la legge è la metà più qualcosa del 25 per cento. Il 13 per cento.

Col 13 per cento degli elettori e con il voto del 13 per cento degli elettori italiani si comanderà al Parlamento, si faranno le leggi. E le leggi fatte e volute e votate dal 13 per cento avranno il timbro di leggi del popolo. Mentre quelle votate da un Parlamento la cui maggioranza rappresenta il 40 o il 50 o il 60 per cento dell’elettorato saranno leggi figlie di una legittimità minore, figlie del Parlamento. Vuoi mettere con le leggi figlie del popolo?

Questo capolavoro della democrazia dove il 13 per cento non solo comanda e dispone ma viene vestito anche da popolo tutto ci si sono messi in due, M5S e Pd. La democrazia del 13 per cento che comanda, ecco dove si arriva andando per i mari dell’anti Parlamento e del popolo legiferante, ecco dove si approda dopo essersi fumati robuste dosi di democrazia diretta.  

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