Italia batte Malta 2 a 0. Doppietta Balotelli, 3 punti agli azzurri di Prandelli

ROMA – Grazie Balotelli. La doppietta del milanista, sempre più calato nella parte del condottiero azzurro, regala all’Italia i tre punti che Prandelli pretendeva contro un’avversaria, Malta, che occupa il posto numero 147 della gerarchia calcistica mondiale.

Non c’era partita sulla carta, ma si sa come vanno questi impegni facili. L’avversario triplica gli sforzi e tu non riesci a dare quello che hai. Discreta Italia, ma niente di più. La squadra è afflitta dai difettucci già emersi nel promettente 2-2 contro il Brasile. E’ mancato l’equilibrio nel 4-3-1-2 che prevedeva Giaccherini alle spalle delle due punte, la coppia-meraviglia El Shaarawy-Balotelli.

Senonché il piccolo juventino ha finito per non giocare né come una mezzapunta e neppure come un centrocampista. E quindi il trio azzurro di mezzo (Marchisio, Pirlo, Montolivo) si è ritrovato alle prese con una rischiosa inferiorità numerica, che ha prodotto alcuni contropiede da brividi.

E difatti Malta nel primo scorcio di gara – subito sotto per il rigore trasformato dopo 8 ’ da Balotelli – ha avuto due volte il pallone dell’1-1. Il vecchio bomber maltese, Mifsud, in entrambe le occasioni ha sprecato la cartuccia, facendosi parare il calcio di rigore da Buffon (che lo aveva provocato) e scagliandolo contro la traversa.

Ad onor del vero le cose non sono migliorate in maniera sensibile dopo che Candreva ha rilevato Giaccherini e Cerci si è preso lo spazio di El Shaarawy e lo schema azzurro si è modificato nel classico 4-3-3. Ma i giudizi a questo punto diventano più difficili perché le squadre erano stanche, si allungavano e avendo il risultato in tasca, l’Italia giustamente non ha più spremuto fino all’ultima stilla di sudore.

Sabato incombe Juve-Inter e la folta pattuglia bianconera saggiamente non ha rischiato le caviglie. Prandelli ha giustamente rilevato una certa lentezza nella costruzione del gioco e una mancanza di incisività in fase conclusiva. “Squadra un po’ slegata tra difesa e centrocampo”, ha sintetizzato il ct. “Contro squadre molto chiuse dovremo essere più veloci e giocare ai due tocchi”. Un elogio a Balotelli: “Deve essere bravo a mantenere l’equilibrio come ha fatto stasera, quando l’avversario lo provocava”.

A strada tracciata dal ct ovviamente va testata contro avversari più consistenti della volenteroso Malta allenata da Piero Ghedin. Ma lo spirito di questa giovane Italia (nell’occasione priva degli squalificati Osvaldo e De Rossi e dell’infortunato Chiellini) è quello giusto.

Nessun calcolo, addio per sempre alla specialità della casa (lucrare il risultato giocando sull’avversario), ricerca costante del gioco offensivo. Del resto quando si dispone in attacco di due fuoriclasse come El Shaarawy e Balotelli sarebbe un delitto consegnarsi ad un gioco speculativo e micragnoso.

Prandelli ha varato la squadra assemblando in avvio due blocchi: sei calciatori della Juventus, cinque del Milan. Non sono esclusi piccoli correttivi (dura lasciar fuori uno come De Rossi) ma sarà questa l’ossatura della Nazionale che andrà al Mondiale brasiliano – la squalificazione ancora non c’è ma si avvicina – e l’anno abbondante che ci separa da Rio de Janeiro dovrà produrre sensibili miglioramenti in un gruppo che non difetta certo di talento ma deve acquisire esperienza e il giusto controllo delle varie fasi del gioco.

Un’Italia che soffre il contropiede avversario è un assurdo logico e storico e dunque sugli equilibri complessivi dovrà lavorare Prandelli se vorrà proseguire sulla strada del 4-3-3, lo scherma prediletto. Esaltante e prolifico, in termini di gioco e di risultato, ma anche estremamente rischioso.

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