Juve, missione compiuta, Napoli a -12. Bologna regge un tempo poi cede 2-0

BOLOGNA –  Missione compiuta. Conte aveva ordinato: “Portatemi tre punti!” e la Juventus ha ubbidito. I gol di Vucinic e Marchisio hanno piegato un ottimo Bologna, per quasi un’ora di gioco cullatosi nella convinzione di affrontare alla pari Madama. Comunque l’affronti, la Juventus è un brutto cliente. Se ti chiudi, ti asfalta. Se accetti la sfida in campo aperto, finisce che la Juve ti castiga dall’alto della classe dei suoi ineguagliabili solisti.

Per dire. Vucinic ha latitato per tutto il primo tempo, ma alla prima vera occasione s’è inventato il gol dell’1-0. Chapeau. Poi Marchisio ha raddoppiato con un altri pezzo di bravura e al Bologna non è rimasto che l’onore delle armi. La Juve ha 12 punti di vantaggio sul Napoli che riceve l’Atalanta, 14 sul Milan che gioca in casa col Palermo. Si attendono acconce risposte dalle due inseguitrici. Altrimenti… Siparietto finale non proprio edificante. Antonio Conte esulta e, sbracciandosi, invita i tifosi juventini, numerosi sugli spalti, a festeggiare con lui. Pioli non gradisce e si arrabbia col collega, ma va detto che i cori dei tifosi bolognesi (“Juve m…”) hanno innescato la reazione del tecnico bianconero. Tutto sommato, ne avremmo fatto a meno. Degli insulti e della sceneggiata. Buffon parla di “segnale importante; la partita valeva più dei tre punti in palio. Ma campioni d’Italia ancora non lo siamo”. Perfetto.

Juve alquanto coperta in avvio, Conte ha scelto Padoin e Peluso per presidiare le fasce e spedito in panca Asamoah e Lichtsteiner, opachi e confusionari contro il Catania. I due eletti sono gran corridori ma non hanno i guizzi degli esclusi, sono onesti lavoratori nella vigna della (Vecchia) Signora. Conte evidentemente non si è fidato a scoprirsi sugli esterni dove il Bologna gli ha opposto sagaci soldatini (Garics, Morleo, Taider, Kone) disposti ad immolarsi nel pressing ossessivo e nella marcatura a tuttocampo. Nonostante gli intoppi abilmente seminati sul suo terreno da Pioli (non stupisce che il Napoli pensi a lui, in caso di addio di Mazzarri) il gioco di Madama è sgorgato abbastanza fluido.

E’ tuttavia mancata alla Juve l’unghiata finale nei venti metri. Vidal ha avuto due volte il pallone dell’1-0 e lo ha spedito in fotocopia oltre la traversa. Giovinco e Vucinic, preferiti a Matri-Quagliarella (vecchia storia), hanno duettato di fino, annusando il gol ma a conti fatti la Juve è andata al riposo con un pugno di mosche. Bel Bologna per una ventina di minuti, sfacciato e intraprendente, illuminato dal delizioso sinistro di Diamanti che per poco (6’) non ha infilato in porta un pallone che Buffon aveva rinviato di piede, alla disperata, anticipando Gilardino. Partita ruvida, tenuta bene dal genovese Bergonzi che arbitra con uno stile tutto suo, autorevole ma anche simpatetico con i calciatori. Che non si sono risparmiati entratacce e colpi bassi.

Un arbitro con meno personalità avrebbe perso la trebisonda. Bergonzi ha lavorato con i gialli (alla fine sei gli ammoniti), in un’atmosfera davvero tesa. Un solo neo, Perez (due fallacci nel giro di un minuto) andava espulso. Aria pesante al Dall’Ara, sarà stata colpa dello stadio stracolmo (record d’incasso con oltre un miliardo di euro) ma certe “stecche” Chiellini, Diamanti, Perez & C potevano risparmiarsele.

Conte alla vigilia si era raccomandato con i suoi. Restano da disputare dieci finali, meglio assicurarsi al più presto la dote per ricucirsi sulla maglia lo scudetto, per destinare le migliori risorse alla Champions. Il Bayern Monaco è una gran brutta bestia ma a casa Juve l’appetito vien mangiando e giustamente Andrea Agnelli pretende che la squadra non faccia calcoli di convenienza e punti a vincere tutto, se le riesce. La squadra ha provato ad accontentare l’allenatore, ha spinto, giocato, tirato in porta, senza risparmiarsi. Giovinco ha scaldato le mani di Curci, reattivo come un gatto gettato nell’olio bollente.

La partita è stata bella e frizzante, per un ora e passa è fimasto in bilico il risultato, certamente più gradito dal Bologna che dalla Juve, pressata dalle esigenze di classifica. L’equilibrio lo ha spezzato l’acuto di Vucinic, furbo e svelto come un furetto, si è liberato con una piroetta di Naldo (il centrale brasiliano, subentrato a Kone, non ha il “mestiere” giusto per il nostro campionato) e ha fulminato Curci. Quasi alla mezzora, l’1-2 in punta di bulloni tra Vucinic e Marchisio ha messo sul piede dell’azzurro il pallone del 2-0. Come la cucina d’autore, alla fine il calcio vive di dettagli.

Il Bologna vede la vicina la quota salvezza e, ha osservato Pioli, dopo tanto remare a occhi bassi, è tempo che la squadra si diverta a cercare il risultato come un premio, anziché una condanna biblica. Il Bologna l’ha preso in parola, è rimasto a lungo in partita e ha persino accarezzato il sogno della vittoria, Gilardino (al 6’ della ripresa), ha spedito in porta il pallone ma era scattato in fuorigioco e Bergonzi ha giustamente raccolto la segnalazione dell’assistente Costanzo e ha annullato il gol. Ammirevole lo sforzo finale del Bologna per risalire la corrente avversa prodotta dal gol di Vucinic.

Se qualcuno avesse dubbi sulla genuinità del risultato vada a contare le palle gol. La Juve ne ha costruite il triplo del Bologna e nel calcio, si sa, alla fine vince chi la butta dentro. La squadra di Pioli il sabato di Pasqua sarà impegnata a Udine. Per la Juventus in agenda c’è la trasferta di San Siro, contro l’Inter. L’occasione per vendicare la batosta casalinga dell’andata. E soprattutto sistemare un altro mattoncino alla casa dello scudetto.

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