Milan, Champions all’ultimo respiro. Fiorentina beffata. Udinese: Europa League

Philippe Mexes (foto LaPresse)

ROMA – Va in archivio il campionato, vinto dalla Juventus a mani basse. Il Napoli le aveva tenuto testa bravamente finché la superiore qualità tecnica e la migliore organizzazione di squadra della squadra torinese hanno fatto la differenza Sorprendente epilogo nel furibondo testa a testa fra Milan e Fiorentina per il terzo posto che vale i preliminari di Champions League.

La spunta il Milan, con una rocambolesca rimonta sul Siena si era battuta con leonina vigoria, nonostante fosse già retrocesso. Balotelli, su calcio di rigore, e Mexes  negli ultimi cinque minuti – hanno ribaltato lo svantaggio portando il Milan al terzo posto. Inutile la maramaldeggiante vittoria della Fiorentina a Pescara (5-1, tripletta di Liaijc, gol di Mati Fernandez, Jovetic, l’esordiente Vittiglio), che conferma per l’ennesima volta la bontà del lavoro di Montella. La qualificazione in Europa League è un traguardo più che dignitoso.

E dire che i tifosi della Robur aveva inveito contro i rivali fiorentini (nemici fin dai tempi della battaglia di Montaperti, 4 settembre 1260), indirettamente invitando la propria squadra ad allentare la morsa e dare via libera al Milan. Fortunatamente per la regolarità del campionato, la squadra di Iachini, espulso nel convulso finale per proteste, ha fatto orecchie da mercante e ha lottato con le unghie e con i denti, come se si giocasse la vita. Atteggiamento che ha fatto saltare la mosca al naso ai milanisti, increduli per tanta aggressività.

Pessimo Milan per oltre un’ora, comunque. Inguardabile Niang – misteriosamente schierato da Allegri con El Shaarawy dirottato in panchina – sostituito nella ripresa da Pazzini, con successivo ingresso in campo del Faraone. La traversa piena colta da Balotelli, dopo il gol di Terzi, e l’espulsione di Ambrosini per doppio giallo nella ripresa, sembravano preconizzare il compiersi dell’infausto destino del povero Diavolo. Neppure l’espulsione di Terlizzi – che ha riportato le squadre 10 contro 10 – lo aveva rianimato. Poi, l’incredibile finale, il rigore concesso per una trattenuta di Felipe su Balotelli, trasformato da Supermario.

L’1-1 tuttavia non bastava a qualificare il Milan. Ha provveduto Mexes a sbancare il tavolo e a qualificare il Milan per la coppa che conta. Galliani, in tribuna, non credeva ai suoi occhi. L’arbitro Bergonzi ha faticato a tenere in pugno la gara, incattivita da falli e scorrettezze via via più aspre. Manca la controprova ma le ripetute stilettate pubbliche di Berlusconi ad Allegri non hanno certo aiutato la concentrazione dei giocatori. Allegri – che a Siena h schierato una formazione improbabile, senza El Shaarawy – sembrava condannato, sulla via di Roma, come vaticinato da Berlusconi. Chissà ora cosa farà il presidente, dopotutto Allegri l’impresa l’ha compiuta. Circola sempre il nome di Mazzarri, che ha detto addio al Napoli. Sempre che il tecnico toscano non vada lui a Roma..

Con una maiuscola prestazione l’Udinese sbanca il San Siro nerazzurro (5-2, gol di Pinzi, Domizzi, Juan Jesus, Di Natale, Gabriel Silva, Rocchi, Muriel) e guadagna con merito indiscutibile il passaporto per l’Europa League. Onore e gloria a Francesco Guidolin, un allenatore che è perfettamente padrone del mestiere suo. Resterà in Friuli nonostante le importanti sirene (Napoli, Roma) che vorrebbero attirarlo a sé. Lusingato, Guidolin terrà fede all’impegno con i Pozzo.

L’Europa sfugge alla Lazio, caduta addirittura al cospetto del Cagliari (gol partita di Dessena al “Rocco” di Trieste). Per rientrare dalla finestra non resta ai ragazzi di Petkovic che battere la Roma nella finale di Coppa Italia, obiettivo condiviso dai cugini che hanno chiuso in campionato battendo il Napoli (2-1) con un gran bel gol di Marquinho, un centro di Destro e una rete di Cavani che arriva a 29 e vince la classifica dei cannonieri. E hanno scavalcato in classifica i rivali cittadini. Il derby di Coppa sarà un duello all’ok corral. E i tifosi romani stiano buoni, per favore.

Ininfluenti ai fini della classifica le altre sfide. Il Parma ha strapazzato a domicilio (3-1, gol di Gobbi, Valdes, Belfodil, Miccoli che ha salutato il pubblico rosanero) il Palermo già sceso in serie B. Zamparini traccheggia ma farebbe bene a confermare Sannino, resistendo alla tentazione dell’ennesimo ribaltone in panchina. Sannino che con Delneri e Torrente è in ballottaggio per la panchina del Genoa (0-0 a Bologna) che Preziosi vuole liberare da Ballardini che pure ha condotto in salvo una squadra scombinata e divisa nello spogliatoio.

I tifosi vogliono, anzi pretendono la conferma del silenzioso “Balla” (già liquidato da Preziosi due anni fa per fare posto a Malesani), purtroppo il presidente è abituato a fare di testa sua e probabilmente ancora una volta sbaglierà bersaglio in proprio. Il Genoa si è salvato con l’affanno, ma si è salvato. E Preziosi medita l’ennesima rivoluzione. Come Zamparini, Preziosi non ama le mezze misure. O tutto o niente. Atalanta e Chievo hanno confezionato un gustoso pareggio (2-2, gol di Stendardo, Giorgi, doppietta di Thereau, che andrà a Firenze), Colantuono ha la conferma in tasca, Corini è in bilico, prima di firmare il prolungamento del contratto vuole capire i programmi della società. Il Catania ha concluso in gloria il suo formidabile campionato, pareggiando all’olimpico granata con gol di Almiron e Bergessio, Cerci Rolando Bianchi che si appresta a salutare il Toro.. L’ottavo posto, davanti all’Inter terremotata da infortuni ed errori, e inchiodata ad un umiliante nono posto, è veramente qualcosa di clamoroso. Ah, l’Inter. Stramaccioni era stato confermato da Moratti, ma il disastroso finale e la disastrosa debacle contro l’Udinese, rischiano di far riconsiderare al presidente il problema allenatore. Mazzarri lascerà Napoli e se a Roma approdasse Allegri, ecco che l’Inter diverrebbe una destinazione possibile per il tecnico di San Vincenzo.

 

 

Postilla sugli arbitri. Devo fare pubblica ammissione di colpa, in Milan-Roma avevo definito “perfetto”l’arbitraggio di Rocchi. Purtroppo mi era sfuggito una entrata fallosa in area di Zapata su Lamela che si sarebbe dovuta sanzionare con un calcio di rigore. Il fallo è sfuggito anche all’arbitro Rocchi e pure, incredibilmente, al suo collega, l’arbitro di porta, Giannoccaro che era a cinque metri dall’azione. Errore inescusabile, Giannoccaro non poteva non vedere, aveva la visuale completamente libera. Altrettanto è accaduto all’arbitro Bergonzi, in Siena-Milan. A pochi metri dall’azione, ha ignorato una plateale trattenuta per la maglia da parte di Ambrosini. Inescusabile pure lui.

 

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