Serie A. Derby Roma, una stagione in 90′. Giri di allenatori, Europa League ancora aperta

Serie A. Derby Roma, una stagione in 90'. Giri di allenatori, Europa League ancora aperta
Giocatori della Roma festeggiano alla fine del derby (Ansa)

ROMA – Coltellate prima del match, feriti due fans romanisti, poi scontri con la polizia che usa le maniere forti. Triste e non inatteso bilancio del derby di Roma. In mezzo, un nel po’ di calcio. Vince la Roma e col secondo posto messo in banca salva la qualificazione diretta alla Champions e la stagione. La Lazio gioca meglio ma subisce due uppercut e crolla al tappeto. Bella gara, tirata, giocata senza calcoli (il pari avrebbe accontentato tutti), che ci consegna un finale di campionato col pepe nella coda. Se perde a Napoli, l’Aquila biancazzurra è fuori dai preliminari di Champions e Lotito vicino alla crisi di nervi. Tutta una stagione in 90’. Bello.

Benitez potrebbe lasciare a Mihajlovic una panchina prestigiosa e già nell’aristocrazia europea. A proposito di allenatori. Si preannunciano giri vorticosi. Montella prende le distanze da Firenze (ma ha ancora due anni di contrato con la Viola) e per lui si parla del Milan che tenta l’aggancio (disperato) ad Ancelotti, silurato poco signorilmente dal Real Madrid. Carlo farà un anno sabbatico eppure Berlusconi non si arrende e ha mandato Galliani in avanscoperta. Speranze al lumicino. In riserva ci sono lo spagnolo Emery e il ct azzurro Conte. Montella è di rincalzo. Se lascia Firenze, per la Viola c’è Di Francesco che piace anche alla Sampdoria che proverà a tentare Montella e non perde di vista Sarri e Donadoni, nonché Zenga. Confermati Mancini e Pioli (ci mancherebbe), resta in bilico Garcia che ha rotto con diversi senatori della squadra. Il secondo posto lo rafforza, ma non si sa mai. La Roma è il solito calderone ribollente.

Ancora aperta la vicenda Europa League. Dentro Napoli (o Lazio), Fiorentina e, in teoria Genoa, si attende il verdetto del Coni sul ricorso presentato dal Grifone, cui è stata negata la licenza Uefa. La Sampdoria, settima in classifica e prima interessata al ripescaggio (purché raccatti almeno un punto nel match casalingo col Parma) non presenterà controricorso in caso di accoglimento del ricorso genoano e si fa strada il sospetto che Ferrero, fair play a parte (giusto non accendere pericolosi falò tra le due tifoserie), non muoia dalla voglia di partecipare alle competizioni europee.

A Genova le voci si intrecciano e il finale si annuncia palpitante. Comunque vada a finire Genoa e Sampdoria hanno disputato un torneo eccellente, meglio la Sampdoria nell’andata, più efficace e spettacolare il Genoa nel ritorno. La Doria ha pagato le mosse (avventate) del calciomercato di gennaio (Via Gabbiadini, dentro il fantasma di Muriel e un Eto’o ormai agli sgoccioli) e le voci continue sul futuro di Mihajlovic. Gasperini ha realizzato il suo capolavoro riassemblando in corsa con Niang, Borriello, Pavoletti, Tino Costa, una squadra persino migliore di quella costruita in estate con Matri, Pinilla e Sturaro. Ora Preziosi dovrà fare ammenda se il Genoa resterà fuori dalle coppe ma soprattutto evitare di smantellare un gioiellino che ha funzionato come un orologio svizzero. Stesso problema grosso modo ha Ferrero che deve ripartire dal tanto di buono che ha costruito in estate e azzeccare il nome dell’erede di Mihajlovic. Il resto ormai è fuffa. L’Inter ha perso nel Marassi rossoblù quasi tutte le chances europee. Ha rischiato di vincere ma ha fatto karakiri in difesa e il Grifone si è involato. Deve battere l’Empoli a San Siro (mica facile) e sperare che la Sampdoria inciampi contro il Parma. In caso di arrivo a pari punti con i blucerchiati passerebbe il Biscione, sempre che il Genoa restasse al palo. In coda è già tutto deciso. Scendono in B Cagliari, Cesena e Parma (se riuscirà ad evitare il fallimento). Auguri a tutti e domani è un altro giorno.

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