Serie A, il punto: Juventus domina. E intanto i teppisti rovinano il campionato

(foto Lapresse)
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ROMA – Avrei voluto aprire questa mia conversazione con i lettori rendendo degno omaggio a Madama la Juventus, ormai più che virtualmente avviata a fregiarsi del quarto titolo consecutivo,. Purtroppo non posso esimermi da dedicare qualche riga indignata alle vicende della delinquenza applicata al calcio, che riguardano Roma, Varese e Cagliari, o meglio alcuni gruppi di teppisti che si richiamano ai colori di queste tre società. Nella quieta Varese, alcuni incursori hanno devastato porte e panchine dello stadio Ossola, costringendo a rinviare Varese-Avellino. A Cagliari un commando di delinquenti ha fatto incursione nel ritiro della squadra prendendo a schiaffi alcuni giocatori rei – sembra – di indulgere alla dolce vita. A Roma infuria da giorni la guera fra il presidente Pallotta e un gruppuscolo di facinorosi 8mnon più di duecento individui) che non hanno gradito (eufemismo) il pubblico impegno del numero 1 contro la violenza. E lo minacciano esponendo (ancora!) striscioni oltraggiosi che la polizia tollera non si capisce perché. Vogliamo continuare a fare finta di niente? Tavecchio e Beretta non hanno saputo fare di meglio che ipotizzare il divieto di esporre gli striscioni allo stadio (solo quelli oltraggiosi? Ma non è già così?) mentre i colleghi presidenti di Pallotta, con rare eccezioni, si sono limitati alla solita solidarietà a parole. Rendo omaggio a James Pallotta, americano de Roma, l’unico fra tanti ignavi presidenti del calcio nostrano che ha avuto il coraggio, starei per aggiungere “civile”, di denunciare la malapianta degli pseudotifosi (“fucking idioits”, fottuti idioti, li ha chiamati) che hanno esposto striscioni oltraggiosi contro la mamma di Ciro Esposito, il tifoso napoletano rimasto ucciso negli scontri a margine della finale di Coppa italia 2014.

Torno al calcio giocato. La Juventus ha macinato la Lazio segnando in tutta evidenza l’abisso che la separa dalle seconde. La Lazio aveva vinto le ultime 8 partite ma a Torino non è mai stata competitiva. Se Marotta sacrifica Pogba (alle cifre che si leggono deve farlo) allestirà uno squadrone. Intanto Madama si gioca anche la Champions, ma occhio al Monaco che ha rivelato di non essere un ossetto facilmente rosicchiabile.

La Roma non ha approfittato dell’inciampo biancazzurro per rifare il sorpasso sui cugini. 1-1 all’Olimpico sull’Atalanta segnala che l’annata è spaccata. Caragrazia se alla fine la Lupa si mangerà l’Aquila. I preliminari di Champions sono una polpetta avvelenata. Alle loro spalle svetta il Napoli, che in Europa ha trovato la ricetta per corroborarsi anche in campionato. Ingiudicabile il 3-0 di Cagliari (la squadra di Zeman è cotta, di testa prima che di gambe) e domenica sera la sfida al San Paolo contro la Sampdoria dirà tutta la verità sul Ciuccio (che giovedì sbrigherà facilmente la pratica Wolfsburg) e sul futuro di Benitez. Mihajlovic è pronto a subentrare, la Sampdoria segue Paulo Sousa, conducator del brillante Basilea, capolista del campionato svizzero.

Caduto a Palermo, il Genoa si ritrova addosso il Torino cui va stretto il pareggio di Reggio col Sassuolo. Inter e Milan hanno certificato la rispettiva mediocrità in uno dei derby più insipidi della storia, ravvivato però dal bel finale nerazzurro che ha portato la Beneamata a sfiorare la vittoria. Mancini lamenta un rigore negato, e purtroppo nel caos regolamentare sul fallo di mano (punibile solo se è volontario, ma anche se le braccia assumono una conformazione troppo ampia rispetto al cropo e se l’azione è suscettibile di portare ad un’occasione da gol, insomma una vera scemenza) tutti hanno torto e tutti hanno ragione. In generale a me sembra che Banti abbia diretto bene, comprese le occasioni dei due gol annullati.

In fondo all’imbuto rialza la testa il Cesena che ha imposto lo 0-o casalingo ad una Sampdoria troppo spregiudicata (quattro punte sono un azzardo), che può lamentare ile tante occasioni da gol sprecate o sventate dalla difesa romagnola e un rigore negato dall’arbitro Giacomelli. Il Verona si è messo virtualmente in salvo espugnando al 90’ il Franchi e tagliando al gambe ad una Fiorentina con la testa già al ritorno contro la Dinamo Kiev. Montella si è affidato ad un turnover troppo massiccio e ha pagato dazio. Il Parma continua ad onorare la maglia (2-2 ad Empoli, una mezza impresa). L’Udinese arranca e rimedia un punticino che salva la panchina di Stramaccioni sul difficile campo del Chievo. Zona Europa e salvezza è quel che ci è rimasto. Accontentiamoci.  

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