Serie A. Juve spreca il matchpoint, Napoli “vede” Roma. Crollo Lazio e Samp

Serie A. Juve spreca il matchpoint, Napoli "vede" Roma.  Crollo Lazio e Samp
Serie A. Juve spreca il matchpoint, Napoli “vede” Roma. Crollo Lazio e Samp

ROMA –  La Juventus ha sprecato l’occasione di allungare a nove punti il margine di vantaggio sulla Roma e tuttavia il pari di Udine è per gran parte merito dei ragazzi di Stamaccioni, che hanno imbrigliato gli estri di Madama e pure sfiorato la vittoria. Ma va bene così, altrimenti sai che noia di qui alla fine…

E’ ufficialmente riaperta la caccia al secondo posto e il Napoli (terza vittoria di fila) è il candidato principale ad acchiappare e superare la Roma. Quattro punti di distacco con 17 partite da giocare sono una miseria, ma è principalmente il differente stato di salute delle due squadre a suggerire che la partita è aperta. La Roma è sempre più sbiadita, ha perso per un mese e mezzo Iturbe, Gervinho è sulla strada del ritorno dall’Africa, ma la cessione di Destro rimane un mistero. Doumbia è tutto da scoprire in Italia, Ibarbo difficilmente sarà determinante e insomma la creatura bella e sfacciata che Garcia aveva messo su non esiste più. Tanta manna il pareggio interno coll’Empoli, colto in rimonta con tanto di aiutini e aiutoni vari dell’arbitro Russo. Ignorati la plateale gomitata da rigore di Yanga-Mbiwa su Pucciarelli e il pugno in faccia di Pjanic a Ruis, sfuggito a quanto pare anche alle telecamere e dunque non sanzionabile con la prova tv. Strano, eh?

Dell’ambaradan in testa si è giovato il Napoli che Benitez ha rimodellato schierando Gabbiadini e Mertens sulle fasce in appoggio a Higuain. Faticata la vittoria di Verona contro il Chievo, ma intanto nell’arco partenopeo c’è una freccia in più, appunto Gabbiadini che la Sampdoria non finirà mai di rimpiangere. Non dà mai spettacolo il Napoli ma di riffa o di raffa macina punti. Azzeccatissimo anche l’innesto di Strinic che garantisce equilibrio alla difesa e assistenza al centrocampo.

Fanno rumore i capitomboli in trasferta delle concorrenti del Napoli per il terzo posto. La Sampdoria in particolare è franata mestamente a Torino, sepolta addirittura da cinque gol. Mihalovic ci ha messo del suo, schierando un improbabile tridente con Bergessio (dato in partenza verso la Lazio) schierato addirittura in fascia (un pesce fuor d’acqua). Ma il tradimento lo ha perpetrato la squadra, snervata e molle come già le era capitata nello 0-3 di Roma contro la Lazio. Eto’o o no (il campione è entrato nel finale, sullo 0-3) giocando così (si fa per dire), la Sampdoria sarà fatalmente risucchiata al centro della classifica. Mihajlovic, furibondo, si è scusato con i tifosi e torchierà la squadra con allenamenti doppi per l’intera settimana. Le voci di mercato e gli exploit del Viperetta hanno di certo destabilizzato lo spogliatoio e comunque la squadra al momento si è indebolita, i nuovi infatti non si sono ancora visti in campo.

Anche la Lazio è inciampata, a Cesena, pagando forse le fatiche di coppa Italia. Sampdoria e Lazio a 34 punti ora sono sotto cinque punti al Napoli e devono guardarsi alle spalle. In ricorsa ci sono a 30 punti il Palermo, vittorioso sul Verona, il Sassuolo che ha abbattuto l’Inter, il Torino e l’Udinese a 28. Palermo e Sassuolo sono due realtà a tuttotondo, guidate da allenatori umili e pratici che non godono di grande stampa ma conoscono il proprio lavoro. Lavorassero su piazza più celebrate, sarebbero tutti i giorni sui giornali. Iachini ha convertito alla clemenza pure l’orco Zamparini, un mangia allenatori pentito. E Di Francesco è riuscito a convincere la società (ovvero il proprietario Giorgio Squinzi) a lasciargli Zaza fino a giugno e il bomber lo ha subito premiato segnando un gran col alla Beneamata: il 3-1 vendica lo 0-7 dell’andata.

La Fiorentina a 32 e il Genoa a 29 si sono divise i punti nello scontro diretto di Marassi, in un match asperrimo, contrassegnato dall’ennesima topica arbitrale. Il Grifone contesta la regolarità del gol del pareggio viola siglato da Gonzalo Rodriguez (fuorigioco di Babacar) e con lo strambo regolamento vigente le discussioni possono durare all’infinito. Ma il Genoa ha subito troppi torti ravvicinati per chiamare il capo e subire in silenzio. Difatti Preziosi e Gasperini hanno alzato la voce. Ma con quali esiti? Vedremo.

C’è poco da vedere invece in casa Inter, bastonata dal razzente Sassuolo di Di Francesco. Mancini insiste a spargere ottimismo: siamo fragili ma la strada giusta è questa. A sua parziale scusante invoco l’essere subentrato ad un treno in corsa sul punto di deragliare. La realtà però è che la sua Inter marcia a ritmo di retrocessione e i nuovi arrivi (e quelli che seguiranno) non sembrano la mano santa per guarirne i malanni. Rinunciare in partenza a Icardi è stato un bell’azzardo e non ha pagato. E a proposito di Maurito, brutta la scena degli insulti ai tifosi che gli avevano rispedito sul muso la maglia. Brutta in assoluto e per il segnale che manda all’esterno: l’Inter è di nuovo una polveriera pronta ad esplodere.
Il Milan si è accaparrato i tre punti contro il Parma che ha lottato e tenuto il risultato per un tempo per poi affondare sotto i missili di Menez (doppietta) e di Zaccardo. L’innesto di Destro non ha suscitato entusiasmi nel pubblico, scarso e alquanto deluso, e infine rinfrancato almeno dal risultato. Con un assetto meno sbarazzino, il Milan, con la dote di 29 punti come il Genoa, potrà dire la sua in zona Europa. Amche se gioco, finora, se n’è visto davvero poco. Gli arrivi di Destro, Antonelli, Bocchetti, Cerci e Suso ( e rforse di Paletta) tolgono qualsiasi alibi ad Inzaghi.

In coda boccata d’ossigeno per il Cesena che si avvicina a quattro punti da Cagliari (quart’ultimo) sconfitto a Bergamo nel recupero da un eurogol di Pinilla. Sta meglio appunto l’Atalanta che ha piegato il Cagliari. Scivola indietro il Chievoverona, battuto in casa dal Napoli. Tra queste squadre, più il Verona e l’Empoli andranno trovate le due che faranno compagnia al Parma nella mesta discesa in serie B.

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