ROMA – Vorrei parlare di calcio e invece mi tocca annotare la maxi retata che ha trascinato in carcere una quarantina di persone, altre decine risultano indagate, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa sportiva. Di nuovo scommesse clandestine nel calcio, dunque. Stavolta in Lega Pro e serie D. La percezione dell’illecito e della conseguente sanzione in Italia si rivela sempre più debole. La maxinchiesta sulle scommesse nel pallone che conta, condotta a Cremona dal pm di Martino, non ha scoraggiato altri presunti taroccatori. Tutto si può tentare, tutto si può scampare. E’ la dura legge dello sport. Alla rovescia.
Quanti gradini ancora dovrà scendere il nostro pallone prima di ritrovare una parvenza di dignità? Non dimentico l’exploit del presidente dei Dilettanti, tale Belloli, degno erede di Tavecchio (quello dei calciatori stranieri che mangiano le banane) issato al vertice del calcio nostrano nonostante quel colossale sfondrone. Belloli ha inveito durante una riunione contro quelle 4 lesbiche del calcio femminile. La frase sta nel verbale della riunione, ci sono testimoni che la confermano, i supervertici (Malagò, Tavecchio) scattano: “Se è così deve lasciare”, Belloli nega poi sminuisce (“se anche l’ho detto ci sono cose peggiori al mondo”) e resta al proprio posto. Hic manebo optime, sembra lo slogan dei maggiorenti della sfera che rotola. Alla faccia nostra, s’intende. Dimissioni subito, Belloli, e con tante scuse alla donne che praticano calcio e anche a quelle che lo guardano.
Vengo al calcio giocato, faccio per dire. La Juventus cannibale non ha risparmiato l’Inter che Mancini da mesi inutilmente prova a rianimare cercando di traghettarla, addirittura, in Europa. Viva la Juve che non fa sconti a nessuno e salva la faccia di un campionato che li arbitraggi ultimi stanno sfregiando. Si lamenta il Milan, battuto a Sassuolo, ma gli errori di Guida (e di Damato sul gol fantasma di Berardi, il primo) non influiscono sulla classifica. Come pure il penalty negato da Gervasoni all’Atalanta, distrutta alla distanza dal Genoa, oggi come oggi la squadra più in forma del campionato. Pesa invece il rigore non concesso da Cervellera al Cagliari, che scende in B (certo non per colpa di questo episodio).
Male anche Mazzoleni in Sampdoria-Lazio, non vede il doppio fallo su Viviano e De Silvestri nell’zione del gol-vittoria di Gentiletti. Piazzato in posizione ideale l’arbitro di porta, il triestino Giacomelli, non fa una piega e tace anche il collaboratore di linea. Un errore che indirizza il risultato e fa sbottare il presidente blucerchiato Ferrero, che non aveva mai alzato la voce anzi si era prodigato a difendere gli arbitri e la loro assoluta buonafede. E insomma viene da chiedersi a che servono una dozzina di paia di occhi in campo se sfuggono evidenze così solari. Tanto vale risparmiare il milione e mezzo che gli addizionali costano ogni stagione alla Federcalcio, vero Tavecchio? A Nicchi e Messina rinnovo l’appello.
Proteggano i loro ragazzi e facciano loro capire che un errore ai danni della Juve equivale ad un errore ai anni del Chievo. Perché gli arbitro sono uomini e vogliono fare carriera e sanno che se sbagliano contro una grande saranno crocifissi dai media – e qui cari colleghi dovremmo farci un esamino di coscienza tutti quanti – con infuriare di fondi indignati, moviole scatenate, interviste al cianuro. Se l’errore tiguarda una piccola, lo si segnala per dovere di cronaca e si passa oltre. Ecco perché una guida forte, protettiva, renderebbe gli arbitri più autorevoli e più giusti. Forse è tempo di cambiare i cavalli, visto che la carrozza resterà la stessa e pure in serpa non si annunciano novità a breve.
Non c’è molto altro da segnalare se non che – archiviate tristemente le retrocessioni di Cagliari, Cesena e Parma- la lotta per l’Europa, grande e piccola, resterà viva fino all’ultimo istante. Le romane nel derby (posticipato a lunedì, altra vittoria di Lotito. Strano…) si affronteranno in quello che assomiglia ad un giudizio di dio per occupare la seconda piazza che vale la Champions senza preliminari. Il Napoli insegue sotto di tre e quattro punti da Lazio e Roma e in teoria potrebbe agganciare un posto Champions. Ma credo che abbia dato tutto, Benitez saluterà e arriverà Mihajlovic che sta cercando di salvare la stagione della Sampdoria, che ha bisogno di non perdere (almeno) ad Empoli e di battere il Parma a Marassi per salire sul treno Europa League,. Sempre che l’Inter non batta il Genoa, ipotesi quasi fantascientifica considerata la differenza di status e di forma delle due squadre.
Povero Grifone, sta scalando la classifica, ha quasi in tasca il biglietto per l’Europa ma gli manca la licenza. Preziosi affetta rammarico ma sotto sotto è felice. Senza le coppe potrà fare mercato in uscita e raggranellare un bel po’ di milioni e rimettere in sesto il bilancio. Gasperini mastica amaro. E non è detto che alla fine non scelga il divorzio. Sarebbe davvero un peccato mortale. Lui e il Genoa sono fatti l’uno per l’altro.