ROMA – La buona notizia è che c’è pressoché l’intero girone di ritorno per risalire le posizioni in classifica. La brutta notizia è che in quel periodo Milan e Inter potrebbero pure precipitare, se non interverrà qualche sterzata decisiva. Le milanesi sono in caduta libera. Inzaghi questa sera contro la Lazio in Coppa Italia, si gioca gli ultimi spiccioli, se il Milan non passa il turno è pronto Tassotti, soluzione ponte verso un futuro che non c’è. Povero Diavolo, paga le tante scelte sbagliate degli ultimi anni e, indubbiamente, anche il braccino corto di Silvio Berlusconi che dopo trent’anni di prodigalità, ha ridimensionati i conti della società. Ma c’è anche altro. La società bicefala (il duo Galliani-Barbara è uno sfacelo) e le scommesse spericolate sugli allenatori (Seedorf, poi Inzaghi), una squadra costruita senza un progetto, zeppa di attaccanti esterni e carente di centrocampisti e difensori. Berlusconi nell’ultima visita pastorale a Milanello ha scandito: “Non cambierei la rosa del Milan con nessun altra in Italia”. Ottimo alibi per i calciatori che oggi pensano: “Se siano i migliori, la colpa è di qualcun altro”. Inzaghi si è incaponito in un 4-3-3 insulso. Perché non passa al 4—4-2 con due punte bene assortite (Menez-Pazzini), un rifinitore alle spalle (Bonaventura) e un centrocampo a quattro con, mettiamo, Cerci e Armero (o Abate) sugli esterni e Montolivo-De Jong in mezzo a fare legna? I tifosi sono sul piede di guerra, chiedono a Berlusconi la testa di Galliani, il bersaglio della contestazione già annunciata San Siro. Silvio ha smentito di voler vendere il club ma è noto che i figli, tutti tranne Barbara, sono ostili a proseguire l’avventura nel calcio. Nel guado si affonda e sarà bene che intervengano decisioni radicali.
Anche l’Inter annaspa. Nove punti in dieci gare il bilancio, miserello, di Roberto Mancini. Una squadra non si costruisce in poche settimane, tanto più cambiando manico in panchina. I nuovi (Podolski e Shaquiri) sono ottini giocatori ma non bastano a sovvertire le gerarchie., Brozovic è un centrocampi sperimentato, almeno la Beneamata ha ben chiari i punti di debolezza e lì lavora. Ma lasciamo stare per favore la Champions. Ci sono almeno quattro squadre meglio attrezzate dell’Inter per correre verso il terzo posto: Napoli, Lazio, Sampdoria e Fiorentina. Questo ha detto il girone di andata e bisogna pure prenderne atto.
Il Napoli si è aggrappato al terzo posto grazie ad un paio di aiutoni dell’arbitro Calvarese (gol in fuorigioco, rigore inesistente) che hanno condannato un bel Genoa alla sconfitta e fatto infuriare, con ragione, Gasperini. Di questo passo (avete presente gli arbitraggi in coppa Italia pro Milan, Roma, Fiorentina e Napoli) la credibilità, già bassa, del nostro calcio, finirà sottoterra., Ma che volete gliene importi al vertice pedatorio, tutto impegnato nei suo giochini di bottega? Il problema arbitrale va oltre i singoli episodi, la qualità media dei nostri fischietti è modesta, i condizionamenti evidenti. E gioca pure una percentuale di fatalità, il gol non visto a Genova pro-Palermo è l’ennesima conferma che le tecnologie non possono più restare fuori della porta, nell’era del digitale e dell’informazione diffusa. Persino Tavecchio se n’è infine convinto e dunque dalla prossima stagione vedremo ina zione l’occhio di falco sulla linea di porta per decretare (con minimi scari dii errore) il gol non gol. Costerà trecentomila euro a botta, ma forse non costano e parecchio (circa un milione e mezzo di euro) gli arbitri di porta che non vedono ciò che tutti vedono?
La lotta al vertice è ormai una convenzione. Pareggiando, in rimonta a Firenze, la Roma scivola a meno sette dalla Juve che si è sbarazzata del Chievo grazie alle prodezza di Paul Pogba, decisamente il miglior fico del bigoncio bianconero. La Roma bella e sfacciata non c’è più e Garcia dovrebbe fare un serio esame di coscienza. Le due batoste (a Torino nello scontro diretto e contro il Bayern in Champions) hanno destabilizzato l’ambiente e tolto certezze ai suoi giocatori. Ma anche lui ci ha messo del suo, Garcia si è italianizzato a alla velocità della luce, lamentandosi per settimane delle ingiustizie subite contro La Juve e offrendo con quella litania, ottimi alibi ai suoi. Pensi piuttosto allo scadimento di forma di gente come De Rossi, Pjanic, lo stesso Totti, (in ragione, è ovvio, dell’età) e provi a ridare smalto ad una squadra che arranca.
Zitta zitta l’uUdinese di Stramaccioni, vincendo a Empoli, ha superato in classifica Inter e Milan. E’ bravo, Strama e vedrete che siederà su una panchina importante la prossima stagione. In fondo si rianima il Cesena, con la vittoria di Parma, che scivola solitaria all’ultimo posto a dà l’addio a Cassano che ha rescisso il contratto e va sul mercato. Ormai i Ducali sono candidati alla B, ma quel che si vorrebbe capire è se la nuova proprietà dell’albanese Taci, esiste o è solo una allucinazione collettiva. Il Cagliari di Zola scavalca il Chievo al terz’ultimo posto L’effetto Zeman è ormai in archivio, l’umile Gianfranco ha cambiato faccia (e testa) ai suoi e la salvezza non è più una chimera.