Serie A: Milano torna a fare Milano, Roma invece…

Serie A: Milano torna a fare Milano, Roma invece...
Serie A: Milano torna a fare Milano, Roma invece…

ROMA – Allora aveva ragione il commissario anticorruzione Raffaele Cantone? Milano ha gli anticorpi, Roma non ce li ha. Traslando il giudizio sulle pelose calcistiche, ebbene sì. Milano è di nuovo un gran Milan, la Capitale morale – in senso molto alto – d’Italia. A Roma viceversa, il Cupolone crolla e lascia Roma e Lazio sotto un tappeto di macerie. Inter e Milan fanno il pieno e si rilanciano verso i rispettivi obiettivi. Roma e Lazio rinculano e tornano alle prese con antichi problemi, tecnici e non.

Leggete la classifica, adesso si può. Comandano Inter e Fiorentina, il Napoli dopo cinque vittorie filate, inciampa a Marassi contro la roccia Genoa. Il Milan sbanca l’Olimpico laziale, rigettando nella crisi l’Aquila biancoceleste. La Roma si fa infilzare a Milano da un’Inter mai bella ma terribilmente efficace (sesto 1-0 su undici gare) che Mancini sta plasmando senza concessioni allo spettacolo, sfruttando le qualità dei suoi: forza fisica, ateltismo e capacità di chiudersi e ripartire. La Roma deve piangere sui propri errori (di mira, soprattutto) e sull’essere perennemente in bilico fra euforia e prostrazione mentale.

Pure il Napoli dilapida a Marassi il capitale di palle-gol creato soprattutto nella ripresa, in più trova anche un Perin imbattibile e un’avversaria, il Genoa, che per tutro il primo tempo la tiene in risptto impedendogli di fare gioco con un pressing asfissiante. Ci sarebbe pure un rigore evidente non fischiato su Higuain e un campaccio – accusa Sarri – tutt’altro che scorrevole che danneggia chi è meglio dotato in fatto di tecnica. Ma la sostanza è quello che ho illustrato.

Insomma, un bel ribaltone lassù in cima. Lo scudetto salterà fuori dal mazzo composto da Inter-Roma e Napoli, con la Viola credibile outsider. Il Milan? il successo di Roma è oro allo stato puro, si è vista finalmente una squadra plausibile, Montolivo è montato in cattedra, e gli esterni, soprattutto Cerci, hanno dato respiro alla manovra d’attacco. Ma da lì a mettere il Diavolo nel poker delle migliori, ancora ne passa. Mihajlovic ha salvato la panca ma gli serviranno altre conferme per tornare nelle grazie del presidente Berlusconi.

La Juventus agguanta per le corna il derby con un golletto di Cuadrado allo spirare dell’incontro dopo aver subito la rimonta del Toro scatenato al gol, molto bello, di possesso, di un Pogba di nuovo in grande spolvero. Un bel segnale per Madama ma il terzo posto, ora come ora, appare impresa assai ardua. Non s’è ancora accesa la scintilla, i ragazzi di Allegri, alla vigilia insolitamente polemico e nervoso, quasi un Mourinho in salsa italica, non hanno ancora ritrovato gli occhi della tigre.

Tutto il resto non è noia. Per il Bologna, passato nelle sagge mani di Donadoni, si apre un’era nuova. Il tre a zero all’Atalanta con questi chiari di luna è un’impresa. Riecco al gol Destro, chi ha imparato ad andare in bicicletta non lo dimentica più. Si tratta soltanto di offrirgli il mezzo giusto per non sfracellarsi nel burrone. Pari della paura fra Carpi e Verona, serve poco ad entrambe ma mantiene in vita Sannino e Mandorlini, per quanto tempo non so. Udinese e Sassuolo non riescono a farsi male a vicenda.

Nei due posticipi la Sampdoria a Verona contro il Chievo ha interrotto la serie nera in trasferta ma l’1-1 (Eder nono gol, sempre più capocannoniere) conferma che la squadra lontano da Genova si smarrisce. Un gol di Saponara su punizione inguaia il Palermo. Ora la panchina di Iachini è davvero appesa ad un filo. Conoscendo Zamparini, direi che l’esonero è l’opzione numero 1.

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