Serie A: Roma padrona. Scudetto: Napoli-Inter sì, Lazio…

Serie A: Roma padrona. Scudetto: Napoli-Inter sì, Lazio...
Salah esulta dopo il gol in Fiorentina-Roma (foto Ansa)

ROMA – Roma Capoccia. Roma padrona e stavolta parliamo di calcio. La Roma di Garcia sbanca Firenze e in classifica si prende il primo posto in solitaria. La Lazio (3-0 al torino) aggancia il treno delle seconde (Inter, Fiorentina e Napoli) e insomma il campionato senza padrone si annuncia finalmente incerto e appassionante. Ad occhio, stando così le cose – ma col mercato di gennaio le gerarchie potrebbero cambiare – Roma e Napoli mi sembrano le più attrezzate, con l’Inter appena un gradino sotto ma in grado di recuperare il gap attuale. Lazio e Fiorentina faranno comunque una grande stagione ma alla corsa al titolo francamente mi riesce difficile iscriverle.

Se troverà un centrale di difesa all’altezza (quel Rudiger non mi convince e di Castan si sono prese le tracce) la Roma è la più ricca di talento del mazzo. Atenti al Napoli, la cura Sarri è andata a segno e Higuain (settimo gol a Verona) autorizza qualunque sogno. L’Inter una squadra pesante, in tutti i sensi. Le manca un po’ di fosforo in mezzo al campo. Troppi corridori e Kondogbia per ora non è il giocatore che ci si attendeva. Mancini sa come si lavora e vedrete che anche l’Inter entrerà nella terna-scudetto.

Intanto si rivedono Juventus e Milan. Madama in bianconero liquida l’Atalanta con un perentorio uno-due firmato Dybala e Mandzukic. Sarò vero che il ragazzino venuto da Palermo deve crescere (Allegri dixit) ma quando gioca mette sempre lo zampino in qualcosa di importante. Non sarà (ancora) Tevez ma ha talento purissimo e una sfrontatezza da veterano. Difficile si presenta la rimonta per la Juve attardata nel centro della classifica, eppure con 29 giornate davanti nulla è definitivamente pregiudicato. la Vecchia Signora conosce le arti per tornare regina. E se punterà sulla Champions, beh allora proverà a finire nelle prime tre.

Un gol di Luiz Adriano, subentrato nel finale, salva la panca bollente di Mihajlovic, nella conca ribollente di malumori di San Siro, zeppa di fischi e di messaggi ultimativi indirizzati al presidente Berlusconi, presente in tribuna col viso dell’arme. La sostanza è: “via Galliani e Mihajlovic sei anche tu colpevole”. Brutto Milan per 75′, nonostante il grazioso omaggio di Rocchi che decreta il rigore con espulsione di Consigli, nonostante non ci sia stato contatto fra il portiere e Bacca, né tantomeno l’intenzione dell’estremo difensore di abbattere l’attaccante. Il tiro dagli undici metri ci può stare, visto che l’intervento di Consigli sbilancia il centravanti, impedendogli di calciare in porta il pallone. L’espulsione assolutamente no. In dieci uomini lo sfacciato Sassuolo che in avvio aveva spaventato il povero Diavolo non si perde d’animo, recupera il risultato con una “perla” di Berardi su calcio franco ma nel finale paga la fatica e cala vistosamente. Pagando dazio.

Il problema del Milan non l’allenatore, ma la pochezza disarmante del centrocampo e le incertezze vistose della difesa. Con Bertolacci per Kucka nei tre di mezzo le cose migliorano un po’ ma ci vorrà ben altro per competere con le prime della classe. L’ho già scritto e ribadisco. Fossi al posto di Mihajlovic sceglierei il 4-4-2, ma papà (Berlusconi) non vuole e dunque avanti col tridente che fatica ad infilzare il toro di turno.

Anche l’Inter che pure è meglio attrezzata dei cugini rossoneri stenta a decollare. Il pari di Palermo segnala la scarsa fantasia e il fraseggio incompleto dei suoi tanti mediani. Anche alla Beneamata manca il faro che detti i tempi della manovra e se il gioco non trova sfoghi al largo, vengono meno le munizioni per l’ariete Icardi, immiserito a traccheggiare in balia dei difensori avversari.

In fondo al burrone annaspano Carpi e Verona. Gli emiliani, battuti in rimonta dal Bologna (Delio Rossi salva la panchina, ma fino a quando?) cedono in extremis per via dell’inferiorità numerica (espulso Lollo sul finale del primo tempo). La squadra ha poche risorse tecniche e così com’è sembra candidata a tornare da dove è venuta. Anche il Verona è seriamente indiziato di una fatale caduta. A Marassi contro la solita Sampdoria razzente in versione casalinga (13 punti conquistati su 15), l’Hellas frana senza attenuanti, spacciata fin dal primo tempo dai gol di Muriel, Zukhanovic e Soriano. Nella ripresa Eder completa la quarterna, segnalando l’incredibile metamorfosi della sua squadra: un pulcino bagnato lontano da Marassi (un solo punto in quattro gare). Con l’Empoli, di nuovo in casa, giovedì sera, la controprova. L’altra genovese si complica vita e classifica perdendo secco ad Empoli. Vale anche per il Genoa il dilemma blucerchiato. Perché tanta forbice di rendimento fra match casalinghi e in trasferta? Ah saperlo…

Esce fuori dal calderone degli ultimi l’Udinese capace di domare un Frosinone comunque sempre tosto e determinato. Situazione molto fluida in coda. Si va dai 10 punti di Genoa ed Empoli ai 5 di Carpi e Verona, passando per i 6 del Bologna e i 7 del Frosinone.

Postilla sugli arbitri. Non male complessivamente la giornata dei fischietti. Il Chievio reclama giustamente un rigore negato (braccio di Higuain) che a norma del vigente (folle) regolamento doveva essere concesso. Massa non vede e non provvede. A Milano Rocchi perdona il plateale “vaffan…” che gli indirizza il milanista Abate, mentre a Firenze Orsato punisce con l’espulsione un piccolo gesto di protesta di Salah, appena ammonito. Mettiamoci d’accordo, signori arbitri. E voi, calciatori, piantatela di protestare e di piangere anche per un semplice fallo laterale capovolto. Guardatevi le partite di Premier League inglesi. Il codice dovrebbe essere quello. Per tutti. Per chi fischia e per chi gioca.

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