68mila “assunzioni” il 25 maggio: le elezioni comunali

comunaliROMA – Europee sì, ma non solo. In palio il prossimo 25 maggio non ci sono solo gli equilibri della politica italiana ma, molto più concretamente, quasi 68mila poltrone tra quelle di sindaci, assessori e consiglieri comunali. Insieme al voto per il rinnovo dell’Europarlamento in Italia si voterà infatti anche per le amministrative con 4.106 comuni interessati, il 50.7% del totale.

Beppe Grillo ha promesso che, se il suo Movimento vincerà, chiederà al Presidente Giorgio Napolitano di farsi da parte e la possibilità di formare lui un nuovo esecutivo. L’attuale premier invece, Matteo Renzi, conta come i suoi alleati di trovare nelle urne una conferma del suo consenso e un conseguente stimolo ad andare avanti con le riforme promesse e talvolta iniziate. Silvio Berlusconi, tra una visita al centro anziani dove svolge il suo servizio sociale e una polemica con i magistrati, cerca di far risalire le quotazioni della rinata Forza Italia. Tutti concentrati, come gli italiani, sull’appuntamento continentale. Ma se il rinnovo del Parlamento di Bruxelles e Strasburgo (ha due sedi) è senza dubbio l’appuntamento politicamente più significativo, in Italia si gioca una partita almeno numericamente persino più importante: quella delle elezioni amministrative.

Il prossimo 25 maggio saranno chiamati infatti al voto più della metà dei comuni italiani, il 50.7% per l’esattezza. E con questi “ballano” la bellezza di 67mila 754 poltrone, da quelle più ambite di sindaco a quelle di assessore, per finire con quelle di consigliere comunale.

E scomparse le province per cui, grazie all’ultima riforma non si voterà, per i comuni ci sono delle importanti novità: prima fra tutte il moltiplicarsi delle poltrone. Con la recente riforma Delrio, quella che ha appunto mandato in soffitta le vecchie provincie, si è cancellata la riduzione di giunte e consigli prevista ed introdotta con la manovra bis del 2011. Una moltiplicazione che porta le poltrone in palio a quasi 68mila seppur, va detto, a costo zero. La riforma Delrio prevede infatti che gettoni ed indennità vadano ricalcolati per assicurare l’invarianza di gettito.

Meno pagate dunque rispetto al passato ma comunque ambite le poltrone in palio. Ambite e con più concorrenza perché, tra le novità, anche l’introduzione di una nuova versione delle quote rose. Quelle quote rosa che a livello nazionale non hanno sfondato ma che hanno, al contrario, trovato forma di legge nelle elezioni amministrative. Ancora la riforma Delrio prevede infatti che nelle giunte dei comuni con più di 3mila abitanti nessun genere possa occupare più del 60% dei posti mentre, nei consigli, la parola spetta agli elettori in forza delle preferenze ma, anche in questo caso, la legge stabilisce dei limiti che si traducono nell’obbligo di avere nelle liste un tetto pari ai 2/3 che nessun genere può superare.

Le partite più importanti si giocheranno il prossimo 25 maggio a Firenze, dove proprio Renzi ha lasciato vacante la poltrona di sindaco, a Bari con l’uscente Michele Emiliano e a Padova, tre città dove il Pd cercherà di riconfermare il suo predominio. Mentre sarà Prato l’unico comune “importante” dove il centro destra cercherà la riconferma per il sindaco uscente Roberto Cenni.

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