All’Italia sta finendo l’acqua: sordi e ciechi davanti alla siccità

Siccità al Nord: il Piave in secca (Lapresse)

ROMA – “I mesi invernali si sono già distinti per una carenza idrica notevole che proietterà effetti negativi nel prossimo futuro, probabilmente sull’intera annata”, parole di Massimiliano Pasqui dell’Istituto di biometeorologia del Cnr al Corriere della Sera. Negli ultimi 12 mesi, da aprile 2011 a marzo 2012, sono caduti soli 321,4 mm, minimo storico sul periodo citato, lo scrive il Resto del Carlino. “Il deficit idrico accumulato è già pesante – conferma Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana a La Nazione – se entro 15 giorni non piove la produzione di grano rischia di venire compromessa seriamente”.

Le precipitazioni, sottolinea il climatologo Giampiero Maracchi ai microfoni di Tgcom24, “non sono state sufficienti a riempire pozzi, fiumi e invasi. D’ora in poi, anche se dovesse piovere normalmente, l’acqua caduta non si accumulerà perché l’evaporazione la disperderà”. Per la serie non dite che non vi avevamo avvertito, la siccità è già nata e vive insieme a noi in questa primavera. Porterà  gravi problemi per l’agricoltura (con conseguente aumento dei prezzi) e forse anche razionamento in alcune zone del paese. Lo sostengono gli esperti, lo suggeriscono il cielo terso e il clima mite, e lo confermano le preghiere chieste dal cardinal Betori.

Se ne parla, come testimoniano le frasi appena riportate, ma non gli si da tanto peso. In fondo è una caratteristica italiana e non solo quella di non vedere i problemi finché non ci si sbatte contro. E la siccità prossima ventura sembra adattarsi a pennello a questa mala abitudine. Dati, registrazioni, previsioni, commenti, analisi… tutto e tutti concordano nel prevedere un’estate, almeno, con poca o niente acqua. Certo l’acqua per lavarsi i denti e quella da bere non mancheranno, non si parla di questo tipo di siccità. Ma di quella che lascia assetati i campi e distrugge le colture, con conseguente aumento dei prodotti dell’ortofrutta. Ma anche di quella siccità che in alcune zone può portare persino a razionamenti dell’acqua da bere e per lavarsi. E’ già successo e può risuccedere, ma gli allarmi fin qui lanciati sembrano aver poco appeal presso l’opinione pubblica.

Dicembre 2011 e gennaio 2012 sono stati mesi molto meno piovosi del normale. Febbraio ha portato un po’ d’acqua, ma solo in alcune zone e comunque febbraio è per tradizione climatica un mese secco che non garantisce contributi. Marzo, Aprile e Maggio dovrebbero, di contro, portare molta acqua. Ma marzo, specie al centro nord, è stato anche lui un mese secco. “Anche se aprile e maggio fossero normalmente piovosi la crisi idrica segnerebbe comunque il territorio perché non basterebbe per ripristinare una normalità – dice ancora Pasqui – La prossima settimana è nelle previsioni con pioggia e questo porterà un po’ di refrigerio ai campi e ai boschi, ma sarà insufficiente”. E continua: “Per misurare la siccità meteorologica usiamo tre riferimenti. Se non piove per tre mesi abbiamo una crisi superficiale che colpisce l’agricoltura e i boschi. Oltre i tre mesi e fino ai nove la crisi altera le falde superficiali e i corsi d’acqua; dai nove a 12 mesi si incide negativamente sulle falde più profonde creando problemi seri. Ecco, ora ci troviamo nella seconda fase di crisi intensa che riduce pure l’acqua dei pozzi”.

Gli agricoltori e la Coldiretti, per ovvie ragioni, sembrano più sensibili all’argomento. E già circolano stime di possibili danni: secondo Coldiretti saremmo di fronte ad una mancata produzione per 60 milioni di euro, solo in Toscana, la regione oggi più assetata. “Siamo preoccupati – dice Marcelli di Coldiretti – anche per mais, girasole ed orzo: abbiamo ancora alcune settimane per affrontare il nodo della semina. La situazione non è facile ed anche i prezzi potrebbe risentirne”.

Le cause di queste scarse precipitazioni, ormai si può dire come al solito, almeno secondo Maracchi, è il cambiamento climatico “che ha provocato uno spostamento della traiettoria delle masse d’aria. Le perturbazioni si sono spostate sul nord Europa ad alte latitudini a causa della cella tropicale di Hadley, un’area di alta pressione che si è spinta più a settentrione”. Secondo il climatologo negli ultimi 10 anni questa situazione si è verificata ogni 2-3 anni circa, ma questa volta sembra essere persino peggio che negli anni scorsi.

Talmente peggio che il cardinal Betori ha sentito la necessità non solo d’invitare i fedeli a pregare perché piova, ma anche a parlare di un problema che “non riguarda soltanto i nostri fiumi, i nostri laghi e le nostre campagne o le nostre dispense, ma mette in discussione anche il nostro stile di vita”.

La siccità è quindi scritta, predetta e annunciata ma noi, come sempre, ci accorgeremo della mancanza d’acqua solo quando la realtà ce la sbatterà in faccia, e ancora una volta si parlerà di un’emergenza che coglie tutti di sorpresa.

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