Grillo attivisti: astenuti 60%. Comunali: astenuti 50%. M5S welcome to Italy

Beppe Grillo durante un suo show
Beppe Grillo durante un suo show (foto Ansa)

ROMA – Poco meno di 50 mila gli aventi diritto al voto e poco più di 19 mila i votanti effettivi. Con un tasso di astensione che si aggira attorno al 60%, ben oltre i numeri record registrati alle ultime amministrative. Sono le cifre della votazione on line sulla questione Gambaro, espulsione no espulsione sì. M5S benvenuto nel sistema.

Per la cronaca la cittadina dissidente è stata espulsa. Gli attivisti hanno votato e hanno scelto al 65% per l’allontanamento dell’ormai ex grillina. Circa 13 mila i voti per la sua espulsione e poco più di 6 mila quelli che invece l’avrebbero tenuta. Meno di 20 mila quindi i votanti a fronte di quasi 50 aventi diritto dove, nel M5S, sono gli aventi diritto al voto gli attivisti registrati con tanto di  documento entro il settembre 2012.

Il dato rilevante non è però il risultato della consultazione, ma i numeri della partecipazione. Numeri che certificano un astensione record, infinitamente più alta di quella registrata alla politiche e sensibilmente più alta di quella delle amministrative. E questo nonostante acquisire il diritto al voto all’interno del MoVimento sia tutt’altro che semplice. Bisogna essere infatti grillini della prima ora, cioè essere registrati da quasi un anno e, per di più, bisogna aver allegato alla registrazione tanto di documento digitalizzato.

Passaggi, e relative complicazioni, che fanno degli aventi diritto al voto grillino dei cittadini che si suppone assai motivati a dire la loro eppure, più di uno su due di questi cittadini, non ha votato. E non lo ha fatto nonostante bastasse accendere il computer, niente file ai seggi, niente parcheggio da trovare né tessere elettorali da timbrare.

Sfiducia, stanchezza, distanza? Le motivazioni che possono aver trasformato quello che sino a ieri era un’appassionato rivoluzionario digitale in uno stanco elettore qualsiasi sono probabilmente le stesse che hanno spinto i romani a disertare le ultime elezioni per il Campidoglio e, più in generale, le stesse che allontanano tutti gli elettori dalle urne.

L’astensione grillina ha però in se qualcosa di più, e non è solo la percentuale record di astenuti, il 60%, quanto piuttosto il verificarsi nei confronti di quel movimento che la distanza tra politica e cittadini voleva colmare. Sull’onda della diversità, dell’esser diversi e dell’essere cittadini prestati alla politica, Grillo e il MoVimento 5 Stelle hanno costruito la loro fortuna ed il loro successo elettorale. Ma sono bastati pochi mesi da “professionisti” della politica che gli stessi attivisti si sono ora allontanati dai loro rappresentanti. Dato che è, in un certo modo, un record.

All’indomani delle elezioni romane, l’ormai ex sindaco Gianni Alemanno, disse che l’astensione era un fenomeno di cui si doveva tener conto. Altri dissero che era persino un bene un tasso di astenuti attorno al 50%. E Grillo che dice? Sapere quello che pensa sul tema il Capo è infatti, o almeno sarebbe, molto interessante. Specie in un movimento che ha fatto della rappresentanza, del ricorso ai cittadini e al loro volere, del sottoporre qualsiasi cosa al popolo il suo marchio di fabbrica. Idea anche affascinante se ben declinata. Ma se il popolo sono 20 mila persone, e gli stessi iscritti al 60% pensano che la fatica di accendere il computer per votare non valga la candela, forse è lo stesso marchio di fabbrica ad aver qualche difetto.

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