Berlusconi: la sua lettera Imu pagata dallo Stato. Due milioni da restituire

MILANO – Senza voler sembrare venali, caro Presidente, almeno i 2 milioncini e passa di euro che abbiamo pagato noi perché Lei potesse spedirci le sue lettere con la promessa del rimborso Imu, ce li potrebbe restituire? Tirarli fuori di tasca sua, almeno quelli? Sappiamo che le sue condizioni di salute al momento non sono delle migliori, una pressione alle stelle tra le altre cose la tormenta, leggiamo che ha toccato picchi di 200 e non vorremmo quindi farla arrabbiare ma in fondo, per lei, cosa sono due milioni di euro? In un colpo finale di campagna elettorale le era scappato che i 4 miliardi di Imu ce li avrebbe restituiti di tasca sua, aspettando la Svizzera. Questo no, non ci abbiamo mai creduto e non lo possiamo pretendere. Però i 2.160.000 euro pagati dallo Stato, cioè da noi, per le sue lettere a noi sull’Imu…

Potrebbe cominciare così una lettera indirizzata all’ex presidente Silvio Berlusconi. Una lettera con richiesta di rimborso per le lettere con promessa di rimborso dal Cavaliere spedite. Non uno scioglilingua ma la realtà dei fatti.

Tutti ricordiamo che Berlusconi promise, in campagna elettorale, il rimborso dell’odiata Imu qualora avesse vinto le elezioni. Raccontò che i 4 miliardi necessari per questa operazione li avrebbe trovati nell’accordo con la Svizzera per tassare i capitali fraudolentemente custoditi nelle casseforti elvetiche. Le elezioni però il Cavaliere, nonostante il risultato per lui migliore delle attese, non le ha vinte e quindi niente rimborso. Promise però l’ex premier, o forse si lasciò incautamente sfuggire quando i nostri vicini svizzeri smentirono che ci fosse un accordo in arrivo, che quei 4 miliardi ce li avrebbe messi lui, di tasca sua. A credergli, in questo caso, furono davvero in pochi. E quindi nessuno si sogna ora di chiedere conto di quella promessa che tutti o quasi sapevano che avrebbe lasciato il tempo che trovava.

Fece però di più l’audace Berlusconi: la sua promessa mise per iscritto, nero su bianco, e la chiuse in una busta da lettera accidentalmente simile a quelle usate dal fisco per comunicare con i contribuenti. La busta a sua volta venne affrancata e spedita a milioni di italiani, potenziali elettori. Milioni di lettere e milioni di francobolli che al Cavaliere costarono appena 4 centesimi ciascuna, condizione di favore garantita ai partiti e non solo all’ex premier. Ma quelle lettere costarono alle poste ben di più: 28 centesimi cadauna. E i 24 centesimi di differenza, li paga Pantalone? Ovvio che sì. La differenza l’ha pagata lo Stato, cioè quegli stessi cittadini che la lettera con la promessa di rimborso hanno ricevuto.

Il conto per essersi spediti la promessa è ovviamente assai distante dai 4 miliardi dell’Imu sulla prima abitazione ma, quei famosi 24 centesimi di differenza, moltiplicati per i circa 9 milioni di lettere spedite, fanno comunque una bella cifra: 2 milioni 160 mila euro.

Ecco signor presidente, anche in considerazione della sua fortunata situazione finanziaria, quella stessa condizione che le ha consentito di far presente ai pm che lei “è sempre stato in grado di aiutare chi ne aveva bisogno”, potrebbe restituire agli italiani che non sono altrettanto fortunati quei due milioni. Per cortesia, s’intende.

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