ROMA – Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, o almeno questo è quel che si dice e in fondo il detto vale per gli uomini di tutte le misure. Il leader della Lega Umberto Bossi non si sottrae certo a questa regola e nemmeno ala regola secondo la quale, almeno in Italia, padania compresa, tutti “tengono famiglia”. Dietro il senatur, non c’è solo una grande donna, c’è appunto una famiglia: moglie, figlio, “badante”, amici cari e fidati. Anche Bossi “tiene famiglia” insomma e la sua, come ogni altra, è per natura, istinto e vocazione, prudente, accorta, conservativa. Sarebbe un fatto privato, è un dato della politica italiana. Fatto e dato su cui il settimanale Panorama, di proprietà della Mondadori, cioè di Berlusconi, ha messo con mala grazia un graffiante dito indice. Panorama ha pubblicato un articolo non proprio amichevole con oggetto Manuela Marrone, alias la signora Bossi. Panorama, sia detto per inciso, è lo stesso settimanale che rivelò dell’esistenza dell’inchiesta a carico del duo Tarantini – Lavitola, consentendo a quest’ultimo di venire a conoscenza delle indagini a suo carico e di rendersi così irreperibile, cioè latitante. Settimanale informato dunque, che non pubblica a caso.
Leghisti dunque verdi di rabbia e sul piede di guerra per l’articolo che dipinge la signora Bossi come una sorta di megera che approfitta del marito malato per gestire il partito come “cosa sua”, e Berlusconi che prontamente, si dissocia da Panorama, cioè in qualche modo si dissocia da se stesso. «Dissento nel modo più totale da ciò che ha scritto Panorama sulla Lega e sulla signora Manuela Marrone, consorte di Bossi. Sono lontanissimo dal contenuto dell’articolo e dall’intenzionalità ostile che da esso emerge nei confronti di ciò che riguarda la famiglia di Bossi e la stessa Lega nord. Ho avuto la fortuna di conoscere la signora Manuela, la stimo e la apprezzo come una persona straordinaria. Così come è avvenuto in altre occasioni per altri giornali, ciò che appare oggi su Panorama mi è del tutto estraneo e ritengo anzi che sia una cattiva azione. Detto questo, è notorio che io non sono mai intervenuto sui giornali da me direttamente o indirettamente influenzati sul piano proprietario». E’ notorio, certo.
Ma sia che si voglia leggere l’attacco alla moglie di Bossi come un avvertimento in stile Boffo, sia che invece lo si voglia considerare come una singola iniziativa di una giornalista, nel pezzo, c’è del vero. E quel vero è appunto che anche Bossi tiene famiglia. Famiglia che nella Lega chiamano il “cerchio magico”. Famiglia che fa politica invitando sempre più spesso e sempre più esplicitamente il capo famiglia a restare ancorato, al governo e all’alleanza con Silvio Berlusconi. Una moglie, un figlio, una sorta di badante, Rosy Mauro, che non lo lascia mai solo, amici. Questione delicata da trattare, c’è il rischio di infrangere un tabù e di non rispettare in pieno quel che va rispettato. Umberto Bossi è e resta un leader, ma è anche un uomo malato che va accudito. La famiglia fa in questo senso quel che deve fare e nessuno deve metterci bocca. Però non fa solo questo, sono gli stessi leghisti a sussurrarlo sempre più ad alta voce. La famiglia tende ad estendere l’accudimento alle scelte politiche e il confine tra le due attività è spesso difficile da individuare e rispettare. A suo tempo Umberto Bossi disse: “Resteremo al governo fino a che ci saranno mobili da portar via”. E’ possibile che la famiglia l’abbia preso troppo alla lettera.
Bossiani e maroniani, per così dire, esprimono le loro divergenze mostrando un diverso grado di attaccamento al governo, fedeli, fedelissimi i primi, desiderosi o almeno tentati di sganciarsi i secondi. In questo contesto Manuela Marrone non è certo la «lady B, imperatrice della Padania, l’anima nera del movimento, colpevole di aver costruito un “cerchio magico”, che ha offuscato la vista del Senatùr, segregato il suo corpo, trascinando il movimento sull’orlo del baratro» come scrive Panorama. Ma è di sicuro una donna che «sta combattendo la lotta contro i “maroniani” ribelli e dissidenti che non le perdonano di trattare il partito come un bene di famiglia, da destinare magari al “Trota”, vale a dire al figlio Renzo». Su questo Panorama ha ricamato e inzuppato un discutibile pane, ma non ha inventato, ha solo messo per iscritto il millesimo “sussurro” da dentro la Lega.
Non sarà un’imperatrice Manuela ma è pur sempre una mamma che si proccupa per il figlio. E anche per questo l’ala bossiana, l’ala familiare della Lega rimane attaccata al governo anche se questa scelta costa voti e consenso, in primis a causa della condotta del Cavaliere. Ultimatum un giorno si e uno no, seguiti sempre e rigorosamente dal nulla. Bossi blandisce la base e poi segue Berlusoni, altro da quello che vorrebero i maroniani.
Poco tempo fa Bossi disse, riferendosi a un governo arrivato a scadenza: “C’è molta mobilia da portare a casa”. Pensiero già non particolarmente nobile di per sé ma che la signora Marrone in Bossi ha invece interpretato come spunto per ristrutturare casa. Renzo, meglio noto come il Trota, una scrivania l’ha trovata (anche se ancora non ricorda dove ha messo il dizionario), ma in casa Bossi c’è ancora spazio per altri mobili.