Clima: tra solo 20 anni punto di non ritorno, gli ultimi 4 i più caldi della storia

di Riccardo Galli
Pubblicato il 4 Dicembre 2018 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA
Clima e mondo: tra solo 20 anni punto di non ritorno, gli ultimi 4 i più caldi della storia

Clima: tra solo 20 anni punto di non ritorno, gli ultimi 4 i più caldi della storia (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Clima, il tempo si è ristretto ad una manciata di anni: solo 20 anni ci separano dal punto di non ritorno. Non ritorno da che? Ad esempio dal fatto che tra 20/30 anni non sarà proprio una buona idea passeggiare o stare all’aperto.

Le frequentissime alte temperature renderanno la vita al di fuori degli edifici/capsule per umani particolarmente faticosa. Insomma la fase Blade Runner. Per davvero. Non al cinema. La fase e le condizioni di vita che aspettano non gli imprecisati e indefiniti posteri che poi chi li conosce…No, la fase Blade Runner che aspetta chi oggi è figlio, di sicuro chi oggi è nipote. Per loro, per noi, per chi conosciamo bene è in allestimento da parte dell’umanità la fase Blade Runner.

Ma il tempo è materia e percezione relativa e variabile. Venti anni per evitare il punto di non ritorno nel disastro ambientale sono un nulla. Un nulla se rapportato all’entità del disastro climatico (innalzamento dei mari, desertificazione, aumento eventi estremi che diventano normalità…). Un nulla se rapportato all’entità del disastro economico, altro che le crisi che ci sembrano devastanti, al confronto saranno cioccolatini. Venti anni un nulla se rapportato alla lentezza e sordità dei governi praticamente di tutto il pianeta.

Invece venti anni sembrano alla brava gente comune, alle pubbliche opinioni, agli elettorati un’eternità o quasi. Succede tra venti anni? Non mi riguarda. Deve fare qualcosa oggi per tra 20 anni? Sì, forse, magari domani. Comincia tu che poi io ci penso. E poi perché proprio io? In Occidente opinioni pubbliche ed elettorati (e quindi governi) non hanno, anzi hanno soppresso la stessa idea e nozione del beneficio differito e susseguente ad una modifica dello status esistente. Per dirla in breve e alla grossa, il cittadino elettore dei paesi di quello che chiamiamo Occidente di quel che succede tra 20 anni nei fatti se ne frega. E comunque non è disposto a mutare davvero nulla dell’oggi, del suo oggi, per il clima, il clima chi?

Così è ovunque, quando addirittura consistenti fette di elettorato non negano del tutto il problema e innalzano quindi al potere presidenti alla Trump e Bolsonaro che dicono: bruciamo oggi una foresta o andiamo giù di galloni di carburante a bruciare nel pick-up, guadagniamo e viviamo oggi come ci pare e chi lancia allarmi sul domani è un rompi coglioni.

Per non dire del pianeta che Occidente non è, dove centinaia di milioni, miliardi di umani sono disposti, ottimamente disposti a barattare il loro habitat naturale (foreste, acque, suoli…) in cambio di consumi.

L’umanità sta quindi democraticamente e per volontà di popoli modificando il pianeta in maniera che sia più difficile, doloroso e pericoloso viverci in quel pianeta modificato. E non è che non lo sappia, da tempo l’umanità tutta è avvertita. Ma la reazione all’avvertimento, al documentato avvertimento, spazia dalla negazione della scienza che avverte alla rassegnazione mal travestita da saggezza del che ci vuoi fare…

Scienza e ragione valgono pochissimo oggi sul mercato del consenso e infatti cominciano ad essere prima  respinte come importune o ora anche cacciate come nocive. I rurali di Francia che si sono sollevati a strenua difesa dell’auto inquinante (perché è la loro auto) e del diesel che costi meno della benzina (perché la loro auto è diesel) e che considerano oppressione l’obbligo della revisione dell’auto non sono il ceto medio oppresso come recitano a cantilena i Tg. Sono la manifestazione più plastica ed evidente della reazione storica a tutto ciò che è scienza e ragione.

Reazione fortissima, tanto forte da essere popolo. Tanto popolo da essere quasi insurrezione. E’ l’enorme potenza della secolare Francia reazionaria tenuta a bada ma non soffocata da un paio di secoli di Illuminismo. Altrove non vi è neanche questa grandezza, da noi ad esempio la questione dei cuori e delle anime è andare in pensione presto.

Quindi appena 20 anni al punto di non ritorno prima del disastro climatico? Sì, va bene. Ne riparliamo. Sto facendo le carte per il mutuo, i conteggi per la pensione, i regali di Natale…Venti anni, beato chi ci arriva. Gli ultimi quattro anni della Terra i più caldi della storia del pianeta? In effetti il cappotto serve sempre meno. E poi, guardi, io mangio biologico così mi metto al riparo…

Democraticamente, per volontà di popoli la gente di questa Terra accetta arrivi tra 20 anni o poco più il Balde Runner in terra.