Al Qaida spara il suo “femminile”, Ricci disarma le “veline”: mondo capovolto sulle donne

ROMA – Sfogliando i quotidiani oggi in edicola può capitare d’imbattersi in due notizie apparentemente slegate tra loro. “Arriva “Donna Maestosa” (titolo originale Al Shamikha), la nuova rivista al femminile di Al Qaida. Consigli di bellezza, di moda e di cuore, come su Cosmopolitan, su Elle o su Amica”. E “Antonio Ricci, l’inventore delle veline, propone una sorta di moratoria contro la figura delle donna oggetto e promette che eliminerà la veline da Striscia se anche le altre testate giornalistiche e la Rai si impegneranno a proporre una differente immagine della donna”.

Sembrano due titoli tratti dal Vernacoliere, storico giornale satirico livornese, ma non sono il frutto della fantasia e dell’ironia di qualcuno, sono due notizie assolutamente vere.

Al Qaida, nome che incarna tutte la paure che l’Occidente nutre nei confronti dell’Islam, è evidentemente una realtà che nel mondo vive e, come tale, è attenta anche alla comunicazione e le donne, anche se coperte dal velo, sono soggetti fruitori della comunicazione. La prima copertina di Al Shamikha ritrae una donna avvolta dalla testa ai piedi nel niqab che imbraccia un mitragliatore. Una trentina di pagine di suggerimenti per la donna di al Qaida, per cui trovare il principe azzurro significa “sposare un mujaheddin”. E poi consigli sul fronte della bellezza: ad esempio, come fare ad avere una carnagione perfetta? “Restate in casa con il volto coperto”. Al Shamikha mischia moda e consigli di lifestyle in articoli scritti in molti casi da donne: “Non uscire se non quando è necessario” e, una volta fuori, indossare sempre il niqab per proteggere la pelle dal sole. “La Nazione dell’Islam ha bisogno di donne che conoscono la verità sulla loro religione, la battaglia e le sue dimensioni e sanno cosa ci si aspetta da loro”, scrive il direttore Saleh Youssef nella presentazione del “numero zero”. Numero zero che propone interviste con “mogli di martiri” della jihad e elogia chi ha dato la vita per difendere l’interpretazione di al Qaida del Corano: “Dal martirio il credente riceverà sicurezza e felicita”. Al Shamikha – ricorda l’Independent – è la seconda rivista pubblicata da al Fajr, il braccio mediatico di al Qaida. Nove mesi fa, pattugliando Internet, ricercatori privati si erano imbattuti in “Inspire”, un magazine di propaganda in inglese che annoverava articoli del tipo: “Lo chef di al Qaeda: come fabbricare una bomba nella cucina di tua madre”.

Al di qua del confine, nel cristianissimo mondo occidentale, con una singolare coincidenza di date, Antonio Ricci, l’inventore delle veline e di conseguenza uno dei maggiori fautori, almeno a livello mediatico, della donna oggetto, propone una sorta di moratoria per “riabilitare” la figura femminile. Ricci promette di cancellare da Striscia le sue veline se la Rai, i quotidiani e i periodici si uniranno alla sua crociata. E’ ovviamente una provocazione e lo stesso Ricci lascia intendere che di una boutade si tratta dicendo: “Se entro settembre niente sarà cambiato, Striscia la Notizia, dopo aver dimostrato le proprie migliori intenzioni, si vedrà costretta a riconfermare le Veline (Costanza e Federica) in carica quest’anno”. Buon per loro che a differenza delle precedenti colleghe non saranno sostituite dopo un anno visto che di certo nulla cambierà.

Ricci lancia una provocazione, oltre a “imbrodarsi” di complimenti, ma la somma delle due notiziole sembra perfetta per una nuova strofa di una canzone di alcuni anni fa. Il titolo era “Il mondo alla rovescia” e questo era l’intro: “Ce sta quello che li sordi già ce l’ha, ce ne sta n’artro che je servono assai. Ar primo tutte le banche je li vonno dà, quell’artro invece no nun li vedrà mai! Ce sta quello ch’è finito in galera, però a nessuno ha fatto mai male. Poi invece libero come n’uccello, se ne va in giro pure er peggio criminale! C’ho n’amico molto serio e preparato, e un altro solo con la raccomandazione. Questo lo vedi già bello e sistemato, quell’altro langue nella disoccupazione! Pare che er monno gira alla rovescia!”. I “Radici nel Cemento”, gruppo romano come si evince facilmente dal testo, potrebbero oggi aggiornare il loro testo con un paragrafo in più.

Il mondo gira alla rovescia, al Qaida, gli integralisti islamici, apre alle donne e dedica loro una rivista e noi, travolti da una sorta di neo bigottismo, assistiamo ad una crociata di pura facciata contro la cosiddetta “donna oggetto”. Via le tette e i culi dalla tv e dalla carta stampata, basta miss Italia e basta veline. Ma questa è solo l’immagine della “donna oggetto”, non sono questi ruoli che sviliscono la figura femminile, lo sono piuttosto l’educazione e la società che porta le ragazze a pensare che fare la velina sia l’unico modo in cui possono farcela. Sono i festini di Arcore e sono le mille dubbie carriere politiche che oggi hanno come protagoniste alcune veline prestate alla res publica. Fare la velina non è un disvalore e nemmeno una vergogna, la vergogna è, casomai, che l’unico merito che può venir riconosciuto ad una donna è fare la velina. E questo Ricci lo sa, tanto che sull’accoppiata “tetteculi” ha costruito parte della sua fortuna mediatica, e non smetterà certo ora e, forse, lo sta scoprendo anche al Qaida.

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