Fede, Lavitola: i “pedaggi gemelli” sui soldi di Berlusconi

MILANO – Silvio Berlusconi è certamente un uomo dal gran cuore che non esita a metter mano al suo portafogli, fortunatamente ben gonfio, per aiutare gli amici in difficoltà, leggi Ruby, le “olgettine” e, soprattutto, Lele Mora e Gianpaolo Tarantini. Meno di buon cuore sono però gli amici degli amici: Valter Lavitola ed Emilio Fede. Il duo Fede – Lavitola sembra avere in comune  l’abitudine di pretendere la “stecca” sui prestiti, o donazioni che siano, che il Cavaliere elargisce agli amici in difficoltà. Sarà forse un’abitudine degli “accreditati” ad Arcore? E’ lecito supporre di sì. In fondo non si fa nulla per nulla a questo mondo, e alla regola non si sarebbe sottratto Emilio Fede che già gode della direzione del Tg4. Evidentemente non basta, dei tre milioni indirizzati a Mora il direttore del Tg4 ne ha “trattenuti”, così dicono le carte dell’indagine, quasi la metà. E altrettanto ha fatto Lavitola dei soldi di Berlusconi a Tarantini. Lo rivendica dalla sua latitanza, spiega che Berlusconi sapeva della “fermata” dei soldi nelle sue tasche “altrimenti Tarantini se li mangiava tutti in un lampo”.

Fede e Lavitola sono accumunati,  accidentalmente è vero, anche dall’esser direttori di una testata giornalistica. Accomunati però soprattutto dalla missione di fare da filtro e casello, ed anche spugna assorbente, della generosità, spontanea o coartata che sia, del premier. Avidità? Abitudine? Coincidenza? Imprenditorialità? Che trattenere una percentuale, cospicua, sulle elargizioni fatte dal premier fosse praticamente un’abitudine lo confermano, anche se in forme differenti, gli stessi interessati. Fede parla di un prestito di 400mila euro che Mora gli avrebbe restituito con i soldi di Berlusconi e Lavitola, dalla latitanza, candidamente scrive “sapeva anche (Berlusconi ndr) che avevo trattenuto circa 400mila euro dei cinquecento concessi ai Tarantini per dare inizio a una nuova attività industriale, mi disse che avevo fatto bene, per evitare che i soldi venissero dispersi”. Il direttore del Tg4 fornisce diversa spiegazione rispetto a quella data ai magistrati dal suo ex amico Lele Mora. In tutto, sostiene Mora, sulle somme che il Cavaliere gli faceva avere attraverso il fidato contabile Giuseppe Spinelli, il direttore del Tg4 avrebbe preteso ben un milione e 110 mila euro su un totale di circa tre milioni. Almeno 450 mila euro, racconta Mora nei suoi verbali resi a luglio nel carcere di Opera, li consegnò personalmente in contanti al direttore del Tg4 negli uffici Mediaset di Milano Due. Altri 500 mila invece glieli versò su un conto svizzero che Fede aveva aperto presso la Bsi di Lugano, nella stessa banca di Mora; infine 210 mila euro Mora li consegnò in assegni circolari da 5 a 50 mila euro, tratti dalla Monte dei Paschi di Siena e dalla Bcc di Carate Brianza. Denaro la cui movimentazione è stata ricostruita dagli inquirenti con delle rogatorie in Svizzera e acquisendo le distinte bancarie fornite dallo stesso Lele Mora.

Racconta poi, l’ex agente dei vip, “il 3 febbraio 2010 ho prelevato presso la Bsi 500 mila euro in contanti in taglio da 500 euro. Ho passato la frontiera con 500 mila euro, 400 mila dei quali li ho consegnati allo stesso Emilio Fede nel suo studio a Milano Due… Questo perché Fede mi aveva detto che il suo impegno avrebbe dovuto trovare una remunerazione. Il 50% del finanziamento sarebbe rimasto a me, l’altra parte sarebbe andata a lui…”.

 

Per la serie: dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io…

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