Campidogliarie, casa Grillo al buio: sindaco via web ma sito “in manutenzione”

ROMA – Il Pdl non ha problemi, l’unico pretendente alla poltrona di sindaco di Roma era Gianni Alemanno e sarà lui il candidato alle prossime elezioni. In casa Pd invece di pretendenti ce ne sono almeno 8, ultimo arrivato Ignazio Marino, che si giocheranno la candidatura nelle primarie del prossimo aprile.

In casa M5S c’è confusione, hanno chiamato “l’elettricista” ma non arriva: il candidato doveva essere scelto sul web dagli iscritti certificati (una platea di appena 5000 persone ), ma il sito attraverso cui si doveva votare è da una settimana in manutenzione. In manutenzione? Come l’ascensore che non va e guarda caso proprio adesso che lì e solo lì si doveva discutere e decidere? A pensar male i fa peccato, ma questa del “sito in manutenzione” ha una sola possibilità di essere vera. Quale? Ha tutti i connotati per essere una balla. Si voterà, forse, pare, si dice, direttamente sul blog nazionale domani (20 marzo) e giovedì (21 marzo), ma l’ultima parola è ora in mano al padre-padrone del movimento.

Brucia ancora in casa grillina lo sbandamento nervoso preso durante le elezioni per i presidenti delle Camere e in particolare per quello del Senato. La spaccatura in seno ai senatori 5 Stelle è stata dura e ha, cosa più che grave per Grillo e Casaleggio, per la prima volta e pubblicamente messo in discussione l’autorità del comico/politico genovese che ha prima indicato di non votare per Piero Grasso, poi ha promesso espulsioni e, alla fine e sotto la pressione anche del cosiddetto popolo della rete, ha dovuto far marcia indietro e digerire l’insubordinazione. Incrinatura nello strapotere del leader per alcuni, segno di forza, di capacità di cambiare opinione grazie alle indicazioni della base per altri.

Che sia forza o debolezza da palazzo Madama al Campidoglio i problemi dei grillini non sembrano esauriti. Ancora orfane di nome, le consultazioni per la scelta dei candidati parlamentari furono definite parlamentarie e quindi chiamiamole campidogliarie, dovevano tenersi come d’abitudine sul web, su un apposito sito/forum che risulta ormai da una settimana in manutenzione. Tutto rinviato quindi per “motivi tecnici”, è la versione ufficiale, con la chiusura del forum romano “non ancora pronto per supportare una tale quantità di nuovi contenuti caricati, discussioni e accessi contemporanei” dopo il boom elettorale.

Chiusura che però non aiuta a calmare le acque in casa Grillo e che anzi produce più sospetti che altro. Il forum in questione, prima della chiusura, era diventato il campo di battaglia tra chi contestava i criteri di selezione dei candidati – fino al ‘Presentation Day’ di mercoledì 13 marzo – o la scarsa trasparenza del gruppo comunicazione romano, e chi invece difendeva le scelte fatte. Malumori e sospetti che trovano poi un ulteriore terreno di crescita nella decisione di spostare indietro di tre mesi l’anzianità nel movimento necessaria per votare. Dopo aver detto per settimane agli attivisti che avrebbero potuto partecipare gli iscritti romani al blog di Grillo entro il 31 dicembre scorso, ora gli organizzatori hanno fissato la data limite al 30 settembre, “per escludere infiltrati e attivisti recenti non certificati. Voteranno quindi gli stessi delle Parlamentarie”.

Così mentre il Pdl manda praticamente al macello l’attuale sindaco che sembra destinato a non raggiungere forse nemmeno il ballottaggio, sacrificato nel ruolo di candidato/perdente che nessun altro in casa Berlusconi sembra aver reclamato. E mentre il Pd sembra cercare, ancora una volta, una via per farsi male, avviandosi in direzione di uno scontro tra le diverse anime del centrosinistra che si prospetta come particolarmente aspro, con il candidato David Sassoli che avanza dubbi sulle firme raccolte dall’altro candidato Ignazio Marino. In casa 5 Stelle si ha il sospetto che la consultazione popolare, per quanto limitata, filtrata e guidata, rischi di essere volano e cartina di tornasole delle difficoltà in costante aumento dopo il fattaccio del Senato,e che viene costantemente rimandata, in attesa delle decisioni del Capo.

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