ROMA – Il buongiorno si vede dalla Sicilia: il Pdl ha virato decisamente… a Destra. Il segretario pidiellino Angelino Alfano ha annunciato il sostegno del partito di Silvio Berlusconi a Nello Musumeci come candidato governatore della Sicilia. “E’ positivo tutto quello che unifica il centro destra”, ha commentato Fabrizio Cicchitto ma, di centro, in questo caso se ne vede poco. Musumeci è infatti un ex An passato nella Destra di Storace. Non esattamente quello che si definisce un moderato. E se le elezioni siciliane sono tradizionalmente un banco di prova in vista delle elezioni nazionali, questa volta arriveranno anche a stretto giro con le politiche, che qualcuno vorrebbe già a novembre.
Il Cavaliere avrebbe voluto Gianfranco Micciché nelle vesti di candidato governatore, osteggiato però da diversi big del suo stesso partito. E proprio lo strappo di Micciché, che ha annunciato il suo sostegno al candidato della Destra, ha convinto anche Berlusconi a sostenere Musumeci. Così Alfano, su mandato dell’ex premier, si è attivato e, in meno di 24 ore ha ufficializzato il sostegno del Pdl a quello che era il candidato di Storace. “Il Pdl è pronto a riunirsi immediatamente con chi vuol vincere questa nuova battaglia per il bene della Sicilia e dei siciliani” ha dichiarato il segretario. “Nello Musumeci chiami a raccolta tutte le forze che hanno offerto disponibilità a sostenerlo. Dalla Sicilia può partire, ancora una volta, la riscossa per il futuro dell’Italia”. Un invito che, tra le righe, può apparire come un manifesto per le prossime politiche
Sembra dunque cosa fatta la costruzione di una grande coalizione che metta insieme la Destra, il Pdl e tutte le forme del “leghismo” siciliano, il Grande Sud di Gianfranco Micciché, il Partito dei siciliani di Raffaele Lombardo e il Pid di Saverio Romano, con annessi ribelli azzurri guidati da Innocenzo Leontini. Un fronte questo, che a eccezione dell’Udc, ricalca quasi per intero quello delle regionali del 2008. Ma se al centro destra viene tolto l’Udc, e al suo posto inserita la Destra, appare evidente la virata della coalizione che, data per perdente, cerca nuovi consensi a destra. Una mossa e una strategia ormai ufficiali in Sicilia che potrebbe però venir esportata nel continente. “In Sicilia si fanno le prove generali della grande armata che Berlusconi vuole mettere in campo alle prossime elezioni: tutto e il contrario di tutto”, ha commentato il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa.
E aria di elezioni si respira infatti anche lontano da Palermo, con Pd e Pdl che si dicono vicini all’accordo sulla nuova legge elettorale il cui varo potrebbe significare elezioni anticipate. La riforma delle legge elettorale era infatti una delle condizioni poste da Napolitano per chiudere la legislatura in anticipo, anche solo di qualche mese. “Gli sherpa – scrive Repubblica – hanno calcolato i tempi che porteranno all’approvazione ‘sprint’ della legge. Quindici giorni al Senato, poi altre due settimane alla Camera. Quindi, intorno all’11 ottobre, Napolitano potrebbe chiudere la legislatura lasciando spazio a una breve campagna elettorale di quarantacinque giorni (il minimo consentito dalla legge). Gli italiani sarebbero chiamati al voto domenica 25 e lunedì 26 novembre. E il nuovo presidente del Consiglio sarebbe nominato dall’attuale capo dello Stato, cosa che non avverrebbe se si andasse al 2013”.
Ma c’è un altro motivo, oltre alla nuove legge elettorale, che è tornato a far salire le quotazioni di un ricorso anticipato alle urne: i commenti non positivi ma almeno non negativi delle agenzie di rating sull’Italia. Tanto è bastato a rianimare i partiti e far rimettere all’ordine del giorno l’idea delle elezioni. Il buongiorno, si fa per dire, elettorale, si vede dal mattino, non solo in Sicilia, anche a Roma.
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