ROMA – Era meglio l’Imu. Sulla prima e seconda casa era meglio l’Imu 2012 della Trise 2014. Da quasi un anno ormai i milioni di proprietari di case italiani attendevano di sapere cosa sarebbe stato della tassa sugli immobili. Tra sospensioni, rinvii, promesse e quant’altro il traguardo da raggiungere era l’oramai famigerata legge di stabilità che ieri (15 ottobre), finalmente, si è manifestata. Al netto degli inguaribili ottimisti molti temevano, in cuor loro, che avrebbero rimpianto la tanto vituperata Imu, e così è. Un esempio? Via le detrazioni per i figli, nell’Imu c’erano e ora non ci sono più.
Scrive Sebastiano Messina nel suo quotidiano ‘Bonsai’ su Repubblica:
“L’anno prossimo non si pagherà più l’Imu e nemmeno la Tares, che doveva sostituire la Tarsu. Ci sarà una nuova tassa che non si chiamerà Taser, come la pistola che dà l’elettroshock, ma Trise. Il fatto è che la Trise, come un missile a tre stadi, contiene altre due tasse: la Tari e la Tasi. Se abitate nella vostra casa, pagate tutta la Trise, dunque sia la Tari che Tasi. Se siete un inquilino, pagate solo la Tari, ma anche una quota della Tasi. Se siete il padrone di casa, pagate la Tasi ma non la Tari. Più l’Imu, si capisce. Ma l’Imu, raddoppiata, la pagate anche se siete in affitto, su quell’appartamento dove abita vostra madre. Che però pagherà la Tari, lasciando a voi la Tasi che avete evitato sulla casa dove pagavate la Tarsu, e invece ora — scampata la Tares e aggirata la Taser — pagate solo la Tari ma non l’Imu. Adesso ripetete”.
Non solo, purtroppo, un problema lessicale, ma anche una questione matematica. I Comuni sono infatti alle prese con bilanci spesso in profondo rosso e, per farli quadrare, finiscono inevitabilmente o quasi con l’innalzare al massimo le aliquote di loro competenza. E non ci vuole un grande sforzo di fantasia per presagire come andrà con le nuove imposte. Cerchiamo però innanzitutto di fare un po’ di chiarezza nelle nuove tasse che ci attendono l’anno prossimo.
Dal 2014, annuncia la legge di stabilità, arriverà la Trise, una sorta di tassa multi stadio che nella sua pancia ne contiene altre due: la Tasi e la Tari. La prima delle due sarà la nuova tassa sui servizi, e sulla casa, mentre la seconda sarà quella sui rifiuti. Ovviamente il conto sarà diverso a secondo che si tratti di un proprietario di immobile, di un inquilino e o di un affittante, nei tre casi citati la componente tari (rifiuti) sarà uguale per tutti, mentre diversa sarà a componente Tasi (casa e servizi).
L’idea sembra essere quella di sfiancare il contribuente in arzigogolati arabeschi logici alla ricerca di un filo conduttore che leghi la fiscalità italiana. Purtroppo però il cosiddetto file rouge semplicemente non c’è. Anche in questo caso basta un esempio, quello di Palermo. Nel capoluogo siciliano, secondo solo a Napoli per la pessima gestione dei rifiuti, l’anno prossimo si pagheranno contemporaneamente le quote 2013 della vecchia tassa sui rifiuti e le quote 2014 della nuova. Un successo.
La Stampa, in un paginone domande-risposte firmato Paolo Russo, cerca di metter un po’ d’ordine:
“Che cos’è la Trise?
È la nuova tassa rifiuti e servizi con la quale dal prossimo anno dovranno imparare a fare i conti tanto i proprietari di casa che gli inquilini. La componente rifiuti è simile alla vecchia Tarsu e si chiamerà Tari, l’altra componente, denominata Tasi, è invece nuova di zecca e finanzierà i servizi indivisibili, cose come strade, illuminazione e sicurezza, che oggi pagavamo con le restanti tasse. Un balzello in più, insomma, che andrà in parte a sostituire l’Imu sulle prime case, abrogata dalla legge di stabilità.
Si pagherà sulla prima casa?
La componente rifiuti sì, quella sui servizi saranno i comuni a decidere se e quanto farla pagare sulle abitazioni principali.
Chi la paga?
La Tari sui rifiuti continuerà a pagarla chi occupa l’immobile, quindi il proprietario se ci vive o l’inquilino. La seconda componete sui servizi (Tasi) sarà dovuta invece in massima parte dai proprietari mentre gli inquilini dovranno versarne una quota che potrà variare tra il 10 e il 30%, a scelta dei Comuni.
Come si paga?
Anche se divisa in due si paga tutta insieme in quattro rate, probabilmente il 16 di gennaio, aprile, luglio e dicembre.
Come si calcola?
Il discorso si complica. La Tari sui rifiuti sarà parametrata alla superficie dell’immobile e al numero dei componenti della famiglia. La tariffe varieranno da comune a comune ma dovranno coprire per intero il costo del servizio smaltimento rifiuti. Cosa che oggi non avviene. Si pagherà di più. La componente servizi (Tasi) si calcolerà, a scelta dei comuni, o sulla rendita catastale rivalutata del 65%, così come per l’Imu o sui m2. Definita la base imponibile si pagherà l’uno per mille sulla rendita o un euro a metro quadrato. Quote che i comuni possono aumentare, con un limite: la Tasi non dovrà comunque costare più dell’aliquota massima dell’Imu maggiorata dell’uno per mille. Ossia non dovrà superare il 7 per mille sulla prima casa e l’11,6 per mille sulle seconde.
Chi continuerà a pagare la vecchia Imu?
Tutti i proprietari di seconde case, più chi vive in dimore principesche, classificate A1, A8 e A9. Per tutte le altre prime abitazioni l’Imu nel 2014 è abrogata. L’Imu si continuerà a pagare anche per capannoni industriali e opifici ma sarà deducibile al 50% dall’Ires.
Con la nuova Trise si pagherà più o meno di prima?
Dipende a che anno ci si raffronta. Rispetto al 2012, quando si pagava l’Imu sulle prime case, meno. Rispetto a quest’anno, già Imu esente sulle abitazioni principali, di più. I calcoli li ha fatti per noi il Servizio politiche territoriali della Uil e per una abitazione di 100 mq accatastata A2, abitata da una famiglia di 4 persone, rispetto al 2012 si pagheranno 84 euro in meno, rispetto a quest’anno bisognerà sborsare 85 euro in più. A Bologna per lo stesso tipo di abitazione e con lo stesso numero di familiari il prossimo anno si pagheranno 158 euro in più, a Genova 130, a Milano169 e a Napoli 120. Ovviamente pagheranno sempre e comunque di più le seconde case, dove all’Imu si sommerà anche la Trise”.
Tutto chiaro? Forse, ma non è tutto, perché con la nuova gestione arriva una vera e propria stangata sulle case sfitte. E questo perché nella bozza di legge di stabilità oltre a Imu e Trise spunta anche il ritorno dell’Irpef, anche se in misura inferiore rispetto ai tempi dell’Ici. La casa sfitta farà quindi reddito nella misura della rendita catastale rivalutata del 17%.
Conti alla mano dunque rispetto all’anno dell’Imu, il 2012, qualcosa gli italiani risparmieranno, o almeno dovrebbero. Ci rimetteranno invece rispetto all’anno che si sta concludendo, il 2013, ma questo è stato anno di elezioni quindi non vale. Il rischio, a voler essere ottimisti, è che i comuni alzino al massimo le quote di loro competenza riducendo il risparmio degli italiani a poco più che un tozzo di pane. Forse avremmo quindi fatto meglio a tenerci l’Imu, senza complicare ancora la nostra fiscalità e senza mettere ancor più in crisi i conti italiani del 2013. In fondo, ci siamo complicati la vita e la gestione dello Stato, per risparmiare alla fine 50 euro ad abitazione e facendo pagare di più i servizi per chi la casa non la possiede. Nel migliore dei casi, tanto rumore per nulla.
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