Renzi o Grillo, solo uno resterà in piedi. Qui si fanno i connotati del paese

di Riccardo Galli
Pubblicato il 11 Dicembre 2013 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

Grillo-e-RenziROMA – Renzi-Grillo, è questo il fronte su cui si giocherà e si gioca già la partita politica e sociale e, quando sarà il tempo, la prossima partita elettorale. Lo dicono i sondaggi: qualunque sarà la prossima legge elettorale il Pd le elezioni le vince solo se M5S sta sotto il 25% dei consensi. E M5S sta sotto quella quota solo se Renzi convince e funziona. Solo Renzi candidato premier tiene finora nei sondaggi M5S sotto quella quota.

Lo dicono i sondaggi che il punto, la faglia, la chiave, lo snodo e la stazione sono Renzi-Grillo e lo confermano le parole, i gesti politici ormai quotidiani dei diretti interessati. Si marcano, so osteggiano, hanno capito che l’uno è il diretto avversario dell’altro. Renzi-Grillo, intesi non tanto e non solo come singoli attori della politica, ma come ideal-tipi. Renzi inteso come “politica nuova”, e Grillo come “no a tutto”. O i fermenti e le proteste figlie di anni di governi insufficienti e della crisi economica trovano uno sbocco nel “renzismo” o, altrimenti, finiranno con l’alimentare la carica distruttiva e antipolitica del grillismo.

Come le cose stiano in questi termini lo fotografano i sondaggi di varia natura e diversa commissione. Ma meglio ancora lo rivelano le schermaglie renziani-5 stelle andate in onda subito dopo l’elezione del nuovo segretario Pd.

Il sindaco di Firenze, nella sua prima uscita “ufficiale” da neo segretario in tv, a Ballarò, ha duramente criticato Grillo e la lettera mandata ai vertici delle forze dell’ordine per chiedere di solidarizzare con i Forconi e di smettere di proteggere “questi politici”. “Grillo – ha detto Renzi – ha 160 deputati, se votano la proposta del Pd sul Senato si fa. Questo senso di urgenza Grillo non lo butti via, provi a cambiare le cose senza pensare che basta un post”. La proposta sul Senato che il sindaco di Firenze ripete da mesi è il taglio dei seggi e la trasformazione della “Camera alta” in Senato delle regioni, senza senatori e senza stipendio per senatori Più in generale Renzi propone, anzi esige un miliardo in meno di spesa per i politici e la politica e il nuovo membro della segreteria Pd nominato d Renzi calcola in un punto di Pil l’eccesso italiano della spesa per politica e istituzioni, un punto di Pil, 16 miliardi.

O si crede possibile accompagnare Renzi su questo percorso, o Renzi taglia i soldi alla politica oppure è tutto Grillo e Forconi. Se Renzi ci riesce Grillo arretra e viceversa. Renzi sa che il fronte passa da quella linea e non solo sui soldi pubblici muove attacco Cinque Stelle. Perché quando si parla della protesta dei Forconi e di quanto chiesto da Beppe Grillo alle forze dell’ordine dopo il loro atteggiamento verso i forconi è “demagogico e strumentale” da parte di chi “due anni fa invitava i militanti no Tav a picchiare i poliziotti”. “E’ imbarazzante – rincara poi parlando ai parlamentari del Pd – quello che sta accadendo in queste ore. Grillo due anni fa derideva i poliziotti, ora li blandisce. E’ un tentativo di rompere la coesione sociale, di mandare tutto all’aria, di scardinare il sistema”.

L’ex comico si difende e contrattacca con un tweet: “Non ho mai invitato i No Tav a picchiare i poliziotti, come afferma Renzie a Ballarò. Renzie prima di parlare del M5S si sciacqui la bocca”. E non solo. Già nel pomeriggio i parlamentari M5s erano andati all’assalto dei componenti della segreteria scelti da Renzi. In particolare Marianna Madia, Davide Faraone e Pina Picierno: nell’ordine “la filoPdl”, il “raccattavoti” e “la demitiana”.

Lo scontro tra nuovo Pd e M5S si gioca infatti non solo a livello di leader. Il MoVimento di Grillo se l’è presa in primis con Davide Faraone, neo membro della segreteria del Nazareno con delega a Welfare e Scuola, tirando fuori vecchie storie siciliane e vecchie accuse di collusione con la mafia del renziano. “Frequentatore della Leopolda dalla prima ora – scrive Giuseppe Pipitone su Il Fatto -, Faraone inizia la sua scalata lanciando già tre anni fa la sua candidatura a sindaco di Palermo. Il cammino per diventare primo cittadino però è tortuoso e pieno di ostacoli. L’allora deputato regionale del Pd, nel 2010 finisce sui giornali per un’informativa dei carabinieri depositata dai legali dell’europarlamentare Antonello Antinoro, al processo che vide l’esponente del Popolari d’Italia Domani condannato a due anni e mezzo in primo grado per voto di scambio (poi diventati sei in appello). In quell’informativa si raccontava di una riunione elettorale del 10 marzo 2008, alla vigilia delle elezioni regionali, quando a casa di Agostino Pizzuto, considerato vicino al boss Salvatore Lo Piccolo, si ritrovarono anche Antonino Caruso e Vincenzo Troia, poi arrestati in un blitz antimafia. Tra loro anche Faraone, all’epoca candidato – e poi eletto – all’Assemblea Regionale Siciliana. ‘Quell’informativa è il mio certificato antimafia’ replica duramente il diretto interessato, aggiungendo anche di non aver mai ricevuto nessuna comunicazione né formale, né informale in merito. ‘È evidente – disse – che si tratta di un’operazione che ha solo uno scopo: gettare ombre sulla mia storia che è trasparente come l’acqua’”. La tesi di Faraone è che quelle carte raccontano di tentativi falliti di agganciarlo e di scelta chiara di non appoggiarlo da parte dei presunti mafiosi.

Un’operazione che però i 5 stelle hanno prontamente riportato alla memoria, anzi hanno messo in scena addirittura sul palcoscenico della Camera con il parlamentare Riccardo Nuti. Consci che il nuovo “nemico” è proprio Renzi. La lite Letta-Nuti alla Camera è la diretta conseguenza di questa scelta M5Se della simmetrica scelta Pd di dar battaglia. O Renzi o Grillo, qui si sceglie e decide.Se la nuova dirigenza dei democratici riuscirà a rappresentare una speranza per i molti delusi della politica italiana, allora il fiume di consenso che ha alimentato Grillo alle ultime politiche si andrà via via prosciugando. Se invece la nuova linea del Nazareno non riuscirà a conquistare l’Italia delusa, questa ingrosserà ancor più le fila degli elettori del MoVimento 5 Stelle. Su questo crinale si gioca la partita delle prossime elezioni. Anzi, di più: si giocano i connotati della nostra società.