Motorino “cinquanta” pre 2006: 10 giorni per ritargarlo o multa 389 euro

Lapresse

ROMA – Possessori del vecchio targhino avete dieci giorni di tempo per passare alla nuova targa, spendendo circa 90 euro, o diverrete fuori legge. Rischiando una multa che andrà da 389 a 1.559 euro. Ciclomotore avvisato mezzo salvato.

Dal 13 febbraio prossimo infatti i ciclomotori e le minicar che non avranno il certificato di circolazione e la cosiddetta “targa fissa”, legata al telaio della vettura e non più alla persona, non

potranno più circolare. Le sanzioni per chi sarà “beccato” sono pesanti: da 389 a 1.559 euro. La questione riguarda i proprietari dei “cinquantini” immessi in circolazione prima del 14 luglio del 2006 e che non si siano ancora adeguati alle nuove norme del Codice della Strada. Quindi i possessori di ciclomotori di 50cc con 6 anni e più che, nonostante l’età, non sono pochi. Secondo una stima dell’Ancma (Associazione Nazionale Ciclo e Motociclo e Accessori) la disposizione riguarda infatti circa 1,6 milioni di ciclomotori su un totale di oltre 2 milioni circolanti, oltre a una più esigua schiera di minicar.

Il cosiddetto ”targhino”, valido per i cinquantini immatricolati fino al 14 luglio 2006, poteva essere trasferito da un ciclomotore all’altro o a una minicar, con possibili trasferimenti poco chiari. Era infatti legato al possessore e non al mezzo. La nuova targa, composta da 6 caratteri alfanumerici, uno in più della vecchia, sarà invece legata al mezzo, come avviene per le automobili e le altre categorie di mezzi di trasporto.

L’operazione di ”ritargatura” è cominciata l’estate scorsa, con una calendarizzazione prevista da una circolare del ministero dei Trasporti che prevedeva una serie di scadenze a secondo della sequenza numerica della targa.

Entro il primo giugno 2011 è toccato ai ciclomotori circolanti con contrassegno di identificazione la cui sequenza numerica iniziava per 0, 1, e 2;
entro il 31 luglio, per i ciclomotori circolanti con contrassegno di identificazione la cui sequenza numerica iniziava per 3, 4, e 5;
entro il 29 settembre 2011, per i ciclomotori muniti di contrassegno di identificazione la cui sequenza numerica iniziava per 6, 7, e 8; entro il 28 novembre, e comunque non oltre il 12 febbraio 2012, per i ciclomotori circolanti con contrassegno di identificazione la cui sequenza numerica inizia per 9 e la cui sequenza alfanumerica inizia con la lettera ”A”.
Quanti saranno su un milione e mezzo di ciclomotori in questione a non essersi ancora messi in regola? Una stima precisa non c’è e il tempo sta per scadere.

L’Isvap ha lanciato l’ultimo avvertimento ricordando che ci si può mettere in regola recandosi in un ufficio della Motorizzazione o un’agenzia abilitata come Centro Servizi Motorizzazione al costo di circa 90 euro. Ma se le multe che si rischiano sono pesanti, almeno per quanto riguarda l’aspetto assicurativo dei mezzi con targhe potenzialmente fuorilegge, chi ancora non fosse in regola può star tranquillo. L’Isvap ha infatti ribadito alle imprese di assicurazione che i ciclomotori eventualmente non regolarizzati entro il 12 febbraio 2012, devono comunque essere assicurati sulla base del telaio. E che ”permane a carico delle imprese l’obbligo di assicurare i ciclomotori non regolarizzati”. Questo perché, spiega l’Isvap, ”nessuna delle situazioni di rischio per i terzi danneggiati deve restare esclusa dall’obbligo della prestazione assicurativa, non essendo possibili restrizioni legate a vicende che incidono solo sulla legittimazione amministrativa alla circolazione”.

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