Patrimoniale c’è ma non si vede: il ricco paga da 4.000 a 24.000 euro

di Riccardo Galli
Pubblicato il 15 Dicembre 2011 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti (Lapresse)

ROMA – La patrimoniale c’è, ma non si vede. In realtà, a legger bene, la patrimoniale, nel decreto ““Salva Italia”, si vede eccome. Solo che non è stata chiamata così, vuoi per non stuzzicare animi particolarmente sensibili al tema, vuoi perché frammentata in diverse voci. Chi più ha, più pagherà. Lo farà attraverso la tassa sul lusso, auto potenti, barche e aerei; lo farà attraverso l’Imu e attraverso il prelievo sulle super pensioni. E ancora i ricchi pagheranno sulla casa all’estero, sui patrimoni scudati e sull’imposta sui titoli. Non si chiama patrimoniale perché dispersa in mille voci diverse ma i singoli provvedimenti messi assieme, sono a pieno titolo “patrimoniali”.

Ne va fiero e lo rivendica lo stesso Monti. “Riteniamo di aver introdotto, senza drammi, l’imposta patrimoniale fattibile per il nostro Paese in questo momento”. Fattibile anche perché “non è che alcuni partiti fossero molto entusiasti”. Il presidente del Consiglio spiega di aver “chiesto ai tecnici” se una patrimoniale secca sulle grandi ricchezze fosse praticabile da subito. “Mi hanno risposto che servivano due anni di lavoro”. Inutile farla ora, in fretta e male: “Avremmo abbaiato e non morso”. In più, il rischio di fuga di capitali.

E allora si è cercata la via “fattibile”, quella che avrebbe permesso, da subito e davvero, di colpire quelli che fino ad ora se l’erano cavata, limitando i danni per “i soliti noti”  e chiamando a pagare quelli che Monti battezza “i nuovi noti” . Chi ha barche, auto molto potenti, aerei personali o elicotteri, immobili all’estero, cospicue ricchezze finanziarie in Italia e fuori. E chi riceve pensioni e liquidazioni notevoli. La tassa sul lusso, innanzitutto, anche se limata con un emendamento dell’ultima ora, con sconti che scattano dopo 5, 10 e 15 anni dalla data di costruzione dell’auto e della barca, dopo 20 anni non è più dovuta. Ma che comunque rimane. Per le auto sopra i 185 chilowatt, c’è l’addizionale erariale: 20 euro per ogni chilowatt in più dal 2012. Per le barche, arriva la tassa di stazionamento (dal primo maggio 2012): da 5 a 703 euro al giorno, a seconda della lunghezza degli scafi. Per gli aeromobili privati, in base al peso massimo al decollo: da 1,50 a 7,55 euro al chilo (il doppio per gli elicotteri).

Il capitolo immobili è quello più severo e pesa per 10 miliardi, di cui solo 2,4 dalla prima casa. Rendite catastali rivalutate del 60 per cento, aliquota del 4 per mille sulle prime abitazioni e del 7,6 per mille su seconde e terze. Stesso prelievo (7,6 per mille) anche per gli immobili all’estero, ma calcolato sul valore d’acquisto o di mercato. I capitali scudati alla fine verseranno il 10 per mille nel 2012 e il 13,5 per mille nel 2013. Ma, altra novità, il 4 per mille ordinario, strutturale, dal 2014 in poi: il bollo per l’anonimato, è stato soprannominato.

L’imposta di bollo sul deposito titoli poi, introdotta da Tremonti, viene estesa a tutte le tipologie di attività finanziarie: non più fissa per scaglioni (da 34,2 a 680 euro), ma proporzionale sul valore (1 per mille nel 2012 e 1,5 per mille dal 2013). Non solo. Dal 2013 salterà il tetto fissato in 1.200 euro. L’imposta dunque colpirà anche i capitali oltre 1,2 milioni di euro. In modo proporzionale: chi più ha, più paga. Bollo anche sulle attività finanziarie all’estero: 1 per mille per il 2011 (retroattivo) e il 2012, sale all’1,5 per mille dal 2013. Le pensioni d’oro verseranno ancora: 15% sulla parte che eccede i 200 mila euro (si aggiunge al contributo di solidarietà in vigore: 5% oltre i 90 mila euro, 10% oltre i 150 mila). Le liquidazioni sopra il milione di euro, infine, formeranno il reddito tassato ai fini Irpef con l’aliquota massima del 43%.

La patrimoniale dunque, avversata da destra ed evocata da sinistra, ci sarà. Non sara “ufficiale” e sarà dispersa nei vari capitoil. Ma contribuirà a salvare l’80% delle pensioni, le più basse, dal mancato adeguamento all’inflazione, e a introdurre il quoziente familiare nell’Ici-Imu.

E per chi ancora avesse dei dubbi basta leggere i dati elaborati dalla CGIA di Mestre per avere qualche riscontro concreto. Prendiamo ad esempio un manager ed un super ricco, un soggetto “medio-alto” e uno “alto” quindi. Il primo, con due case in Italia con una rendita intorno ai 1200 euro ciascuna; un patrimonio di 900.000 euro, di cui una cinquantina all’estero ed un auto da 320 kw, pagherà nel 2012, tra Imu, imposte di bollo sui titoli e “super bollo”: 5750 euro, 3261 in più rispetto al 2011. Euro che diverranno poi 6160 dal 2013. Il “riccone” invece, con tre case dalla rendita alta (6000 la prima, 2500 la seconda e 3000 la terza, all’estero); un patrimonio di 3.5 milioni di euro di cui uno scudato; una supercar ed una barca di 13 metri, pagherà l’anno prossimo 31mila euro. Ben 24mila in più rispetto alla tassazione precedente. Cifra che lieviterà 38mila euro nel 2013 per assestarsi, nel 2014, a 21mila euro. Da quattromila a ventiquattromila euro: questo il conto da pagare dal benestante al ricco. Se non è patrimoniale, poco ci manca.