Pene più corto di un cm, sterilità doppia: inquinamento femminilizza maschi

Pene più corto
Pene più corto, tassi di fertilità in picchiata e la comparsa di qualche seno

ROMA – Pene più corto, di un centimetro. Tassi di fertilità maschile in picchiata e raddoppiata la sterilità del maschio. Perfino comparsa di qualche seno. E’ il bilancio degli ultimi venti anni. Stiamo dunque andando verso il tramonto del maschio conosciuto. Non del gentiluomo o del cosiddetto ‘maschio alfa’, ma dell’individuo maschio in generale. Fenomeno che, tra l’altro, è alla base dell’aumento delle richieste di fecondazione artificiale.

Si chiama femminilizzazione e non è un processo frutto delle degenerazione dei costumi sessuali come vorrebbero integralisti religiosi e fan del machismo, ma dell’inquinamento. Prodotto, questo sì, di quelle centinaia di sostanze chimiche che fin dalla gravidanza condiscono la nostra vita interagendo con il nostro sistema endocrino e con gli ormoni. I responsabili cioè dei nostri caratteri sessuali.

“Noi siamo tutti programmati per essere di sesso femminile. Se non succedesse qualcosa durante lo sviluppo del feto saremmo tutte femmine. È il programma di base. Diventare maschio, significa modificare questo programma – spiega Richard Sharpe, professore del Centro per la salute riproduttiva dell’Università di Edimburgo – Il testosterone è fondamentale per un uomo. Quello che noi stiamo vedendo, è che il programma di sviluppo attivato dal testosterone non sta più funzionando correttamente. Alcuni studiosi parlano di femminilizzazione del maschio, ma io trovo più preciso definirlo: un fallimento della mascolinizzazione”.

E’ come se, ricordando quando le nostre nonne dicevano ‘di uomini così si è perso lo stampo’, davvero stessimo perdendo la ricetta per fare i maschi. Un fenomeno noto che da diversi anni è oggetto di ricerca in tutto il mondo. Tanto da avere un colpevole certo, per quanto incerti siano ancora i suoi modi di agire. Colpevole che risponde al nome di ‘inquinamento’ ma che va meglio inquadrato. Le cause della femminilizzazione del maschio e, di conseguenza, della sempre più scarsa capacità riproduttiva, sono da ricercare nella diffusione di sostanze chimiche sempre più presenti in oggetti di uso quotidiano che interagiscono, interferendo, con il nostro sistema ormonale.

Si va dagli ftalati, presenti nella pellicola trasparente con cui avvolgiamo il cibo come nelle vernici, nei detersivi come nei profumi e nei cosmetici, al bisfenolo A, presente in altri oggetti di uso altrettanto comune come i cibi in scatola. Sostanze che entrano in contatto con noi già durante il periodo gestazionale, quello in cui si determina il sesso di ognuno di noi, e che continuano a bombardarci per tutta la nostra vita. Un bombardamento cui Presa Diretta ha dedicato un’inchiesta che va in onda stasera e che ha già effetti notevoli sulla popolazione umana. Negli ultimi 20 anni, tanto per citare qualche dato, il pene maschile si è accorciato di quasi un centimetro. Dato che oltre a ledere l’orgoglio dei singoli proprietari, getta una luce sinistra sulle nostre capacità di sviluppo riproduttivo.

E cosa ben peggiore, nello stesso periodo di tempo i tassi di infertilità maschile sono cresciuti costantemente come, pur rimanendo rari, non mancano casi di maschi con caratteristiche fisiche femminili: dalla scarsa presenza di peli e barba sino alla comparsa del seno. Modifiche prodotte dal calare del livello medio di testosterone, l’ormone maschile che di generazione in generazione stiamo vedendo ridursi, e che è fondamentale per lo sviluppo del maschio.

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