Precari meno cornuti ma mazziati: l’azienda gli fa pagare l’addizionale

Lapresse

ROMA – Per scoraggiare l’eccessivo ricorso ai contratti atipici il deterrente, il disincentivo probabilmente più importante pensato dal governo Monti, è un’addizionale dell’1,4% su questo tipo di contratti. Addizionale più cara rispetto a quella applicata su contratti a tempo indeterminato e che servirà, tra l’altro, a finanziare il nuovo sussidio di disoccupazione. E addizionale che, qualora il datore di lavoro trasformi il rapporto di lavoro in un rapporto a tempo indeterminato, potrà essere recuperato dall’azienda. I soldi, si sa, sono un tema sempre caro e convincente. Il rischio è però che l’onere di questa addizionale venga fatto ricadere sui lavoratori che vedrebbero quindi veder ulteriormente limata la loro busta paga.

Già alcuni giorni fa dei lavoratori precari avevano segnalato che solerti aziende avevano cominciato a far firmare ai loro dipendenti con contratti atipici accordi per cui, se fosse cambiata la normativa, il carico dell’aliquota maggiorata, sarebbe stata sostenuta dai lavoratori stessi e non dalle aziende. Padroncini cattivi sempre pronti a vessare i lavoratori? In parte sì, ma come segnala Tito Boeri, economista della Bocconi e inventore del “contratto unico”: “è un principio economico basilare che se s aggravano i costi sul lavoro per le aziende, l’onere ricade sui lavoratori. Le buste paga dei precari rischiano di diminuire”.

Cornuti e mazziati quindi? Niente più articolo 18 in uscita e ancor meno soldi in entrata? Soldi che poi, oltre al danno la beffa, l’azienda potrebbe intascare qualora assumesse il precario. Pare proprio di sì, anche se una soluzione ci sarebbe e si chiama salario minimo. E’ lo stesso Boeri a sostenerlo, quello che impedirebbe un abuso sui lavoratori precari sarebbe “imporre un salario minimo”. Imponendo un tetto minimo di salario, che dovrebbe essere ovviamente credibile e non miserrimo, si otterrebbe il risultato di tutelare i lavoratori precari obbligando di fatto le aziende a sostenere loro il costo dell’addizionale dell’1,4%.

Come in altri punti la riforma sembra seria e solida in teoria, ma mostra ben più di una falla nella possibile applicazione pratica. Vero è che l’aliquota maggiorata non è l’unica forma di disincentivo sui contratti atipici. Altre misure sono state pensate e verrebbero introdotte, una su tutte, se per 6 mesi il 75% del reddito di un lavoratore autonomo (finto evidentemente) proviene da un unico datore di lavoro ed emergerà che il luogo di lavoro coincide con quello dell’azienda, scatterà probabilmente quella che può essere definita “presunzione di dipendenza”, e l’azienda sarà obbligata ad assumere il precario.

Intanto però, a meno che la bozza non venga cambiata, sembra che per i precari ci siano ottime probabilità di dover pagare loro l’aliquota maggiorata sui loro contratti. Puniti, di fatto, perché titolari di un contratto peggiore.

 

Gestione cookie