Programma economico di Matteo Renzi: patrimoniale nì, 3% no

Programma economico di Matteo Renzi: patrimoniale nì, 3% no
Matteo Renzi (Lapresse)

ROMA – Patrimoniale più no che sì. Fatidica soglia del 3% nel rapporto fra debito e Pil che si può sforare, ma a che pro… E poi pensioni e mercato del lavoro, fisco e mezzogiorno, sono le proposte economiche del nuovo segretario del Pd Matteo Renzi passate al vaglio dal Sole24Ore che ne ha giudicato efficacia e fattibilità.

Poco più di 24 ore sono trascorse da quando il sindaco di Firenze è stato incoronato nuovo segretario e ora, il suo programma elettorale, viene misurato dal quotidiano di Confindustria. Come spiega Fabrizio Galimberti i programmi, le piattaforme presentate dai candidati alle primarie sono inevitabilmente imprecisi ed approssimativi e, soprattutto, bisognosi di passare dalla dimensione di proposta a quella di riforme, di fatti concreti. Un passaggio, quello dal dire al fare, che spesso è in grado di smontare idee che sulla carta sembrano ottime. Ma oggi è questo l’unico materiale disponibile per valutare le proposte economiche del neo segretario. Proposte che, inevitabilmente, dovranno essere ora ascoltate dal governo Letta e che, domani, saranno in toto o in parte quelle che il Pd porterà alle prossime elezioni.

La prima misura, il primo capitolo giudicato dal Sole è quello relativo alla trasparenza e ai costi della politica. Su questo fronte Renzi vorrebbe rendere pubbliche, e fruibili on line, tutte le informazioni relative alle spese del suo partito. Proposta efficace e anche facilmente realizzabile.

Si passa poi ai temi più squisitamente economici dove, soprattutto la realizzabilità delle proposte del neosegretario, è assai meno semplice. Il primo punto affrontato è quello del tetto del 3% nel rapporto tra debito e Pil, tetto “anacronistico” secondo Renzi ma tetto che, secondo il Sole, pur essendo relativamente facilmente superabile, non risolve alcun problema. Il punto, “la palla al piede della spesa pubblica – scrive il quotidiano di Confindustria – è la qualità e non la quantità”. Sforare il 3% quindi è cosa fattibile per il sindaco di Firenze come anche per il Sole, ma il punto è: per far cosa?

Altro fronte è quello della lotta all’evasione dove il neosegretario, come molti prima di lui a dire il vero, ha promesso di far molto di più. I mezzi ci sono, anzi ci sarebbero, e quindi una svolta in questo campo è fattibile, oltre che estremamente efficace per l’economia italiana.

Mano fattibile, anzi del tutto non realizzabile secondo Galimberti, è invece una diversa politica della banche in tema di prestiti. Prestiti che a detta di Renzi, e non solo, sono oggi troppo sbilanciati a favore di chi specula. Troppi soldi prestati in sostanza alla finanza intesa in senso “malvagio” e pochi, pochissimi, destinati alle famiglie e a chi ne ha bisogno. Una riequilibratura sarebbe sensata, ma non verosimile.

Privatizzare e ridurre il debito con il ricavato. Molti l’hanno promesso, alcuni ci hanno provato, e Renzi è l’unico tra i candidati alle primarie a non aver escluso la vendita di alcuni gioielli come Poste o Enel. Si può fare? Sì. Avrebbe senso? Altrettanto sì.

Ultima voce inserita tra le proposte economiche quella dedicata a semplificazioni e sprechi. Anche qui in molti prima del neosegretario si sono cimentati nell’impresa di tentare di districare il complicatissimo garbuglio di leggi e burocrazia che pesa sugli italiani e, tutti, hanno miseramente fallito. Eppure una risistemazione di questo campo sarebbe non solo utile, ma doverosa.

Sul delicato, anzi delicatissimo tema delle pensioni, il sindaco di Firenze non molto ha detto. E questo anche in ragione del fatto che dopo le numerose riforme il sistema pensionistico italiano è diventato addirittura un modello virtuoso. Ma le casse pubbliche piangono come sempre e il bacino dei pensionati è una “preda” facile e veloce. Di riforme strutturali però non se ne può più e i contributi di solidarietà sono già stati giudicati incostituzionali. Scarsa efficacia e scarsa fattibilità quindi.

Più semplice sarebbe invece mettere mano agli assegni sociali che oggi, non essendo legati al reddito, finiscono spesso anche nelle tasche di chi, almeno dal punto di vista economico, potrebbero farne a meno. Una misura semplice, di relativamente facile realizzazione e di indubbia efficacia, se non economica almeno sociale.

Sul fronte occupazione il punto è quello dei centri dell’impiego, dove le proposte del neosegretario sono precise ed argomentate. Renzi ha parlato di semplificazione delle regole, incentivi per le assunzioni dei giovani, tutte misure fattibile e mediamente efficaci.

Tra le proposte avanzate dal sindaco di Firenze poi una serie di misure per il Mezzogiorno. Storia nota e già vista, sottolinea il Sole, ma tema indubbiamente da affrontare. Misure che sarebbero efficacissime, ma saranno realizzabili?

E poi l’Europa, su questo punto la visione di Renzi è una visione di ampio respiro. Il neosegretario ha in mente più Europa, più integrazione e più interazione tra i Paesi membri e nessun dubbio sulla bontà dell’euro. Misure che oggi, o nel breve termine, difficilmente potranno reificarsi ma che, nel lungo periodo, sarebbero efficaci e potrebbero da un’Italia risanata essere portate avanti.

Dulcis in fundo la patrimoniale, misura che Renzi non esclude ma che comunque non ama. “Già c’è la tassa sulla prima casa” ha detto prima di essere eletto segretario. All’interno del Pd e non solo però chi invocava questa misura pensava ad un intervento magari eccezionale, e non strutturale, che il sindaco di Firenze non ha escluso ma comunque messo in naftalina rimandandolo a risanamento dei conti fatto.

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