Guadagni un euro in più, Regioni e Comuni te ne levano otto

irpefROMA – Addizionali locali battono redditi 8 a 1. E’ la sintesi dei dati presentati ieri (13 novembre) dal dipartimento delle Finanze. Dati secondo cui i redditi, nel quinquennio 2007/2011, sono cresciuti del 3.43% mentre, nello stesso periodo, le addizionali Irpef sono cresciute del 27.5%. Per ogni euro guadagnato in più quindi, Regioni e Comuni ne hanno presi 8.3.

“Le addizionali bruciano i redditi” titola il Sole24Ore che, in un pezzo di Gianni Trovati, racconta di come le tasse locali non solo azzerino la crescita dell’imponibile Irpef degli italiani, ma arrivino anzi a ridurre il reddito reale.

Dai dati pubblicati il reddito medio italiano si è attestato a 23 mila 482 euro nel 2012, con un aumento dell’1.04% rispetto al 2011 che è pari ad appena un terzo dell’inflazione reale. Ma non solo l’inflazione “mangia” l’aumento dei redditi, ben di più fanno le tasse, specie quelle locali. Le Regioni, che incassano i tre quarti dell’addizionale complessiva, ad esempio, hanno fatto registrare dal 2008 un aumento del 30% del loro peso.

Una realtà che se possibile è persino destinata a peggiorare perché, come scrive Trovati, “visto l’andamento del Pil (-2.4%) è arduo ipotizzare un’impennata dei redditi imponibili mentre il gettito aumenta ancora, perché nei primi nove mesi del 2013 le addizionali hanno portato nelle casse di Regioni e Comuni il 4.3% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Ma ancora non si è visto tutto: quest’anno già più di 900 Comuni hanno trasmesso le loro delibere con gli aumenti di aliquota, e i tanti interrogativi che circondano i bilanci locali rischiano di moltiplicare ancora queste scelte da qui al 30 novembre, data ultima entro cui chiudere preventivi e decisioni tributarie. Dall’anno prossimo poi, le addizionali in tutte le Regioni potranno arrivare al 2.33% (contro l’1.73% attuale), per salire di un altro punto nel 2015”.

Una partita senza storia quindi. Già sotto 8 a 1 i redditi degli italiani sembrano destinati a subire un passivo ancora più pesante. Scarse se non nulle le prospettive di crescita per questi, proprio questa mattina l’Istat ha pubblicato gli ultimi dati relativi al Pil italiano, dati che indicano un rallentamento dell’andamento negativo ma che sono ancora col segno meno davanti e peggiori rispetto alle ultime stime. Prospettive di crescita che sono invece ottime per le addizionali da qui ai prossimi anni.

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