ROMA – E ora? Ora che succede a chi ha una Volkswagen o un’Audi con il software che imbroglia? E che cosa si deve invece aspettare chi un’Audi o una Volkswagen la vorrebbe o la starebbe per comprare? La risposta, in entrambi in casi, è per ora affidata al buon senso e dice che, chi sta per comprare, aspetterà o deciderà di cambiare modello. Mentre chi già possiede, può per ora dormire sonni tranquilli, sapendo però che più o meno a breve la sua auto avrà bisogno di una ritoccatina per essere rimessa in regola.
In primis è bene dire che certezze non ce sono. E la doppia e totalmente divergente interpretazione che i due principali quotidiani italiani danno oggi dell’impatto sull’Europa dello scandalo Volkswagen è la lampante dimostrazione che in questa vicenda, almeno per ora, sono più le ipotesi e le speculazioni che le certezze. E a proposito della doppia interpretazione, secondo quanto ricostruisce il Corriere della Sera il software capace di mascherare le emissioni delle auto del colosso di Wolfsburg dovrebbe essere una cosa che non riguarda l’Europa e il nostro mercato perché, a differenza degli Usa, al di qua dell’Atlantico le regole sulle emissioni sono diverse (più stringenti), motivo per cui il suddetto software sarebbe qui inutile.
Di parere diametralmente opposto invece Repubblica che, conti alla mano, spiega che se la Vw ha reso noto che le vetture ‘infettate’ sono 11milioni, e le autorità Usa hanno detto che sul loro territorio i veicolo incriminati sono poco meno di 500mila, allora restano in giro oltre 10milioni di macchine ‘fallate’, ergo il problema è per forza di matematica anche europeo.
La verità, come spesso accade, sarà con ogni probabilità nel mezzo, con il software baro creato per un mercato allergico al diesel come quello degli Usa, ma con il giochino che ha poi un po’ preso la mano a quelli di Wolfsburg che con 11milioni di installazioni hanno sparso auto imbroglione in tutti i mercati del mondo, chiaramente con diverse percentuali di vendite.
Tornando poi alla domanda iniziale, l’unica risposta quasi certa è quella relativa a chi ora si trova nella condizione di star comprando una delle auto incriminate. Con ogni probabilità infatti chi è in questa situazione deciderà quantomeno di prendere un po’ di tempo in attesa di quelle certezze che ora mancano. Per ora non ci sono stop alle vendite né da parte della casa né dello Stato, ma nell’incertezza la prudenza è sempre una buona politica.
Più complessa invece la condizione e la paura degli automobilisti che una delle auto incriminate possiedono. Come per la vendita, ad oggi non ci sono blocchi né ritiri del mercato da parte di nessuno. In linea teorica come pratica quindi chi oggi ha un’Audi o una Vw diesel potenzialmente dotata del software incriminato può circolare in tutta serenità. Ma se è improbabile che un domani il suddetto automobilista si trovi nella condizione di non essere in regola con il codice della strada, incorrendo così in sanzioni, è invece fortemente probabile che presto partirà una campagna di richiami da parte della casa di Wolfsburg. In altre parole è probabile che in lasso di tempo medio-breve chi possiede una delle macchine in questione sia costretto a rinunciarvi per qualche giorno perché la casa che gliel’ha venduta la deve rimettere in regola. Non è infatti un caso che il ministro dell’Ambiente Galletti abbia detto che è possibile che le auto fallate “vengano richiamate o ne venga bloccata la vendita”, ma non abbia fatto accenno ad eventuali ritiri dal mercato di auto in circolazione.