Il “forzaleghista” sparito nel voto, ma resta acquattato là a destra

di Riccardo Galli
Pubblicato il 22 Maggio 2012 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Umberto Bossi (foto Lapresse)

ROMA – “Dopo le amministrative arriverà la più grande novità della politica italiana” prometteva il segretario del Pdl Angelino Alfano nemmeno un mese fa. Le amministrative sono arrivate, sono passate, e la “grande novità”, forse non quella che aveva in animo Alfano, è la sparizione dell’elettorato forza-leghista. Quell’elettorato che, tra alti e bassi, ha mandato i suoi eletti a governare il Paese per un ventennio oggi non esiste più, lo certificano i risultati elettorali. Ma non si è liquefatto, si è inabissato. Non è stato vaporizzato, è passato dallo stato solido a quello gassoso. L’ex blocco di centrodestra ha perso ovunque, compreso nelle sue roccaforti, dalla Brianza berlusconiana alla Sicilia pidiellina passando per il nord leghista. Gli elettori di Pdl e Lega hanno voltato le spalle e hanno abbandonato i loro candidati, in larga parte scegliendo di non votare e, in misura minore, dando il loro voto ai candidati “contro”. Allo stato gassoso, però resta nell’aria, disperso ma acquattato, sparito ma non svanito: le amministrative non sono le politiche ma, tra un anno, quando si voterà per rinnovare il Parlamento, cosa accadrà?

Pdl e Lega sono stati letteralmente spazzati via da queste amministrative. Colpa degli scandali a luci rosse di Berlusconi o di quelli finanziari di Bossi, colpa di anni di cattiva amministrazione e di una crisi, globale, ma a loro imputata e da loro certo non ben gestita, colpa di una serie di fattori sommabili che hanno dato come risultato una sconfitta preventivata sì, ma di dimensioni al di là dell’immaginabile. In Brianza ad esempio, terra dove mai il centro sinistra aveva fatto breccia nei cuori degli elettori e dove il centro destra era abituato a vincere al primo turno, i neo eletti sono nella quasi totalità dei casi espressione proprio del centro sinistra: a Como Mario Lucini (Pd, Idv, Sel e liste civiche) ha ottenuto quasi il 75% delle preferenze, a Monza Roberto Scanagatti (Pd) ha vinto con il 64% dei voti, e poi Cantù e Lissone, Senago e Meda. Roccaforti del Pdl passate al centrosinistra. Roccaforti, Como e Monza, dove il centrodestra alle scorse elezioni era passato addirittura al primo turno e roccaforti che mai, dai tempi della prima repubblica, avevano mostrato simpatie per le sinistre. E se la svolta brianzola fa impressione, stesso effetto fanno i risultati siciliani dove Alfano ha perso anche la “sua” Agrigento.

Risultati che raccontano la stessa storia dal Nord al Sud, unica eccezione Parma. Risultati che dicono che l’elettorato forza-leghista non ha cambiato bandiera dalla sera alla mattina ma, visti i candidati espressi dal centro destra, ha preferito astenersi. Lasciando quindi campo libero al centro sinistra che è invece riuscito a presentare una coalizione credibile e a mobilitare il suo di elettorato. Il centro sinistra ha sì vinto, ma sarebbe forse più opportuno dire che è il centro destra ad aver perso. Travolto dagli scandali e dall’incapacità di presentarsi unito e con candidati validi alle elezioni. Ma se la maggioranza dell’elettorato di destra ha preferito rimanere a casa (al primo turno aveva votato il 65.4% degli aventi diritto e ai ballottaggi appena il 51.4%), in alcuni casi ha invece indirizzato i suoi voti su quelli che possono essere definiti candidati “contro”, come quelli del Movimento 5 Stelle. E Parma è l’esempio, e l’eccezione, più significativa. Nella città emiliana il neo sindaco grillino Pizzarotti ha infatti vinto proprio grazie ai voti tradizionalmente di centro destra. Parma è un eccezione, ma il fenomeno, se pur in misura ampiamente minore, si è registrato un po’ ovunque.

Il centro destra è sparito, lasciando un vuoto enorme. Su 26 capoluoghi in cui si è votato il centro destra ne amministrava 17, ora appena 6. L’elettorato di centrodestra, tra l’altro tradizionalmente maggioritario nel nostro Paese, ha scelto per lo più di non votare. Tra un anno però ci sono le politiche, cosa accadrà di questo vuoto e di questo elettorato. Saranno i partiti di centro destra in grado di riorganizzarsi? A dire il vero sembra di no, schiacciati come sono tra scandali e mancanza di figure in grado di catalizzare voti. Gli elettori di centro destra, rimasti orfani, decideranno di non scegliere lasciando, come in questa amministrative, strada libera al centro sinistra o si butteranno in massa sul voto “contro”? O ancora arriverà qualche nuovo soggetto in grado di riempire il vuoto che queste elezioni hanno mostrato? Grillo ci sta provando, Montezemolo lo aspettano un po’ tutti, il Terzo Polo ci ha provato ma sembra aver già le armi spuntate. Cosa accadrà al momento non è dato saperlo e, in attesa della novità promessa da Alfano, tocca accontentarsi di una novità clamorosa per l’Italia: la sparizione dell’elettorato di centro destra.