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Roma capitale, si può ancora dire? Nemmeno il M5s appoggia più la Raggi

di Bruno Tucci |23 Maggio 2020 10:40

Roma capitale, si può ancora dire? Nemmeno il M5s appoggia più Virginia Raggi

Roma capitale: si può ancora dire? “Povera vecchia Roma come sei ridotta”, sussurra con le lacrime agli occhi un vecchio attore di Testaccio che non ha più parole per difendere la città di una volta. Non è solo lui a pensarla in questo modo. Se si va per un sondaggio a chiedere ai testaccini e ai trasteverini come la pensano ti senti rispondere con espressioni che hanno del lacrimevole. “Ormai ci dobbiamo solo rivolgere ai cartomanti per conoscere il futuro dell’Urbe”.

Frasi che la dicono lunga su quel che è successo e sta succedendo a Roma. Tutto questo chiasso perché? In Campidoglio si sta profilando con sempre maggiore interesse un secondo mandato per Virginia Raggi. Non sarà facile per lei, ma mentre fino a qualche tempo fa il sindaco (o la sindaca) non rispondeva a chi le porgeva domande del genere, ora si è fatta più coraggiosa e più arrogante. Più volte di recente ha fatto la sua apparizione nei talk-show più seguiti e ha cambiato atteggiamento. “Non credo sia un argomento questo che possa impensierire i romani. Non vogliono oggi sentir parlare di poltrone, ma di temi da affrontare”.

Ecco, la signora del Campidoglio si è fatta furba e non si lascia trascinare in polemiche che la vedrebbero sicuramente perdente. Insomma, si o no al secondo mandato? “Ci sono ancora molte cose da fare”, risponde dribblando la domanda.

Quali? A questo punto la Raggi innesta la quarta e va avanti spedita:  ”Lo stadio della Roma”, spiega strizzando l’occhio agli elettori giallorossi (non quelli della attuale maggioranza di governo, ma quelli di fede romanista). “E un progetto enorme, ci stiamo lavorando. In questi casi ci vuole molta pazienza”. E poi ancora? La spettacolare funivia che dovrebbe avvicinare due quartieri periferici della Capitale, Boccea e Casalotti. Infine lo sgombero di Casa Pound.

Tutti tali stravolgimenti convincono non diciamo la maggioranza, ma il suo stesso partito? Nel Pd, nonostante la coalizione di governo, c’è molta perplessità ed anche un certo imbarazzo nell’esprimersi.

Ma Nicola Zingaretti, segretario del Partito e soprattutto governatore della Regione Lazio, afferma senza peli sulla lingua:

“La ricandidatura di Virginia Raggi? Per i romani questa non è una notizia, ma una minaccia”

Cosi il leader dei democratici chiude la porta in faccia a quanti gli pongono un interrogativo del genere. Anche nel suo Movimento, il sindaco non ha molti sostenitori. Ha strappato un mezzo si a Vito Crimi, il successore di Luigi Di Maio alla guida dei grillini.

Ma molti altri storcono la bocca o preferiscono non pronunciarsi, come ad esempio Alessandro Di Battista che dice con molto savoir- faire: “Di questo argomento non ne voglio sapere”.

Fra gli esponenti più rappresentativi della Regione, la risposta è assai più chiara: “ Da quando la Raggi siede sulla poltrona del Campidoglio, i numeri sono in netta discesa. Si vuole continuare così?”

No di una gran parte del Pd, forse da quelli che dovrebbero sostenerla a spada tratta, il futuro non è poi tanto tranquillo per il sindaco. E da una sua vecchia nemica di partito, Roberta Lombardi, prende un altro ceffone: “Ci vuole per il 2021 un candidato sindaco che sappia far lavorare insieme piazza e istituzioni”.

Nonostante le critiche piuttosto violente, Virginia ha imparato a digerire gli attacchi e vola sulle ali dell’ottimismo. Si rivolge ai turisti con un largo sorriso e dice:

“Italiani venite pure a Roma. E’ una città sicura e vi aspettiamo a braccia aperte”.

Si, d’accordo, ma quale Roma? Quella di una volta o quella di oggi: una città sporca, disordinata, con i mezzi pubblici che non funzionano e con le strade devastate dalle buche?

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