Roma, vergogna a piazza Montecitorio. Capitale sporca, nazione infetta

Roma, vergogna: cartacce a piazza Montecitorio. Capitale sporca, nazione infetta

ROMA – Eccola, in questa foto, la diligenza del buon padre di famiglia che ultimamente va tanto di moda..a parole!

Eccolo il concetto di diritto privato, cui tanti nostri politici si appellano spesso (Salvini docet…) per bacchettare e moralizzare gli altrui comportamenti o giustificare i propri.

Eppure non ci vuole la diligenza di un buon padre (o di una buona madre) di famiglia per capire che questa immagine di piazza Montecitorio a Roma è l’immagine che i nostri politici danno di loro stessi e quindi delle Istituzioni. 

Quella piazza (il cui attraversamento è spesso inibito a cittadini e turisti!)  oltre ad essere “res comune” è prima di tutto il  “giardino” del loro luogo di lavoro. Quindi, quandunque fosse stata sporcata da manifestanti con diritto di manifestare e pari dovere di non sporcare, è auspicabile che i nostri deputati si adoperino per vigilare.

E non ci vuole una particolare sensibilità per capire che dare il buon esempio, tenere pulita una piazza – tutte le piazze ma in particolare quella! – è un dovere morale che essi hanno nei confronti di tutti i cittadini di Roma e di tutti gli Italiani.

L’onorabilità e il rispetto del ruolo che essi hanno e quindi dello Stato che essi rappresentano, dipende dalla loro buona condotta e dal loro buon esempio. Un figlio osserva le regole solo se il genitore, prima di impartirle, dimostra di essere il primo a metterle in pratica.

Qualunque persona ragionevole entrando o uscendo – o anche solo affacciandosi alla finestra – dalla Camera, avrebbe dovuto provare vergogna per questa immagine. Qualunque deputato di buon senso, avrebbe dovuto esigere la pulizia della piazza in pochi secondi.

Un vero buon padre di famiglia avrebbe dato il buon esempio, iniziando per primo a raccogliere almeno la prima carta! Ma a loro evidentemente, Roma piace così: sozza, trasandata e in decadenza! Perché in fondo molti di loro amano tanto la retorica, poco la pratica e ancor meno la diligenza.

“Capitale corrotta, nazione infetta” fu il titolo dell’Espresso di 65 anni fa che fece epoca. Oggi aggiorniamo: “Capitale sporca e corrotta, nazione infetta”.

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