Roma, dopo Liverpool vergogna ultrà criminali. Chi non copre dica: restino in galera inglese Roma, dopo Liverpool vergogna ultrà criminali. Chi non copre dica: restino in galera inglese

Roma, vergogna ultrà criminali. Chi non copre dica: restino in galera inglese

Roma, dopo Liverpool vergogna ultrà criminali. Chi non copre dica: restino in galera inglese
Roma, vergogna ultrà criminali. Chi non copre dica: restino in galera inglese (foto da video)

ROMA – Roma, vergogna ultrà criminali. Sono partiti da Roma, sono andati a Liverpool ad organizzare un agguato. Un branco, una banda che voleva una vittima, qualcuno da pestare. Qualcuno da fare fuori. Hanno premeditato l’aggressione, erano preparati alla violenza. Hanno picchiato usando le fibbie delle cinghie come armi. Colpivano al volto, alla testa. Hanno individuato una preda umana isolata, l’hanno ridotta in fin di vita, pesanti danni cerebrali per un uomo di 53 anni. Uno qualsiasi, uno che passava da ammazzare. Neanche l’ipocrita alibi il pestato fosse un ultrà del Liverpool.

Nove sono stati arrestati dalla polizia inglese, due per tentato omicidio. Altri sette per possesso di droga e di armi contundenti. E le immagini delle telecamere consentono di contarne tredici che partecipano all’agguato. Tredici, non un esaltato isolato. Tredici, non un pazzo violento. Tredici, almeno tredici: una banda a delinquere.

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Una delle bande a delinquere che regolarmente accompagnano la squadra di calcio in trasferta. Una delle bande composte con tutta probabilità da gente che aveva avuto accesso facilitato al biglietto per diritto di prelazione, cioè per accertata abitudine a seguire la squadra in trasferta.

Una delle bande che regolarmente operano dentro e fuori lo Stadio Olimpico a Roma. Una delle bande che abitano lo stesso territorio del cosiddetto tifo organizzato.

Adesso tutti condannano e inorridiscono, ci mancherebbe. Però queste bande travestite da folklore sono spesso la scenografia dei pre e post partita delle televisioni. I loro uomini sono spesso intervistati dai cronisti sportivi, spesso confusi con il “tifo cado”.

Una narrazione da sempre reticente sulla reale natura di queste bande criminali funge di fatto da copertura. Si condanna e si inorridisce ma poi si trova comodo ripararsi dietro l’impossibilità di distinguere, separare, espellere.

E allora una prova, un esame, una verifica. Semplice come prova, esame e verifica se davvero si condanna e si inorridisce. Chi non copre dica una cosa molto semplice, dica che quei criminali ultrà restino nella galera inglese. Dica che spera che restino in galera, per un tempo congruo all’entità del loro reato. Fossero mesi o anche anni se sarà provato il tentato omicidio.

E chi lo deve dire lo dica nei bar, nelle tante radio romane che parlano e vivono solo di calcio, nelle televisioni, sui giornali, lo si dica parlando tra tifosi, mentre tra tifosi si parla della partita di ritorno. Lo si dica o sarà difficile credere davvero alle condanne e all’inorridire. Vorremmo vedere lo striscione con sopra scritto: teneteli in galera. Lo vedremo?

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