Roma zozzona, sommersa dalla monnezza, il sindaco Gualtieri fa rimpiangere Raggi, la fiaba del termovalorizzatore

Roma zozzona, sommersa dalla monnezza, cassonetti straripanti, il sindaco Gualtieri fa rimpiangere Raggi, la fiaba del termovalorizzatore

di Bruno Tucci
Pubblicato il 27 Agosto 2023 - 07:08 OLTRE 6 MESI FA
Roma zozzona, sommersa dalla monnezza, il sindaco Gualtieri fa rimpiangere Raggi, la fiaba del termovalorizzatore

Roma zozzona, sommersa dalla monnezza, il sindaco Gualtieri fa rimpiangere Raggi, la fiaba del termovalorizzatore

A Roma, per il momento, la tassa sui rifiuti urbani deve essere abolita o almeno ridotta dell’ottanta per cento. La maggior parte della gente, dal centro alla periferia, non ne può più di questa situazione.

La città è sporca, certamente è l’ultima Capitale d’Europa ad essere ridotta in queste condizioni. Cassonetti strapieni, immondizia per la strada, cattivo odore dappertutto. In più un rischio igienico sanitario che non si deve assolutamente sottovalutare. 

“Roma affoga nell’immondizia e il sindaco Roberto Gualtieri che fa? Continua a promettere: tante belle parole, nessun fatto. Si aspetta da anni un termovalorizzatore, ma è tutto sospeso in aria. Forse ci vorrebbe un miracolo, ammesso che qualche santo non dica di no per l’incuria del Campidoglio”. La Giunta di centro sinistra è sotto accusa, ma rimane comunque immobile. Pensate: una buona parte dei romani ricorda con nostalgia i tempi di Virginia Raggi sul cui lavoro si diceva peste e corna. 

Ora, i pareri sono cambiati perché davvero la Giunta Gualtieri non ne azzecca una. L’opposizione in Campidoglio è scatenata, sostiene che questa maggioranza non è in grado di governare Roma. Anche in Parlamento, c’è chi affronta il problema e allarga le braccia perché non sa più che cosa dire, vista l’assoluta inefficienza di Gualtieri e dei suoi collaboratori.

E’ il caso di Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro, inviperito perchè si continuano a spendere centinaia di migliaia di euro per portare fuori del Lazio “questa benedetta monnezza”. Gli fa eco l’onorevole Simonetta Matone che è tranchant nel suo giudizio: “Se uno di noi non è in grado di svolgere il suo lavoro in maniera adeguata ha una sola strada da seguire: dimettersi”.

Alcuni esponenti della Lega ricordano ironicamente quanto sosteneva l’ex presidente del consiglio Giovanni Spadolini: “Nel vocabolario italiano, il sostantivo dimissioni non esiste”.

Così si va avanti navigando a vista, ognuno scarica le responsabilità all’altro, gioco assai di moda nei Palazzi che contano. “La brutta figura la facciano noi che abitiamo nella Capitale”, spiegano i romani. E aggiungono: “I tantissimi turisti che invadono Roma d’inverno e d’estate cosa potranno pensare dinanzi ad un simile scempio? Magari daranno la colpa a noi che non sappiamo mantenere la pulizia”.

Allora, l’interrogativo urgente è: che fare al cospetto di una incredibile inerzia? Il problema deve superare i confini del Campidoglio, arrivare di corsa in Parlamento per sanare una situazione che non è più sostenibile. Se la responsabilità è dell’Ama (l’azienda che gestisce i rifiuti urbani) si prendano subito provvedimenti adeguati. Se, al contrario, è della politica locale che guida il Campidoglio, il Parlamento sa che cosa deve fare. Dice un vecchio e saggio proverbio: “A mali estremi, estremi rimedi”.