ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini e Business con il titolo “Arriva il nuovo governo”:
Venerdì, si sente dire, il presidente Mattarella chiuderà la questione del governo. Darà cioè un incarico. E per Di Maio (e un po’ anche Salvini) sarà come ricevere una botta in testa.
Secondo le indiscrezioni che circolano, infatti, il presidente affiderà l’incarico a un giurista (si fa il nome anche di Sabino Cassese) o al presidente della Corte costituzionale per varare un governo che traghetti il paese verso nuove elezioni.
Elezioni che non si faranno tanto presto. Mattarella pensa al 2019. E questo perché prima dell’estate non è possibile (mancano i tempi tecnici) e in autunno c’è la questione della legge di stabilità.
In sostanza, sembra che la vittoria dei populisti-sovranisti (il 70 per cento dei voti) si concluda con un colossale flop: una marea di deputati, ma niente governo.
E se la Lega sembra lanciatissima (l’odio razziale paga, evidentemente), i 5 stelle cominciano a accusare qualche colpo. La fretta di Di Maio nel volere subito le elezioni ha come motivo quello di limitare i danni ormai prevedibili. Cioè di prendere i voti prima che scappino. Ma dovrà attendere anche lui fino all’anno prossimo o anche oltre.
A questo punto, però, può accadere di tutto. Non è escluso che molti deputati neo-eletti 5 stelle, nel il timore di non essere rieletti, decidano di andarsene via, costituendo un gruppo misto da mettere poi a sostegno del centrodestra di Salvini. Evento che cambierebbe tutta la situazione politica, con la nascita (sia pure ritardata) di un governo che poi potrebbe arrivare alla fine della legislatura (se non farà troppe scemenze).
In questo caso, la galassia grillina subirebbe tre colpi: fuga di deputati appena eletti, governo del centrodestra, ancora prima delle elezioni (che a quel punto non saranno nemmeno più necessarie), e nuove elezioni solo fra cinque anni. Un’eternità per Di Maio e la Casaleggio. Forse anche una resa dei conti terminale.