Abituatevi a familiarizzare con una nuova valuta internazionale, lo yuan. Alla Tesco, la catena di supermercati inglese che acquista molte delle sue merci dalla Cina, riferisce The Economist, mentre finora le pagavano in valute forti (come dollaro, sterlina o euro) ora le vogliono pagare in yuan.
Fino al 2010 lo yuan era solo una moneta interna dei cinesi. Ma ora, per l’esattezza nell’ultimo trimestre del 2012, il totale del commercio mondiale effettutato nella valuta cinese ha raggiunto i 900 miliardi di yuan equivalenti a 145 miliardi di dollari. Come mai questa svolta, appena all’inizio?
Perché il governo cinese ha autorizzato gli importatori ed esportatori cinesi a regolare i loro commerci in yuan e le società cinesi che fanno investimenti diretti all’estero pure..
Siamo solo all’inizio,
“lo yuan ha una lunga strada da percorrere prima di rivaleggiare con il dollaro”,
chiosa The Economist: in questo momento è solo la quattordicesima valuta del mondo (come mezzo di pagamenti internazionali) dietro al rublo.
Il dollaro,inoltre, ammonta al 60 per cento delle riserve valutarie mondiali e il resto è spartito quasi interamente tra euro, yen e sterlina”.
Ma la notizia clamorosa che la Cina, nel 2012, ha strappato agli Stati Uniti la leadership nei commerci mondiali che gli Usa detenevano dal 1945 con un import-export di 3mila870 miliardi di dollari contro i “soli” 3 mila820 degli Usa fa pensare a un ruolo rapidamente crescente dello yuan.