Ala (Verdini): “Condonato danno erariale a politici e…”

Pubblicato il 21 Novembre 2015 - 08:23 OLTRE 6 MESI FA
Gruppo Verdini: "Condonato danno erariale a politici e..."

Giuseppe Compagnone primo firmatario dell’emendamento salva politici condannati per danno erariale

ROMA – Salvatore Sfrecola ha pubblicato questo articolo anche sul suo blog, Un Sogno Italiano, col titolo: “Un “emendamento Verdini” alla legge di stabilità. Sanatoria per i politici condannati dalla Corte dei conti”.

Fai un danno all’erario e la Corte dei conti ti ha condannato? Nessuna paura, se sei un politico, amministratore locale o consigliere regionale, pagherai meno, molto meno di quanto i giudici contabili hanno accertato costituire danno all’erario pubblico, alla regione, ad un comune o ad una provincia. Tutto ciò in barba a regole costituzionali fondamentali, come quella secondo la quale coloro “cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore” (art. 54), cioè rispettando le leggi, in regime di legalità e nell’interesse degli enti amministrati i cui bilanci sono alimentati dalle imposte che i cittadini pagano.

Il danno erariale, consistente in una lesione dell’interesse patrimoniale di un ente pubblico, attuato con dolo o colpa grave, costituisce una condotta gravissima per un pubblico amministratore perché incide direttamente su un interesse della comunità, quella che le risorse messe a disposizione dell’ente pubblico mediante imposte, tasse e tariffe, siano destinate integralmente al soddisfacimento dei bisogni pubblici indicati nei bilanci, in corrispondenza dell’indirizzo politico elettorale e di governo.

Ebbene, questa classe politica che in molti suoi elementi si distingue per uno scarso rispetto della legalità, se non per condotte gravemente lesive degli interessi pubblici, non ha alcun ritegno ed oggi, per iniziativa di alcuni parlamentari, vorrebbe non risarcire il danno provocato “con dolo o colpa grave”. Lo prevedeva un emendamento alla legge di stabilità presentato da alcuni senatori del gruppo Ala, ovvero i verdiniani, i seguaci di Denis Verdini, transfughi da Forza Italia andati a dar man forte alla maggioranza nella speranza di conservare un seggio in Parlamento.

Tentavano di inserire nella legge all’esame del Senato una sanatoria per quanti hanno subito una condanna dalla Corte dei conti per danno erariale. Non si vergognano ma anzi, con straordinaria improntitudine, vogliono essere esenti dalla responsabilità, almeno per una parte, come opera la sanatoria che riduce in appello il pagamento della somma costituente danno. Non è la prima volta. È già accaduto, nonostante questa previsione sia particolarmente odiosa in quanto i cittadini sono molto sensibili a questo tipo di illecito che li offende in quanto contribuenti.

A denunciare l’emendamento sono stati la capigruppo del Movimenti 5 Stelle in Commissione Bilancio al Senato, Elisa Bulgarelli e Laura Bottici, questore del Senato, componente della Commissione Finanze.

Il Governo l’ha fatto saltare, ma c’è da scommettere che lo ripresenteranno se, come dicono fonti autorevoli,  sembra interessi grossi personaggi già amministratori locali sotto inchiesta.

L’emendamento in questione (39.0.6, primo firmatario Giuseppe Compagnone e sottoscritto da tutto il gruppo di Verdini) intendeva riapre i termini, fino a marzo 2016 (la scadenza era prevista al marzo 2013) per la presentazione della richiesta di definizione agevolata in appello dei giudizi di responsabilità per danno erariale e inoltre prevede l’estensione della sanatoria anche ai giudizi per i quali “pendono ancora i termini per esperire il giudizio di revocazione innanzi alle competenti sezioni giurisdizionali d’appello”.

Ove approvato l’emendamento non solo avrebbe condizionato il regolare operato della magistratura contabile ma, evitando sentenze definitive di condanna, farebbe apparire i politici condannati in primo grado un po’ meno colpevoli se non “quasi innocenti”.

Sembra che tra i sottoscrittori dell’emendamento vi siano anche alcuni rinviati a giudizio o indagati per danno erariale. Nel Paese di Bengodi, dove si stima un’evasione fiscale nella misura di decine di miliardi di euro, la gente è sempre più disgustata. Molti non vanno neppure a votare che poi è una presa in giro perché in Parlamento non ci sono eletti ma nominati, fedelissimi del leader del partito. In barba all’etica pubblica della quale un po’ tutti si riempiono la bocca quando percorrono le strade del collegio per sollecitare il voto alla lista.