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Corruzione effettiva o percepita. In Italia non fa differenza

di FIlippo Limoncelli |21 Maggio 2014 8:06

Raffaele Cantone (LaPresse)

ROMA – Salvatore Sfrecola ha scritto questo commento per il blog Un Sogno Italiano:

La corruzione è un po’ come la temperatura nell’ambito della meteorologia, c’è quella effettiva ma anche quella percepita. Differenza, non da poco. La temperatura effettiva viene misurata in modo preciso dal termometro, mentre la temperatura percepita, cioè la sensazione di caldo e di freddo deriva da altri fattori ambientali, quali l’umidità e/o il vento, anche essi valutabili, l’“indice di calore” o “sensazione termica”, rilevabili con alcuni parametri oggettivi. Tuttavia quella temperatura è variamente intesa dalla gente, come tutti sappiamo.

Anche per quanto riguarda la corruzione, la distinzione tra l’effettiva e quella percepita è conseguenza di vari fattori ed è, soprattutto, oggetto di vivace dibattito e di accese polemiche a causa della forte divergenza dei dati. E c’è anche chi, con incredibile improntitudine, tra i politici e i giornalisti, afferma che in Italia la corruzione sia un fenomeno marginale.

Infatti, come ha affermato nei giorni scorsi il Presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, un magistrato ordinario distintosi nella lotta ai clan camorristici della Campania, la corruzione effettiva è rigidamente ancorata alle inchieste giudiziarie, soprattutto alle sentenze definitive di condanna, un dato che sconta le prescrizioni che, proprio nel caso dei reati contro la pubblica amministrazione, costituiscono una pesante falcidia rispetto alla inchieste avviate dalla magistratura. Per cui facendo i conti solamente sulla base dei dati giudiziari avremmo un livello di corruzione molto vicino a quello della Svezia. Se passiamo, invece alla corruzione “percepita” (Corruption Perception Index – CPI) precipitiamo nella graduatoria formata da Transparency International, uno degli enti più rigorosi nell’accertamento della corruzione, giù giù fino a trovarci al 67° posto dopo il Ruanda, prima della Georgia.

In proposito va ricordato che Giovanni Giolitti a inizio Novecento era solito ripetere, meno male che c’è la Grecia, altrimenti saremmo i più corrotti d’Europa. Ancora oggi la Grecia “ci salva”. Infatti è al 78° posto, prima della Colombia.

Cos’è, dunque, la corruzione “percepita” dai cittadini? Il “livello secondo il quale l’esistenza della corruzione è percepita tra pubblici uffici e politici”, diceTransparency. Essendo la corruzione “l’abuso di pubblici uffici per il guadagno privato”.

Altro indice sul controllo della corruzione è quello pubblicato dalla Banca Mondiale (Rating of control of corruption). Entrambi forniscono una misura della percezione della corruzione a livello nazionale ed aggregano i dati relativi ad indagini che, in modo diverso, sono volte a misurare o la corruzione (spesso diversamente definita a seconda dell’indagine), o fenomeni che ad essa si ritiene siano collegati. Si tratta di indagini prodotte tipicamente da agenzie di consulenza che intervistano esperti di vario genere, uomini d’affari (sia del paese in questione, sia stranieri) e persone comuni. Queste rilevazioni tengono, altresì, conto della generalizzata percezione di fatti e di comportamenti che agli occhi del cittadino danno conto di disfunzioni nella gestione delle pubbliche amministrazioni e, in genere, nell’esercizio della funzione pubblica con effetti sulla finanza dello Stato e degli enti pubblici, nel senso che da quei fatti e dai quei comportamenti derivano spese maggiori del previsto o non dovute o minori entrate per i bilanci pubblici.

Proviamo a fare qualche esempio partendo da una situazione diffusa che non sempre viene collegata alla corruzione, gli sprechi delle pubbliche amministrazioni, cioè i maggiori costi sostenuti per acquisto di beni non necessari o in misura superiore al dovuto ovvero a costi eccessivi. Situazione nella quale va ricompresa anche la realizzazione di opere con costi e in tempi superiori a quelli previsti nei contratti di appalto, oppure di opere realizzate con gravi difetti di costruzione al punto da richiedere dopo poco la formale conclusione dei lavori interventi di manutenzione straordinaria. Accade spesso che queste opere non vengono utilizzate perché sono cambiati gli standard di sicurezza o perché a causa della lunghezza dei tempi di realizzazione sono cambiate le esigenze dell’Amministrazione.

C’è dell’altro, per quanto riguarda la corruzione percepita. Chi gira per le città vede palesi violazioni delle regole, occupazioni abusive di suolo pubblico da parte di bar e ristoranti, esposizione sui marciapiedi di frutta e verdura in violazioni di divieti, tra l’altro per le conseguenze dei fattori inquinanti del traffico (piombo ed altri residui della combustione), auto parcheggiate in divieto di sosta e non sanzionate nonostante la presenza di uomini e donne della Polizia Locale. E poi mancata notifica di ordinanze sindacali di sgombero o di rimozione di manufatti non autorizzati, ecc.

Può darsi che queste situazioni siano conseguenza della scarsezza di agenti, dell’ignoranza sulle regole (mi è capitato in passato di constatare che alcuni agenti della polizia locale non avevano nozione della occupazione abusiva di suolo pubblico), ma la gente ne deduce compiacenze volute, anche perché di tanto in tanto la stampa informa che qualche controllore era indotto a “distrazioni” dal pagamento di mazzette o da “altre utilità”, come le chiama il codice penale all’art. 318, a seconda della categoria merceologica del negoziante.

Naturalmente in questa percezione della corruzione vanno inserite altre fattispecie delle quali la giurisprudenza penale e contabile ha dato conto. Come nel caso delle prescrizioni di farmaci non necessari o in misura superiore a quanto previsto dal normale ciclo terapeutico. Scelte che le imprese farmaceutiche avranno modo di compensare, come ben noto, con la partecipazione del sanitario a convegni e congressi in località turistiche, naturalmente accompagnato da moglie (o marito) e figli.

Va detto che nonostante sia percepita, a questa corruzione ci siamo abituati, tanto che, se non riflettiamo con un po’ di attenzione, consideriamo questi comportamenti quasi naturali.

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