Ferie dei magistrati e sospensione della prescrizione: troppe bugie

di Salvatore Sfrecola
Pubblicato il 2 Agosto 2013 - 04:00 OLTRE 6 MESI FA
Ferie dei magistrati e sospensione della prescrizione: troppe bugie

Ferie dei magistrati e sospensione della prescrizione: troppe bugie

ROMA – Pubblichiamo una riflessione di Salvatore Sfrecola, magistrato e presidente della Corte dei conti per il Piemonte, su un argomento, le ferie dei magistrati, spesso utilizzato a sproposito e utilizzato, strumentalmente a giustificazione della lentezza pachidermica della giustizia italiana. La puntuale confutazione di questo luogo comune, in  punta di diritto quando non ispirata dal buon senso, non si pone come una prevedibile difesa d’ufficio, ma fornisce un utile pro-memoria sul lavoro quotidiano dei magistrati nel difficile esercizio delle loro funzioni.

Andrea Pancani è un brillante giornalista de La7 che, alternandosi con l’altrettanto brava e simpatica Alessandra Sardoni, conduce Omnibus, la trasmissione di approfondimento di quella emittente, spazio interessante nel quale politici e giornalisti, delle varie tendenze, in studio o collegati in video, si confrontano nell’arco di un paio d’ore, a cominciare dalle 8 del mattino. Compito del conduttore è quello di indicare i temi della giornata, ripresi dalla stampa quotidiana e dalla notizie dei telegiornali e di proporli agli intervenuti, a volte in modo volutamente e palesemente provocatorio, per stimolare il dibattito. Con aggiornamenti in corso di trasmissione sulla base di nuove notizie di agenzia.

Ho sempre apprezzato la professionalità di Pancani, la capacità di suggerire spunti per il dibattito e di cogliere dalle risposte elementi per ulteriori approfondimenti, anche da parte di intervenuti portatori di altri orientamenti o professionalità. Il tutto contribuendo ad un dibattito sereno, anche quando lo spirito della polemica infiamma la trasmissione. Come capita spesso a tutti noi, anche Andrea Pancani ha un argomento preferito. Si direbbe un chiodo fisso, ricorrente in questo periodo di vacanze, quello delle ferie dei magistrati, a suo giudizio troppo lunghe in particolare considerati i tempi della giustizia, notoriamente lentissima in ogni settore, in particolare nel civile e nel penale.

Né minori sono i tempi dei processi amministrativi, tra primo e secondo grado. I motivi sono sempre gli stessi e ben noti, la quantità di processi dovuti alla riconosciuta litigiosità degli italiani i quali ricorrono ai vari giudici spesso per questioni che potrebbero essere definite in sede di conciliazione come previsto in molti ordinamenti esteri. Una strada che il legislatore non ha fin qui voluto tracciare. Ma torniamo alle ferie dei magistrati, circa cinquanta e più giorni secondo Pancani.

Facciamo il punto sulla questione. Dal 1° agosto al 15 settembre – così si legge nell’art. 1 della legge – è prevista la sospensione dei termini processuali nel periodo feriale. Lo ha stabilito la Legge 7 ottobre 1969, n. 742. “Il decorso dei termini processuali relativi alle giurisdizioni ordinarie ed a quelle amministrative è sospeso di diritto dal 1° agosto al 15 settembre di ciascun anno, e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione. Ove il decorso abbia inizio durante il periodo di sospensione, l’inizio stesso è differito alla fine di detto periodo”.

La Corte Costituzionale ha dichiarato, con varie sentenze, la illegittimità costituzionale di quell’articolo nella parte in cui non disponeva che la sospensione si applicasse a varie fattispecie. Va aggiunto, per completezza, che (art. 2) “In materia penale la sospensione dei termini procedurali, compresi quelli stabiliti per la fase delle indagini preliminari, non opera nei procedimenti relativi ad imputati in stato di custodia cautelare, qualora essi o i loro difensori rinunzino alla sospensione dei termini”. La sospensione dei termini delle indagini preliminari non opera, altresì, nei procedimenti per reati di criminalità organizzata. Altri casi di esenzione della sospensione in ragione dell’importanza degli adempimenti richiesti non rilevano ai nostri fini.