Salvini. Un tramonto inaspettato. La stella di Matteo Salvini è sul viale del tramonto? Gli ultimi sondaggi sul suo conto sono impietosi: c’è chi arriva a sostenere che negli ultimi mesi ha perso il dieci per cento dei suffragi; chi, più tenue, si ferma al sette per cento. E’ comunque una debacle? Il leader della Lega non solo si difende, ma va all’attacco come è suo solito: “Ai sondaggi non dò il minimo peso.
Quando finalmente gli italiani potranno andare a votare vedremo chi ha torto e chi ha ragione. Il popolo non è sovrano?”. Malgrado il suo ottimismo, l’ex ministro degli Interni non ha più il seguito della scorsa estate. Aver provocato la crisi e aver mandato a carte quarantotto il governo con i 5 Stelle non gli ha dato quei risultati che sperava.
Anzi, il contrario: il 35 per cento dei consensi è svanito anche se non si vuole dar completamente retta alle previsioni. Perché? Per quale ragione, la corsa sfrenata della Lega si è interrotta innestando la marcia indietro?
I motivi sono diversi, ma ce n’è uno che li sovrasta tutti. Forse non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma il coronavirus ha cambiato gli italiani. La gente non la pensa più come cinque mesi fa, i problemi oggi sono altri, le raccomandazioni hanno un sapore differente, i grattacapi dei cittadini sono cambiati di colpo rispetto, ad esempio, alla scorsa estate.
Ora per molti, esiste il problema della sopravvivenza, di come mettere insieme il pranzo con la cena, di come dar da mangiare ai figli piccoli. La disoccupazione dilaga, molte aziende sono con l’acqua alla gola e sull’orlo del fallimento se non lo hanno già proclamato. Così i temi della emigrazione, degli sbarchi dall’Africa, dei clandestini che “rubavano” il posto di lavoro agli italiani sono passati in seconda se non in terza fila. Ecco come lo si potrebbe spiegare il “viale del tramonto” del buon Matteo.
Naturalmente, non è questo il solo fattore che ha danneggiato il leader della Lega. Molti suoi elettori non gli perdonano il fatto di aver provocato una crisi al buio. E di non aver previsto che il Quirinale non avrebbe voluto elezioni immediate nelle quali, magari, il Carroccio avrebbe stravinto, come gli erra recapitato nelle consultazioni regionali.
Una mancanza di fiuto che non è stata gradita (usiamo un eufemismo) da quanti avevano votato per la Lega. E ora? Beh, una prima piccola rivincita l’ex ministro degli Interni l’ha conquistata perché in Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, l’ha spuntata contro coloro che lo volevano spedire per via breve alla Magistratura.
Stiamo parlando delle sue responsabilità nella vicenda della Open Arms, una nave di migranti che non fu fatta sbarcare per una infinità di giorni. Chi lo ha salvato? Una deputata dissidente dei 5 Stelle, un ex dello stesso Movimento e, voilà, anche l’astensione dei rappresentanti di Italia Viva. Al momento del voto, hanno preferito lasciare l’aula.
Si è subito affacciata l’ipotesi di un patto segreto fra i due Matteo, un “Muto soccorso”, come titola stamane un quotidiano della sinistra-sinistra. Una specie di “do ut des” che prevedeva la mossa dei renziani in Commissione in cambio dell’elezione di una fedelissima dell’altro Matteo (Patrizia Baffi) al vertice di un collegio che deve giudicare l’operato della giunta regionale lombarda in merito al Covid-19.
“Una scialuppa per Salvini”, titola stamane un giornalone. Sarà sufficiente per riprendere una navigazione più sicura? Interrogativo difficile. In questo il leader della Lega ha ragione: “Lo diranno gli italiani quando potranno esprimersi con il voto”