Salvini e Di Maio, due irresponsabili distributori di un benessere che non c'è Salvini e Di Maio, due irresponsabili distributori di un benessere che non c'è

Salvini e Di Maio, due irresponsabili distributori di un benessere che non c’è

Salvini e Di Maio, due irresponsabili distributori di un benessere che non c'è
Salvini e Di Maio, due irresponsabili distributori di un benessere che non c’è

ROMA – Matteo Salvini e Luigi Di Maio entrambi irresponsabili, distributori di un benessere che non c’è. E’ la dura analisi di Giuseppe Turani che in questo articolo apparso anche su Uomini & Business, spiega perché i due vicepremier stanno spingendo l’Italia verso l’indebitamento, continuando a pensare che esistano margini infiniti per ridurre le tasse e distribuire stipendi gratis.

Può essere che Salvini e Di Maio stiano facendo un gioco delle parti e che in realtà siano abbastanza decisi a andare avanti insieme nonostante i conflitti fra i due siano ormai moltissimi. 

E’ anche ragionevole pensare che ognuno di loro abbia scelto consapevolmente un proprio percorso per acchiappare voti alle europee. 

Salvini, smentendo tutta la storia della Lega, sembra deciso a raccogliere tutto ciò che c’è a destra. Ogni giorno inventa qualcosa per segnalarsi al pubblico di destra. Va a trovare e abbraccia uno dei politici europei più repellenti, l’ungherese Orban, si complimenta con lui perché ha costruito un muro anti immigrati e qui in Italia si fa stampare un libro da un editore di CasaPound. Sbagliando, molti dicono che CasaPound conta pochissimi voti e che quindi la vicinanza di Salvini con questo movimento è una cosa irrilevante. Ma non è così. L’amicizia con quelli di CasaPound è come una bandiera sventolata davanti agli occhi del popolo di destra.

Di Maio in un certo senso fa un percorso inverso: cerca di collocarsi un po’ a sinistra. Mentre Salvini diserta platealmente le manifestazioni del 25 aprile, Di Maio si spinge fino a portare i propri omaggi ai militanti della Brigata ebraica, un’organizzazione più che meritoria ma verso la quale perfino molti a sinistra hanno delle riserve.

Ma tutto questo non basta. Mentre i due continuano con queste manovre di pura politica, continua a non esserci una scelta economica dotata di qualsiasi senso.

Salvini insiste perché vuole la flat tax, secondo lui al 15 per cento. Sembra non rendersi conto che senza arrivare a un simile eccesso l’Italia è già in passivo e fortemente a rischio. L’altro vicepresidente, Di Maio, insiste nel dire che non ci sarà nessun aumento di Iva.

Entrambi, cioè, continuano a pensare che qui ci siano margini quasi infiniti per ridurre le tasse e distribuire stipendi gratis. In realtà, e forse senza volerlo consapevolmente, i due stanno spingendo l’Italia verso una situazione economica insostenibile, se non attraverso un vistoso aumento dell’indebitamento. Indebitamento che i mercati ci faranno pagare molto caro.

In sostanza, si sta correndo verso una crescente incompatibilità tra l’Italia e le regole di base dell’Europa e della buona amministrazione.

L’Italia ha un problema centrale e non più eludibile: quello della produttività, che ormai è ferma da vent’anni.

Ma i due sembrano non avere nemmeno mai sentito questa parola e ritengono che si possa arrivare alla crescita semplicemente distribuendo soldi che non ci sono.

Gestione cookie